Se nel 2025 la sessualità è ancora un tabù, allora il problema è serio. Dalla necessità di liberarmi da stereotipi, imbarazzi e curiosità nasce Punto Z, uno spazio in cui sentirsi liberi di parlare di sesso senza filtri, senza vergogna e senza censure.
Fatti, verità scomode e quel tocco di pepe che non guasta mai. Pronti?
Bene, perché la vostra Millo di fiducia lo è. Benvenuti a Punto Z.
Lo squirting è uno dei fenomeni più chiacchierati del piacere femminile: se ne parla come se fosse L’Eldorado dell’orgasmo, il VIP-PASS per il paradiso del piacere. C’è chi lo venera come il picco massimo della sessualità, chi lo considera un’invenzione da filmino porno e chi ancora pensa che sia semplicemente pipì.
Ma qual è la verità? Esiste davvero? È un’esperienza mistica o solo anatomia? È una rarità o una possibilità concreta per tutti?
È davvero il massimo della goduria o solo un ennesimo traguardo inventato per aggiungere un ulteriore carico d’ansia da prestazione alle donne?
Ma soprattutto, perché la gente è ancora così confusa riguardo questo tema?

Mettetevi comodi, perché Punto Z non regala sogni, ma solo solide realtà – in questo caso, forse più liquide che solide.
Cos’è lo squirting?
Partiamo dal fatto vero e non dal film che ci siamo montati nella testa, lo squirting esiste.
È un riflesso fisiologico dell’eccitazione femminile: una fuoriuscita di liquido incolore e inodore dall’uretra, che può avvenire durante l’orgasmo o con un’ intensa stimolazione del punto G.
E no, non è pipì. O meglio: non del tutto.
Diversi studi scientifici dimostrano che il fluido rilasciato durante lo squirting contiene tracce di urina, ma anche enzimi, glucosio e un antigene tipico della prostata maschile. Questo perché il liquido viene prodotto dalle ghiandole di Skene, che sono spesso considerate l’equivalente della prostata negli uomini.
Quindi sì, l’uretra è coinvolta nel processo, ma no, non è semplicemente pipì. Se volessimo fare un’analogia, è come dire che il sudore è identico all’urina solo perché entrambi contengono acqua.
Ma allora perché alcune lo sperimentano e altre no?
Perché il corpo femminile è un universo e non tutte le galassie funzionano allo stesso modo.
Dobbiamo accettare il fatto che alcune persone hanno una predisposizione anatomica che facilita lo squirting. Altre imparano a farlo con la stimolazione giusta. Altre ancora non lo vivranno mai. E va benissimo così.
Non è un talento, non è una “skill” da sbloccare, non è un indicatore di godimento supremo. È solo uno dei tanti modi in cui il corpo può rispondere al piacere.
Perché siamo così ossessionati dallo squirting?
Due parole: industria pornografica.
Se ci basassimo solo sul porno, continueremmo erroneamente a pensare che lo squirting sia un getto potente, tipo un geyser degno di un film d’azione, una conferma definitiva che “il sesso è stato fatto bene” oppure il vero obiettivo finale di ogni rapporto.
La verità? Tutto sbagliato. Lo squirting non è sinonimo di orgasmo perfetto e non è un metro di misura del piacere. Si può avere un orgasmo pazzesco senza squirtare, e si può squirtare senza raggiungere il climax. Ma grazie al porno, molte persone lo percepiscono come una performance, un atto da eseguire a comando, invece di considerarlo per quello che è: una naturale reazione del corpo che può accadere… o anche no.
Accettiamolo, ogni corpo è diverso. C’è chi riesce a raggiungere questo picco facilmente e chi non lo raggiungerà mai. Entrambe le situazioni sono perfettamente normali.
Non esiste un “pulsante magico” per l’attivazione, non è un impianto di irrigazione (come siamo soliti pensare) non si impara, ti capita e basta.
Ma comunque si può sempre provare a farlo accadere…
Domandone da un milione di euro: si può “imparare” a squirtare? La risposta è Sni.
Non esiste una formula magica purtroppo, e nemmeno la fata madrina può aiutarvi, però, è possibile creare le condizioni ideali affinché accada.
Cosa può aiutare?
Rilassarsi: Lo squirting è spesso inibito dalla tensione e dalla paura di lasciarsi andare. Avete presente quella sensazione da “mi scappa la pipì”? l’avete mai raggiunta? Ecco, non è pipì ragazze, state tranquille è parte del processo. Lasciatevi andare, rilassate il pavimento pelvico e godetevi il viaggio.
Stimolazione del punto G e doppia stimolazione: Questa zona, se ben massaggiata, può attivare la risposta delle ghiandole di Skene. La combinazione tra stimolazione interna e clitoridea aumenta nettamente le possibilità.
Posizioni favorevoli: Da dietro, a pancia in su o con le gambe leggermente sollevate, alcune posizioni facilitano la pressione sulla zona giusta.
Zero pressioni: Più vi concentrate sul “deve succedere”, meno succederà, pensarci troppo può bloccare il corpo. Mettete da parte l’ansia da prestazione e godetevi il momento, se accade, bene, se non accade, bene lo stesso non sentitevi inferiori, pensate solo a godere, del resto infischiatevene.

La tecnica giusta – Se il partner sta cercando di stimolare il vostro punto G, non basta infilare un dito e sperare per il meglio. Deve usare il movimento corretto. Inserendo le dita per circa un paio di cm, piegandole leggermente verso la parete anteriore della vagina e muovendole ritmicamente su e giù, oppure avanti e indietro. La velocità? Dipende da quello che sentite voi. Se sentite gli angeli cantare, ottimo. Se vi ritrovate a rivalutare tutte le vostre scelte di vita, forse è il caso di rivedere la strategia.
Non dimenticare il clitoride – Il punto G è importante, ma il clitoride è il vero centro di comando del piacere femminile. Stimolarlo contemporaneamente con la mano libera, la bocca o un sex toy può fare la differenza tra un orgasmo normale e un possibile squirting, quindi maschietti, dateci dentro.
L’unico standard è il piacere
Ora che abbiamo tolto un po’ di polvere sull’argomento, lasciate che vi dica una cosa: Non siete meno sexy, meno brave, meno soddisfatte se non riuscite. Non esistono orgasmi di serie A e di serie B
(e se esistesse, il clitoride sarebbe l’MVP di tutti i tempi, altro che punto G).

L’importante è vivere il sesso con curiosità, leggerezza e zero pressioni. E se c’è una cosa che possiamo imparare dallo squirting, è proprio questa: lasciarsi andare. Meno paranoie, meno ansia da prestazione, meno “paturnie”.
Se accade, godetevelo. Se non accade, godetevi comunque l’esperienza. Il piacere non si misura in spruzzi.
E se il partner ha troppa fretta di trasformarsi in un idraulico pronto a scoprire il vostro “geiser interiore”, ricordategli che il vero segreto del piacere femminile è l’ascolto, non la performance. Il sesso è una maratona non uno sprint, prendetevi tempo. Meno porno idealismi, più intesa. Più orgasmi, meno ansie.
Alla fine, che sia fluido o meno, l’unica cosa che deve sempre scorrere è il piacere!
Baci dalla vostra Millo di fiducia!
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