Quanto è difficile prendere una decisione? Ogni scelta presa sembra definitiva e irrevocabile. La GenZ teme i rimpianti e il peso delle scelte si fa sentire
“Lo vedo chiaramente: ci sono due possibilità — si può fare questo o quello. Il mio onesto parere e il mio amichevole consiglio è questo: fallo o non farlo, ti pentirai comunque.”
Søren Kierkegaard, Aut-Aut
Viviamo in un’epoca in cui ogni scelta sembra definitiva. Scegliere cosa studiare, se continuare una relazione, se dire sì a quell’opportunità di lavoro all’estero o se restare nella comfort zone. Eppure, dietro ogni decisione importante, si nasconde una verità che raramente vogliamo affrontare: in un modo o nell’altro, ci sarà sempre una forma di rimpianto.
Il filosofo danese Kierkegaard lo aveva già capito nel XIX secolo. Con la sua celebre frase tratta da “Aut-Aut”, ci ricorda che il rimpianto non nasce solo dalle scelte sbagliate, ma anche da quelle giuste, perché ogni strada percorsa ne lascia mille altre inesplorate.
Perché temiamo tanto il rimpianto?
Nella cultura di oggi, la paura di fare la scelta “sbagliata” è alimentata costantemente. Scrolliamo TikTok e vediamo ventenni che vivono all’estero grazie al freelancing, influencer che sembrano avere vite perfette e carriere realizzate prima dei 25. In questo confronto continuo, ogni decisione personale sembra diventare il potenziale errore irreversibile.
La gen Z è una generazione che riflette, analizza, pianifica. Ma questo porta spesso alla paralisi. Rimandiamo. Aspettiamo “il momento giusto” e, intanto, cresce il rumore di quelle domande fisse nella nostra testa:
“E se l’avessi fatto?”
“E se avessi detto no?”
“E se avessi avuto più coraggio?”
La doppia faccia del rimpianto
Kierkegaard la chiamava “la malattia mortale”: la disperazione legata al senso di perdita, anche quando quella perdita è solo una possibilità mai vissuta. Ecco perché possiamo pentirci di aver detto sì… e allo stesso tempo di non averlo fatto. Perchè entrambe le strade comportano un sacrificio e nessuna ci restituirà la versione alternativa della nostra vita.
Sapere che nessuna scelta garantirà la felicità assoluta ci libera dall’ossessione per la perfezione. Ci permette di scegliere, non per evitare il rimpianto, ma per abbracciarlo come parte inevitabile dell’esperienza umana.
Vivere non è evitare il dolore, è attraversarlo
Ogni sogno, ogni desiderio, ogni passo fuori dal previsto comporta un rischio. Ma restare fermi, non scegliere, è un rischio ancora più grande, perché vuol dire rinunciare in partenza.
E allora? Come si vive sapendo che il rimpianto è inevitabile?
Forse così: scegliendo comunque. Accettando che il dolore di una decisione fa parte della bellezza della vita reale. Nessuna versione della tua vita sarà perfetta, ma ognuna, se vissuta con autenticità, sarà vera. Sarà tua.
Se ti stai chiedendo se vale la pena rischiare, sappi questo: il rimpianto non si può evitare, ma si può scegliere di viverlo con dignità. Scegli con coraggio, anche se fa paura. Scegli sapendo che entrambe le strade ti cambieranno.
Fallo o no, ti pentirai comunque.
Eppure, è proprio questo che rende ogni scelta degna di essere vissuta.