La campagna elettorale si sposta su Tik Tok

da | CULTURE

Siamo in fase di campagna elettorale. Le elezioni europee si terranno tra poco più di una settimana (8 e 9 giugno). Tutti, da destra a sinistra, stanno spostando la campagna elettorale su Tik Tok. Ma è una strategia vincente?

Fino all’altro ieri le campagne elettorali vivevano di affissioni e volantinaggio. Nelle piazze c’erano i banchetti, le bandiere e qualche rappresentati del partito che dialogavano con i passanti. E poi i comizi politici che dagli auditorium si sono spostati alle emittenti televisive, oggi invece è tutto su Tik Tok.

Compatibilmente con il cambiamento della società anche la politica è rimasta al passo con i tempi, per lo meno quanto a strategie di comunicazione. I social sono diventati la nuova piazza. Ogni partito ha la sua pagina e tutti i rappresentati contribuiscono a condividerne gli ideali. I programmi elettorali sono veicolati attraverso video e post che vogliono arrivare a più pubblico possibile.

Il target è, chiaramente, quello della Gen Z. Secondo uno studio pubblicato da La Repubblica a marzo 2023, infatti, il 14% della generazione Z utilizza Tik Tok per infornarsi. Contro il 2% di tutti gli altri gruppi anagrafici analizzati. Ecco che allora la campagna elettorale prende le forme più disparate. Dai video Tik Tok, ai reel instagram passando per post di ogni genere.

Pensandoci un contenuto social non ha uno scopo tanto diverso rispetto ad una campagna elettorale. Tutti e due puntano ad arrivare al bacino d’utenza più alto possibile in modo da guadagnare la fiducia dei più. Come sui social si intercetta il trend da seguire la politica, almeno per la maggior parte dei casi, cerca di carpire i più impellenti bisogni dei cittadini. 

Sembrerebbe allora tutto normale. Con il cambiamento delle abitudini cambiano anche le abitudini politiche, è ovvio. A far storcere il naso sono le modalità con cui la politica si è spostata su Tik Tok. L’ultima campagna elettorale, in effetti, sta utilizzando delle strategie tipiche del mondo social. Tra i post di campagna elettorale si scorgono diversi Meme. Virali sono stati quelli pubblicati da Matteo Salvini per la campagna della Lega. Vignette nate con lo scopi di evidenziare un “problema” (almeno secondo il partito) che, in men che non si dica, sono diventate virali, tra chi le riposta con voglia di affermazione e chi le sbeffeggia. Partiti diametralmente opposti come Più Europa, per esempio, hanno ripubblicato gli stessi post evidenziandone la contrarietà. 

Qualunque sia l’idea politica la domanda è:

Può essere una strategia efficace?

Quanto a raggiungimento di persone lo è senza dubbio. Basti pensare al fatto che questi post siano diventati immediatamente virali. Fa un po’ pensare riguardo il tema dell’istituzionalitá della comunicazione. È giusto che la politica si sposti toccando gli interessi e le vie di una generazione che non va alle urne, ma è questo il modo giusto. 

Pare che i politici si muovano sui social come dei boomer che non sanno come utilizzarli così da diventare sempre meno interessanti e sempre più ridicoli per la Gen Z.