Se nel 2025 la sessualità è ancora un tabù, allora il problema è serio. Dalla necessità di liberarsi da stereotipi, imbarazzi e curiosità nasce Punto Z, uno spazio in cui sentirsi liberi di parlare di sesso senza filtri, senza vergogna e senza censure.
Fatti, verità scomode e quel tocco di pepe che non guasta mai. Pronti? Bene, perché la vostra Millo di fiducia lo è.
Benvenuti a Punto Z.
L’episodio di oggi affronta un argomento che fa arrossire molti e sorridere altri: la masturbazione – sì, parliamo proprio del “piacere solitario”.
Masturbazione: un atto naturale
Prima di tutto, chiariamo una cosa: masturbarsi è assolutamente naturale. Non è una stramberia moderna né una pratica “impura” riservata ai perversi. Anzi, l’autoerotismo esiste da sempre nel regno animale: non solo gli esseri umani, ma persino delfini, elefanti e scimmie lo fanno regolarmente. Fun fact: le femmine di almeno 50 specie di primati si dedicano all’autoerotismo e a volte usano perfino strumenti “fai da te” (come rametti usati a mo’ di dildo)! Insomma, Madre Natura approva.
E allora perché noi umani ce ne vergogniamo tanto? La colpa è dei tabù culturali, religiosi e sociali che per secoli hanno avvolto la masturbazione in un’aura di peccato e vergogna. Ci hanno raccontato leggende metropolitane degne di un film horror: “Ti cresceranno i peli sulle mani, diventerai cieco, è un grave peccato!”. Per le religioni tradizionali, era (ed è tuttora, per alcuni) un atto da condannare. Basti pensare che in passato c’erano medici convinti che l’autoerotismo causasse malattie terribili, mentre manuali di morale tuonavano sul “vizio solitario”. Risultato? Generazioni cresciute col terrore di essere “scoperte” in flagranza e con un inutile senso di colpa addosso.
È ora di sfatare questi miti. Non si diventa ciechi, ve lo garantisco, e nessuna divinità vi fulminerà per esservi amati un po’ da soli. Al contrario, la scienza oggi dipinge la masturbazione come una componente sana della sessualità umana.
È un gesto istintivo di esplorazione del proprio corpo che attraversa tutte le culture e le epoche. Provate a pensarci: è il modo più semplice e sicuro per conoscere cosa ci dà piacere, senza rischi e senza stress. E non c’è nulla di cui vergognarsi.

Mente e corpo ringraziano: i benefici dell’autoerotismo
Oltre ad essere naturale, la masturbazione fa anche bene, sia al fisico che alla psiche. Numerosi studi e dati medici confermano vari benefici dell’autoerotismo – altro che pratica dannosa! Eccone alcuni, supportati dalla scienza:


- Riduzione dello stress e dell’ansia: l’orgasmo innesca una scarica di endorfine e ossitocina (il cosiddetto “ormone dell’amore”) che fanno sentire bene e rilassati. Questi ormoni, rilasciati durante la masturbazione, abbassano i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e portano un senso di calma e appagamento. In altre parole, una sessione privata può sciogliere la tensione di una brutta giornata meglio di una tisana rilassante.
- Miglioramento del sonno: quello stato di piacevole torpore che segue l’orgasmo non è un caso. Dopo essersi soddisfatti, il corpo tende a rilassarsi profondamente grazie al cocktail di ormoni rilasciati, favorendo il sonno ristoratore. Infatti molti ammettono di masturbarsi la sera proprio come “rimedio” per dormire meglio. Altro che contare le pecore!
- Conoscenza del proprio corpo: l’autoerotismo è anche auto-esplorazione. Masturbandoci impariamo cosa ci piace, quali punti sono più sensibili, che ritmo o stimolazione ci porta all’apice. Questa conoscenza di sé è oro puro anche nella vita di coppia: sapere cosa ci fa raggiungere le stelle permette di comunicare meglio col partner e migliorare il sesso condiviso. Addirittura, molti esperti consigliano la masturbazione come parte dell’educazione sessuale personale, per abbattere il famigerato “orgasm gap” (il divario nel raggiungimento dell’orgasmo tra uomini e donne) insegnando alle persone con vulva cosa le fa stare bene, così da colmare la differenza con i partner maschi.
- Benefici fisici specifici: per le persone con vagina, l’orgasmo comporta contrazioni del muscolo del pavimento pelvico – praticamente un esercizio di Kegel naturale – che alla lunga rafforza la tonicità muscolare utile anche per la salute intima. Inoltre, molte donne trovano sollievo da crampi mestruali o mal di testa dopo essersi masturbate, grazie all’effetto analgesico delle endorfine. E per gli uomini? Oltre allo stress ridotto in egual misura, alcuni studi indicano che eiaculare regolarmente potrebbe avere effetti positivi sulla salute della prostata. Insomma, un toccasana a 360 gradi.
Vale la pena sottolineare che non esiste una “dose consigliata” valida per tutti. C’è chi lo fa ogni giorno e chi mai; l’importante è che non diventi un comportamento compulsivo tale da interferire con la vita quotidiana (in tal caso potrebbe essere utile parlarne con un esperto). Per il resto, sentitevi liberi di farlo quanto, come e se vi va. E se a qualcuno semplicemente non interessa, va bene lo stesso: non è un obbligo, ma un’ulteriore possibilità di benessere.

Dal tabù all’ironia: masturbazione, imbarazzo, pudore e stereotipi
Nonostante i benefici, parlare di masturbazione mette ancora in imbarazzo tante persone. Diciamolo: quanti di noi affrontano l’argomento a cuor leggero con gli amici o in famiglia? C’è un pudore diffuso, come se fosse sempre un po’ sconveniente. Storicamente, la masturbazione – soprattutto quella femminile – è stata un argomento quasi proibito. La masturbazione maschile almeno trovava spazio nelle barzellette da spogliatoio o nei film demenziali (chi non ricorda la famigerata scena della torta in American Pie?), mentre per le donne c’era praticamente il silenzio assoluto. Non a caso, per lungo tempo l’autoerotismo femminile è stato considerato “qualcosa di imbarazzante, che non si deve fare e di cui comunque non si parla: il concetto base di una perfetta diseducazione sessuale”. In altre parole, un tabù grande come una casa.
Le cose migliorano solo lentamente. Ancora oggi, molti faticano ad affrontare l’argomento persino con il proprio partner. Un sondaggio recente in Italia ha rivelato che un buon 26% delle persone non si masturba mai o quasi mai, e tra questi spiccano soprattutto le donne tra i 18 e i 34 anni.
Non perché “non abbiano desiderio”, ma perché su di loro il peso del tabù è più forte: sin da piccole le ragazze ricevono (implicitamente) il messaggio che “non sta bene” esplorarsi, al contrario dei coetanei maschi a cui in fondo la società strizza l’occhio con indulgenza. Il risultato? Molte giovani donne crescono senza confidenza con l’autoerotismo. Anche quando poi iniziano a farlo, tengono la cosa segretissima.
Tra amiche difficilmente se ne parla – guai a passare per “quella troppo disinibita” – e si pensa erroneamente di essere le uniche a farlo. In realtà, non è così: secondo un’indagine europea (IFOP) la stragrande maggioranza delle donne italiane (74%) si masturba, percentuale in aumento rispetto a qualche anno fa. Quindi ragazze, tranquille: non siete strane, siete nella maggioranza! Semmai, il problema è che troppe lo fanno ma poche lo ammettono apertamente, perpetuando il falso mito che l’autoerotismo femminile sia raro.


E gli uomini? Forse ne parlano con più spavalderia – il classico vanto da spogliatoio da “io lo faccio tutti i giorni” – ma anche lì c’è un po’ di teatro. Spesso lo si butta in ridere per non affrontare seriamente l’argomento. E guai ad ammettere che si preferisce una serata in compagnia di se stessi piuttosto che un’avventura di una notte, perché subito partono gli sfottò da “sfigato”. Insomma, lo stigma colpisce tutti, seppur in forme diverse: le donne vengono educate a non farlo (o tacerlo), gli uomini quasi “devono” farlo ma senza prenderlo troppo sul serio.
Nel privato della coppia la situazione non migliore. La masturbazione reciproca o condivisa è uno dei giochi più intimi e piacevoli tra partner, e parlarne apertamente potrebbe arricchire la complicità. Eppure, tanti preferiscono evitare l’argomento per pudore. Paradossalmente sono i più giovani ad essere un po’ più aperti: ben il 73% degli under-35 dice di non avere problemi a discutere di masturbazione con il/la partner.
Con l’aumentare dell’età questa percentuale cala, segno che le nuove generazioni stanno pian piano scrollandosi di dosso certe inibizioni ereditate. Ma rimane il fatto che, a tutte le età, molti vivono l’autoerotismo come un segretuccio personale di cui ci si vergogna a parlare seriamente.
E a scuola? L’educazione sessuale nelle scuole italiane? non pervenuta, o quasi. Nei programmi scolastici il tema masturbazione è l’elefante nella stanza – presente ma mai nominato. Pochissimi di noi ricordano un professore che abbia affrontato l’autoerotismo in classe in modo normale e informativo. Piuttosto, se ne tace sperando che “i ragazzi non chiedano”. Così gli adolescenti cercano risposte altrove, spesso online.
Come nota la sessuologa Valentina De Maio, la masturbazione resta un tabù fra gli adolescenti ed è difficile per loro parlarne con amici o genitori, tant’è che “spesso ci si rifugia in dottor Google per darsi delle risposte”. Il problema è che internet offre informazioni, sì, ma anche disinformazione e modelli poco realistici (ciao porno mainstream!).
Senza una guida, i ragazzi possono farsi idee fuorvianti– ad esempio credere che ci sia qualcosa di male in quello che provano. Sarebbe invece importantissimo spiegare loro che è normale, che non c’è nulla di cui vergognarsi e magari dare qualche dritta su vivere la sessualità in modo sereno. Su questo l’Italia è un po’ indietro, ancora frenata da moralismi e imbarazzi atavici. Ma confidiamo che col tempo cambierà.
Pop culture e generazioni verso la normalizzazione

La buona notizia è che qualcosa sta cambiando, soprattutto grazie alle nuove generazioni e a una cultura pop più aperta. Negli ultimi anni il tema della masturbazione – in particolare quella femminile – ha cominciato a farsi strada in musica, cinema e media con toni meno giudicanti. E questo aiuta a sdoganarlo. Per esempio, star internazionali hanno iniziato a parlarne e a rappresentarlo senza censura: Gwyneth Paltrow con il suo brand Goop (famoso per i prodotti di benessere sessuale) ha reso la conversazione sul piacere femminile quasi chic; popstar come Miley Cyrus e Lady Gaga lo celebrano nelle canzoni da una prospettiva femminista; film come Black Swan e The To-Do List e serie TV come Orange Is the New Black hanno mostrato scene esplicite di masturbazione femminile, contribuendo a normalizzarla nell’immaginario comune.
Pensate vedere su schermo una donna che si dedica a se stessa. Senza che sia uno scherzo o una tragedia, manda un messaggio potente soprattutto alle giovani spettatrici. “Se lo fa lei, posso farlo anch’io senza sentirmi sbagliata.”
Anche in Italia qualche passo avanti c’è stato. Già negli anni ‘80 una nota rocker di nome Gianna Nannini fece scalpore cantando di vibratori (chi ricorda la provocatoria America?) e oggi artiste come Elodie lanciano messaggi di empowerment sessuale nelle loro hit pop. Certo, rimaniamo un paese dove le pubblicità alludono al sesso in modo velato ma parlare esplicitamente di masturbazione su uno spot TV sarebbe ancora considerato “troppo”. Eppure, sui social e sulle riviste online il discorso si sta aprendo: articoli come questo, rubriche giovani (ciao Punto Z!), influencer e sessuologi su Instagram e TikTok parlano di autoerotismo con naturalezza, strappando il velo di imbarazzo. La generazione Z è bombardata da contenuti sex-positive.
Dal celebre show Sex Education che in un episodio insegna a una ragazza come scoprire il proprio corpo, fino ai meme ironici, il tema è nell’aria molto più che ai tempi dei Millennial adolescenti. E infatti le nuove generazioni sembrano più pronte a fare domande, a rivendicare il diritto al piacere e a trattare il sesso (incluso quello con se stessi) come parte sana della vita.
Secondo un rapporto Eurispes, già qualche anno fa otto giovani su dieci vedevano l’autoerotismo come parte normale della vita sessuale adulta– segno che tra i ragazzi la mentalità sta cambiando verso una maggiore accettazione.

Naturalmente, c’è ancora strada da fare. Il cosiddetto “masturbation gap” tra uomini e donne non è solo nelle percentuali di pratica, ma anche nella disinvoltura nel parlarne. Serve continuare a mostrare che non c’è niente di male, anzi.
Ed è qui che la cultura pop e l’educazione (formale o informale) devono allearsi: più vedremo esempi positivi, più ne parleremo apertamente tra amici, partner, famiglie, meno strano sarà. Immaginiamo un mondo in cui in una cena tra amiche si possa menzionare l’acquisto di un nuovo sex toy senza sussurrare, o in cui un padre dica al figlio adolescente “è normale, fallo responsabilmente” con lo stesso tono con cui gli parlerebbe di sport.
Utopia? Forse no, se la Gen Z e i Millennial ormai adulti continueranno a spingere per la franchezza. Togliamoci dalla testa la vergogna: masturbarsi significa volersi bene. È autocura e autoerotismo nel senso più positivo.
Che tu sia un ragazzo curioso, una donna in carriera stressata, uno studente in ansia o un nonno arzillo, concedersi del piacere da soli non ha età né genere – ed è probabilmente la forma più autentica e accessibile di amore verso se stessi. Normalizziamo il piacere senza tabù!
Alla fine, stare bene con il proprio corpo e la propria sessualità rende la vita più dolce. Quindi, caro lettore, l’imbarazzo lascialo fuori dalla porta. Punto Z vi di dice ciao, alla prossima puntata!
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