Schiavitù uguale Bellezza? Il saggio di Maura Gancitano

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Il mito della bellezza è un’entità potente e pervasiva che penetra ogni aspetto della nostra società. In “Specchio delle mie brame – La prigione della Bellezza”, la scrittrice Maura Gancitano svela con audacia e profondità il modo in cui il concetto di bellezza plasma e opprime la vita delle donne, ma non solo. Racconta di come la società rifiuti e aborri coloro che non si conformano agli standard imposti.

Attraverso un’approfondita analisi storica e culturale, la Gancitano traccia l’evoluzione dei “diktat” della bellezza nel corso dei secoli. Evidenziandone i mutamenti radicali influenzati dalla diffusione della pubblicità e dei media. Quello che emerge è un quadro complesso, in cui la bellezza diventa un vero e proprio regime schiavitù. Questo regime impedisce alle donne di amare il proprio corpo, così com’è, senza il peso del giudizio della società.

Un dialogo, forse una forma di dibattito interiore, che svolge il compito di esorcizzare le paure della scrittrice che sono poi, le stesse di chiunque. Il saggio affronta innumerevoli paradossi che influenzano la nostra vita. Ci illudiamo di vivere in una società libera, dove ormai tutto è sdoganato e la libertà di espressione sia il capo saldo del nostro millennio. Ma il “mito” della bellezza si rivela più opprimente che mai.

Le donne sono costantemente giudicate e oggettificate in base al loro aspetto fisico, alla loro etnia e alla loro estrazione sociale. Queste condizioni costringono il gentil sesso a sottostare ad un severo sguardo inquisitorio fin dall’infanzia.

L’autrice getta luce anche su un altro aspetto cruciale: il ruolo degli uomini nella perpetrazione del mito della bellezza. Ma quindi è vero che Schiavitù uguale Bellezza? beh, lo sguardo “maschile” e il ricorrente tema del catcalling , forse possono rispondere parzialmente a questa domanda. Mi spiego: oggi c’è la malsana tendenza a voler soprassedere o ironizzare sulle molestie verbali o gestuali.

In modo particolare queste molestie provengono dagli uomini. Una domanda sorge spontanea: perché mai, io donna, dovrei accettare una molestia facendola passare come complimento? perché devo sempre sentirmi il peso della mia femminilità addosso? perché devo avere paura di indossare una gonna della misura “sbagliata” e sentirmi giudicata per questo?

Sbagliato, è tutto sbagliato. Il dubbio, il pensiero negativo che si insinua nella mente delle donne, quello che immediatamente ti rende insicura di te stessa e ti spaventa. Il libro di Maura Gancitano racconta questo e molto di più, racconta dell’insostenibile fatica di essere donna.

Questo modo di intendere la presenza del corpo femminile nello spazio pubblico è innanzitutto estetico e decorativo, cioè spogliato del suo valore politico. Prima di essere una cittadina che si muove nello spazio pubblico, la donna è percepita come un oggetto da guardare.

Se non è questa un’imposizione di canoni e regole da fightclub, cosa lo è? Il dovere di mantenersi al meglio è comprensibile, ma alla fine di tutto, quando inizia il piacere? Ci è garantito o è forse una mera speranza? Troppe domande, e ancora troppe poche risposte. Il compito di questo libro è quello di aprire la mente, di cambiare il pensiero malato e il giudizio a cui siamo sottoposte costantemente.

Nel libro Specchio delle mie Brame, l’autrice ci introduce al profondo significato della parola bellezza. Che è ben lontana dagli stereotipi odierni. Viene introdotto il concetto di estetica, che è propriamente, come definisce l’autrice, la scienza delle sensazioni. Non è una questione di percezione visiva, ma è emotiva, empatica, tattile.

La bellezza ci circonda, la possiamo percepire in tanti modi differenti. Non possiamo essere così ciechi e bigotti, abbiamo il dovere di rispettarci e accettare il fatto, che possano piacerci delle particolarità che sono “out of the norm”.

Schiavitù uguale Bellezza? ll parallelismo che l’autrice compie attraverso il celebre libro di Pirandello: Uno, Nessuno,Centomila arriva diretto come un dardo. Il protagonista del libro, Vitangelo Mostarda dopo il commento della moglie sul suo naso entra in una fase di follia, paranoia. Si guarda allo specchio e non si riconosce più.

Non accade lo stesso anche oggi? la dottrina dei social, dei filtri alle foto e l’ossessione della perfezione ci domina. Siamo così ossessionati dal foto ritocco che forse ci piacciamo di più nella nostra realtà filtrata piuttosto che in quella reale. L’abuso dei trattamenti estetici, la chirurgia e le “punturine” hanno causato gravi casi di dismorfia, circa 1-2% della popolazione mondiale ne è affetta, e questi sono solo i casi segnalati.

Attraverso diverse testimonianze personali e riflessioni profonde, la Gancitano offre uno sguardo autentico e potente sulla condizione quotidiana delle donne e sulla necessità di sfidare e sovvertire questo mito. Quindi, Schiavitù uguale Bellezza?

“Specchio delle mie brame: La prigione della Bellezza” si rivela un testo imprescindibile per chiunque sia interessato a comprendere le complesse dinamiche della società contemporanea e a promuovere una visione più inclusiva e liberatoria della bellezza e dell’identità.

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