«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»
Così recita il primo articolo della Costituzione Italiana, un memorandum pronto a ricordarci i nostri diritti ma anche i nostri doveri patriottici, che sono impressi nero su bianco dal 1 gennaio del 1948. Nei prossimi giorni si terranno le elezioni Europee e le ordinarie comunali in alcune regioni. Tutta Italia è chiamata ai seggi ad esercitare la propria “sovranità” esprimendo il proprio voto, per tutelare il proprio futuro e garantire che i propri diritti vengano rispettati e rappresentati.
Ma quanta gente correrà effettivamente alle urne per esprimere il proprio voto di preferenza?
La situazione sembra essere drammatica, l’interesse delle nuove generazioni è fortemente in calo. Infatti gli “sconfitti” o i “delusi” politici potrebbero raggiungere fino il 50%. Se pensiamo che, durante le prime elezioni Europee del 1979, l’affluenza alle urne in Italia registrò l’85,65% di voti, il disinteresse per il futuro che palesano le giovani generazioni è un dramma contemporaneo senza precedenti. Questo Key-point colloca principalmente l’attenzione sul pessimismo e la sfiducia che il segmento giovane dei votanti nutre per il futuro.
Ma perché le persone praticano astensione elettorale olimpica?
Disillusione, Frustrazione, Indifferenza e Apatia. Questi sono i sentimenti che pervadono la mente degli astensionisti. Non sentirsi pienamente rappresentati da nessun candidato, non credere che il loro voto possa fare la differenza oppure che i politici siano realmente interessati a risolvere i problemi del paese. Queste sicuramente sono le tematiche più discusse tra un caffè e un aperitivo al bar.
Ragioni motivate e comprensibili, senza dubbio. Ma come diceva il grande Mahatma Gandhi
Ma come pensiamo di poterlo cambiare senza lottare per esso e i nostri diritti?
Affrettarsi alle urne e esprimere la propria opinione è un diritto e un dovere civico che non dovremmo mai dare per scontato. Ripercorrendo la storia, torniamo un secondo al primo suffragio universale. Quel principio secondo il quale tutti i cittadini di un Paese, indipendentemente da reddito, genere, etnia, orientamento sessuale, possono esercitare il diritto al voto.
Voi sapevate che prima di tutto ciò il diritto al voto era un privilegio solo delle classi agiate? Diritto che il gentil sesso ha conquistato solo in seguito. Tutto questo grazie alla determinazione delle “suffragette”. Movimento che, con grande determinazione, ha manifestato finché non fu effettivamente concesso.
Nella storia, innumerevoli personaggi si sono battuti per ogni singolo diritto che questa civiltà ha acquisito. Sicuramente avrete sentito parlare di un certo personaggio di nome Nelson Mandela, che morì facendo ciò che amava di più, lottare per la giustizia e i diritti della comunità Nera.
Ci si potrebbe dilungare per ore ma, la conclusione resta la medesima: il voto è un diritto acquisito grazie a persone che hanno lottato per garantire stabilità e sicurezza, ed è nostro dovere continuare a lottare per la nostra libertà in tutte le sue forme, e perché no, portare innovazione e miglioramento in un sistema che ad oggi non sembra più essere così funzionale.