Al cinema Anteo di Milano è stato presentato il documentario “Dietro l’immagine: Walter Albini e la fotografia di moda”. Una retrospettiva sullo stilista che ha inventato il pret-a-porter milanese.
Walter Albini è una di quelle figure della moda cadute nell’oblio. Nonostante la sua innegabile importanza, infatti, Albini non è conosciuto al pari degli altri stilisti del suo stesso periodo. Per comprenderne l’importanza vi basta pensare che il termine “stilista” è stato invento proprio per lui dalla giornalista Anna Paiggi. Walter è riconosciuto come il padre del pret-a-porter milanese. La mente dietro il trasferimento della moda italiana da Firenze a Milano negli anni ’80. Colui che ha stretto il rapporto tra creativi ed industriali e molto altro ancora.

Il Museo del Tessuto di Prato, infatti, ha deciso di dedicargli una mostra che chiuderà il 30 novembre. “Walter Albini. Il talento, lo stilista” propone una visione completa di Albini attraverso materiale fotografico, pezzi d’archivio mai esposti e disegni inediti. Molti fotografi hanno aperto i loro archivi ai curatori Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini. Una donazione importante è stata fatta anche da Paolo Rinaldi, storico collaboratore di Walter Albini.

La mostra evidenzia il rapporto tra lo stilista e la fotografia. Simbiosi indagata nel documentario “Dietro l’immagine: Walter Albini e la fotografia di moda” curato da Federico Poletti e Arianna Sarti. 6 interviste a personaggi che, quasi tutti, Walter l’hanno vissuto e che raccontano la verità dietro il suo rapporto con la fotografia. Intervengono nel breve documentario Lucia Miodini, Fiorenzo Niccoli, Maria Vittoria Backhaus, Carla Sozzani, Paolo Castaldi ed Emanuele Randazzo. Dalle interviste nasce un ritratto inedito di Walter, un uomo di grande talento affascinato dalla bellezza.

Se oggi vestiamo unisex è grazie a Walter Albini. Per la prima volta, all’inizio degli anni ‘70 crea capi uguali per taglio e colore per uomo e donna. Lo chiama unimax e anticipa di più di 50 anni il concetto, ancora discusso, di Gender Fluid. Anche la politica scende in passerella da Albini. Negli anni delle contestazioni e delle brigate rosse crea la collezione guerriglia urbana. Le modelle vestono come dei manifestanti con passamontagna e capispalla stile eskimo. È di Walter la geniale intuizione che la strada può essere ispirazione per la passerella. È uno dei primi a ci capire la moda come materia da museo presentando una collezione nella prestigiosa galleria Gio Marconi di Milano. Per l’occasione non sceglie modelli, ma si fa fotografare indossando i capi della collezione da diversi fotografi.

La sua genialità e la sua irriverenza non finiscono qui. Storica la mostra fatta da Walter in un sexy shop di Brera in cui espone falli vestiti come i più famosi designer del tempo. Paolo Rinaldi racconta che il primo fotografo ad entrare fu quello di “Famiglia Cristiana” che, per ovvi motivi, decise subito di uscire!

Albini fu anche, forse, l’ultimo stilista a potersi permettere l’atteggiamento da divo che contraddistingueva la figura. Le cronache raccontano che, dopo una critica di Adriana Mulassano, Walter le vietò l’ingresso ad una sfilata con un cartello. Per solidarietà tutte le altre giornaliste abbandonarono lo show, esclusa Anna Piaggi. Ma di certo Walter non se ne preoccupò!
Un genio dimenticato, una meteora cha cambiato il mondo, luna vita al ricordo di Walter Albini!
Foto: Pinterest