Da Gianfranco Ferré a Elio Fiorucci, fino a Salvatore Ferragamo e Walter Albini. La moda rende omaggio ai maestri del Made in Italy.
Gianfranco Ferré tra ragione e sentimento – Legnano
Dal 7 settembre al 6 ottobre. In occasione del Centenario di Legnano, la Sala degli Stemmi di Palazzo Malinverni offre uno sguardo approfondito sull’approccio del celebre stilista legnanese Gianfranco Ferré, capace di fondere razionalità e creatività, architettura e moda.
Curata dal Centro di Ricerca Gianfranco Ferré del Politecnico di Milano, la mostra di moda si concentra su uno dei simboli emblematici e strettamente correlati all’animo dell’artista in questione: la camicia bianca.
1969, laurea in architettura presso il Politecnico di Milano, e per sempre soprannominato “l’architetto della moda”. La formazione tecnica influenzò profondamente lo stile distintivo che l’ha consacrato leggenda nel fashion world.
I capi si distinguono per il taglio rigoroso, i volumi strutturati e i drappeggi architettonici, capaci di rendere le sue creazioni riconoscibili nel vasto panorama internazionale. Le camicie bianche, divennero il simbolo del suo approccio innovativo al design, con dettagli scolpiti quali colli drammatici e pieghe complesse, combinazioni di semplicità e raffinatezza.
La mostra di moda, a cura dell’architetto Martino Berghinz, si sviluppa attraverso una selezione di disegni tematici e capi d’abbigliamento. Questi ultimi evidenziano i principi fondamentali del linguaggio creativo di Ferré: corpo, materia, colore, dettaglio, volume e movimento. I disegni sono disposti in maniera ordinata lungo i pannelli perimetrali della sala, mentre le camicie sono esposte su una piattaforma circolare, animate da meccanismi rotanti che conferiscono all’installazione un tocco di leggerezza e dinamismo. L’allestimento richiama lo stile sobrio e geometrico del maestro, con linee pulite e contrasti bianco-nero che dialogano armoniosamente con l’eleganza della Sala degli Stemmi.
Un ulteriore elemento innovativo è l’integrazione di una connessione digitale con l’Archivio Ferré. Permette ai visitatori di accedere a immagini e video inediti, arricchendo l’esperienza visiva e offrendo una comprensione più approfondita dell’opera del designer.
La mostra di moda è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 15:00 alle 19:00. Il sabato e la domenica sarà aperta anche il mattino dalle 10:00 alle 12:30. L’ingresso è gratuito.
Elio Fiorucci: “Il Duchamp della Moda Italiana” – Milano
6 novembre 2024 – marzo 2025, scenografie e allestimenti firmati Fabio Cherstich celebrano una delle figure più influenti nella moda e nella cultura pop: Elio Fiorucci, per Gillo Dorfles “il Duchamp della moda italiana”.
La mostra di moda alla Triennale di Milano rappresenta un’occasione imperdibile per esplorare le molteplici dimensioni creative dello stilista, imprenditore, designer visionario e cool hunter.
Nato a Milano, classe 1935, ha rivoluzionato il costume contemporaneo a partire dagli anni Sessanta. Il suo primo negozio in Galleria Passarella, fu un vero e proprio laboratorio creativo, in grado di combinare abbigliamento, musica, arte e oggetti inediti provenienti da tutto il mondo. Con un approccio irriverente e ironico, Fiorucci abbatté i confini tradizionali della moda. Gettò le basi per quello che sarebbe diventato il modello del “concept store moderno”. Un punto di incontro per diverse forme di espressione culturale, in grado di proiettare l’Italia sulla scena internazionale degli anni ’70 e ’80.
I suoi negozi, erano quasi indefinibili come semplici spazi di vendita. Conosciuti per essere veri e propri luoghi di aggregazione, in cui svolgere happening, performance e concerti, e attirando intellettuali, artisti e performer di risonanza globale.
Attraverso la voce dello stesso Fiorucci, la retrospettiva alla Triennale ripercorre momenti personali della sua incredibile vita e carriera. Tutto questo è possibile grazie alle numerose registrazioni inedite, messe in dialogo con altri protagonisti del suo tempo.
L’approccio intimo e immersivo permetterà ai visitatori di sentirsi vicini non solo al genio creativo, ma anche alla sua visione imprenditoriale innovativa, che ha saputo anticipare tendenze e rivoluzionare il concetto di moda italiana.
Salvatore Ferragamo 1898-1960 – Firenze
Documenti reali, fotografie e oggetti inediti, ricostruiscono le tappe più importanti della vita dell’immortale calzolaio dei sogni: Salvatore Ferragamo. Attualmente in corso a Palazzo Spini Ferroni di Firenze, la mostra è stata pensata in occasione del centenario dall’apertura del primo negozio l’Hollywood Boots Shop.
Il punto vendita sorge di fronte al celebre Grauman’s Egyptian Theater, noto per ospitare spettacoli e première cinematografiche. Iconica fu la proiezione di “The Ten Commandments” diretto da Cecil B. DeMille, per il quale Ferragamo realizzò le calzature dei protagonisti. Fu questo successo a valergli il soprannome di “Shoemaker to the Stars”, il calzolaio delle dive, proiettandolo verso una carriera internazionale che lo rese uno dei grandi protagonisti della moda.
Da quel momento, la produzione del creativo si diversificò, spaziando dalle scarpe per il cinema a quelle per il teatro e per il balletto. Per celebrare il centenario di questo storico traguardo, è nato un progetto che ripercorre la vita e la carriera del genio in questione.
Il percorso espositivo è il risultato di un approfondito lavoro di ricerca, che ha visto collaborare archivisti e storici per ricostruire le fasi principali della vita di Ferragamo. Dalla nascita in un paesino dell’Irpinia fino alla consacrazione ad Hollywood, passando per le collaborazioni con le celebrità mondiali e gli artigiani fiorentini.
Immagini della sua storia professionale si incrociano con quelle private. Creazioni iconiche, ispirazioni e brevetti si alternano all’immagine di Marylin Monroe, Humprie Bogart e tante altre celebrità che hanno riconosciuto in Salvatore Ferragamo la storia del costume e la creatività italiana.
Le creazioni non sono presentate solo in ordine cronologico come opere d’arte, ma come documenti vivi che raccontano la sua capacità imprenditoriale e innovativa. La profonda conoscenza anatomica del piede umano, la maestria artigianale e l’uso di materiali e ispirazioni, attingono al mondo dell’arte e della cultura, sia antica che contemporanea.
La mostra di moda “Salvatore Ferragamo 1898-1960” non è una semplice esposizione. È una vera e propria “bobina della memoria”, che ripercorre l’eredità di Ferragamo e il valore del suo contributo alla moda, intesa come portatrice di un messaggio culturale, denso di valori e di significati.
Walter Albini. Il talento, lo stilista – Prato
“Questo designer e stilista di prêt-à-porter parla della moda con umana gentilezza“, si legge su un numero di Vogue Italia del 1967. “Preferisce il prêt-à-porter perché va incontro alla vita. Perché è per tutte le donne e le aiuta a non rinunciare“. Le creazioni di Albini rappresentano esattamente questo, e lo si coglie chiaramente osservando una collezione di oltre 1.700 abiti, accessori e disegni, attraverso cui si può ricostruire la cronologia che delinea la sua figura quasi leggendaria.
In occasione del 40º anniversario della sua scomparsa, si celebra il leggendario Walter Albini, con una mostra che ne ripercorre l’intera carriera.
L’esposizione, aperta al pubblico dal 23 marzo al 22 settembre 2024 al Museo del Tessuto di Prato, si articola su due piani. Il primo dedicato agli anni formativi e alle collaborazioni con Baldini e Krizia. Il secondo invece, è diviso in due sezioni: una dedicata ai suoi progetti più iconici sotto il marchio WA e Misterfox, l’altra ai ritorni in passerella in cui è evidente un evoluzione di stile e di logica progettuale.
Una grande mostra che con più di 300 elementi, tra disegni, bijou, tessuti e abiti, racconta oltre un ventennio di produzione di un pioniere assoluto del Made in Italy: stilista, padre nobile del prêt-à-porter e del total look. Tra gli oggetti compaiono anche fotografie personali dello stilista utili nell’associare il talento ad un volto e, soprattutto, ad un essere umano.
“Walter Albini. Il talento, lo stilista” invita anche riflettere su come la visione di Albini, abbia contribuito a trasformare Milano nella capitale della moda e il prêt-à-porter in un fenomeno globale.
Foto: Facebook, Legnanonews, fashionnetwork, eventiatmilano, artsupp, firenzetoday, exibart.