Il Salone del mobile 2024 ha risvegliato la passione per i poster. La Gen Z torna ad apprezzare un oggetto che ha caratterizzato la sua infanzia e preadolescenza. Dal paginone centrale di “Big” al poster rosso Ancora di Gucci è un attimo!
Il successo del Fuorisalone 2024 ha dato vita ad innumerevoli trend: uno di questi sono i poster. Tra gli omaggi dell’evento, infatti, insieme alle tanto osannate tote bag ci sono stati i famosissimi cartelloni. Primo tra tutti quello di Gucci regalato all’edicola in Piazza San Babila. Per anni sono passati in sordina e nessuno ne parlava più, ma il poster è stato, nel tempo, l’oggetto del desiderio di generazioni e generazioni di giovani!
Nati tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 i poster hanno iniziato la loro vita come semplici cartelloni pubblicitari. Manifesti di prodotti oppure di bar e locali notturni che hanno fatto la storia. Agli inizi del ‘900 sono stati la tela di grandi artisti dell’art déco, ma è più avanti che diventano oggetto del desiderio dei giovani. Con l’arrivo degli anni ‘50 e delle grandi star del rock i poster iniziano ad occuparsi dei loro concerti e diventano il cuore delle strategie pubblicitarie.
Con l’arrivo degli anni ‘80 il concetto di poster cambia radicalmente. Da oggetto pubblicitario diventa complemento d’arredo per le camere degli adolescenti. Sono riviste per ragazzi come “Cioè” a diffondere la moda del poster nel paginone centrale del giornale (pratica già diffusa sulle pubblicazioni erotiche come Playboy). Così le camere degli adolescenti, dagli anni ‘80 al primo decennio del 2000, si sono riempite di cartelloni raffiguranti i loro idoli.
Una parte della Gen Z, quelli nati tra il 1997 e il 2005, probabilmente è stata l’ultima generazione a subire il fascino dei poster. Nonché gli ultimi acquirenti delle riviste per adolescenti come “Big” e “Cioè”. Questa parte di generazione, che per ultima si è recata in edicola la domenica a comprare il nuovo numero del giornalino per scoprire il paginone centrale della settimana, oggi torna a sognare con i nuovi poster.
Sui manifesti non ci sono più le star di Disney Channel stampate su carta patinata, al contrario i nuovi poster hanno acquisito una forma più raffinata e “aesthetic”. Il poster del terzo millennio non è più un’ammissione di devozione verso un personaggio famoso, piuttosto una specie di opera d’arte. Sono esteticamente più appaganti, non raffigurano più solo personaggi pubblici e vengono trattati come veri e propri quadri. Ieri erano attaccati con lo scotch a armadi e pareti (spesso rovinate irrimediabilmente) oggi vengono incorniciati e appesi al muro in maniera ordinata e precisa.
Il poster è il nuovo quadro. Meno impegnativo, più moderno e, soprattutto, più economico. Da quelli vintage a quelli contemporanei i cartelloni stampati sono e saranno appesi ai muri di tutte le case della Gen Z. Almeno fino a quando si deciderà che i grandi quadri su tela sono tornati cool.