Se a carnevale ogni scherzo vale al Met Gala dovrebbe valere ogni look, o quasi. Anche quest’anno è arrivata la notte più glamour dell’anno e i vip sono stati in grado, ancora una volta, di distruggere il tema
Completi, cravatte e abiti tailor made: il Met Gala 2025 porta con se un tema profondo, quello del black dandy. Una forma di resistenza politica e sociale che parla della rivendicazione della comunità black attraverso l’estetica. Un argomento spinoso, ma perfettamente in attuale e anche in linea con il ritorno dell’eleganza maschile classica e rigorosa fatti di completi tre pezzi, camicie strutturate e mocassini. Per quanto riguarda il dresscode, invece, come già saprete la scelta è ricaduta su “tailored for you”, una celebrazione della sartoriali su misura sempre con un occhio di riguardo alla cultura black.
Insomma nonostante il tema impegnativo il dresscode doveva essere abbastanza semplice da interpretare. Ma la realtà supera sempre la fantasia e, anche quest’anno, il red carpet è stato una parata di look decisamente discutibili.
Orrori sul red carpet
Dua Lipa in Chanel

Dua Lipa, anno dopo anno, è diventata il terrore del Met Gala e questa volta si è superata. Il look, firmato Chanel (già una scelta azzardata), sembra un mix di vecchi costumi di carnevale tinti di un tristissimo nero e appiccicati insieme con dubbio gusto. Cosa rappresenterebbe questo mix and match di cattivo gusto?
Lisa in Louis Vuitton

Facciamo che l’idea della mutandina con la giacca vada bene, passino pure la Speedy di Vuitton che sembra comprata in spiaggia e i collant logati, ma la faccia di Rosa Paks ricamata sul pizzo della mutande non si può vedere. Questo è troppo anche per noi, davvero per celebrare la cultura black c’è bisogno di ricamare la faccia di un’attivista sulle mutande?
Paloma Elsesser in Ferragamo

Lei pare non avesse voglia di leggere il dresscode, chi può dirlo. Oppure le poste le hanno inviato in ritardo l’invito per il Met Gala 2022 dedicato alla Gilde Age, se no non si spiega. L’ultima volta che avevamo visto una stola in pelliccia era su Marylin Monroe in “A qualcuno piace caldo” e andava benissimo così.
Shakira in Prabal Gurung

Girano voci che Shakira stesse registrando la nuova stagione di “Il mio grasso grosso Matrimonio Gipsy” e pare non abbia avuto il tempo di cambiarsi. Ecco spiegate la meringa rosa che le è esplosa addosso e il capello con le onde in stile “Open to meraviglia” . Attinenza al tema non pervenuta.
Maya Hawake in Prada

Una sola domanda: Perchè? Per l’orrore di questo look non ci sono parole. Sembra il cosplay uscito male della bella addormentata nel bosco. L’abbinamento dei colori, se non sbaglio, è passibile di denuncia. Dalla faccia anche lei non è molto convinta della scelta, sulla borsetta stendiamo un velo pietoso (uno tipo il suo).
FKA Twigs in Wales Bonner

Dai Black Dandy al Grande Gatsby è un attimo. Lei è arrivata diretta dai preparativi per il capodanno tema anni ’20 della Parrocchia. Come arrivare da un dresscode sulla sartorialità ad un abito stile charleston è uno dei grandi misteri del mondo moderno. Freud le avrebbe chiamate libere associazioni, forse fin troppo libere.
Precious Lee in Prabal Gurung

Che dire? Certi look lasciano senza parole. Se il tema fosse stata Amanda Lear negli anni d’oro la ragazza sarebbe stata perfetta. La tutina glitterata alla Anna Pepe sul carpet del Met Gala, in effetti, ci mancava. Non riesco a capire come mai nessuno ci avesse mai pensato!
Hailey Biber in YSL

Il poco impegno di Hailey per questo Met Gala è sconcertante. Davvero pensava di cavarsela con un Blazer YSL, che sembra un minidress firmato Zara, e un paio di calze velate? Ma poi chi l’ha imbarcata in questi trampoli da cubista di 10 taglie meno della sua? Questo look mi irrita.
Simone Biles in Harbison Studio

Qui qualcuno è stato preso in giro, ammettiamolo. Ditemi che la Biles ha perso una scommessa o qualcosa di simile perchè questo outfit è un pugno dritto sui denti. Il colore, la forma, i dettagli tutto grida orrore. Sembra che le abbiamo appiccicato vecchie decorazioni natalizie su un vestito già terrificante.