James Cook: l’artista della macchina da scrivere

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Con oltre cento macchine da scrivere d’epoca, James Cook reinventa il concetto di arte, battendo un carattere alla volta la sua visione del mondo

Quando le prime macchine da scrivere fecero la loro comparsa sul mercato nel 1874, si imposero subito come strumenti indispensabili per la scrittura e la comunicazione. Nessuno, però, avrebbe potuto immaginare che, a più di 150 anni di distanza, sarebbero diventate un mezzo per creare arte visiva.

Oggi l’artista londinese James Cook dà nuova vita a queste affascinanti reliquie del passato. Con una collezione di oltre cento macchine da scrivere vintage, realizza opere d’arte straordinarie e irripetibili, composte interamente da lettere e simboli battuti a mano con precisione e creatività.

L’arte nascosta tra le lettere

Le opere di James Cook, fitte vedute urbane e ritratti di sorprendente dettaglio, ricordano a prima vista disegni a inchiostro o a carboncino. Ma basta avvicinarsi per scoprire qualcosa di straordinario: ogni linea, ombra e trama prende forma dall’intreccio di lettere, simboli e segni di punteggiatura.

Con tocchi calibrati, l’artista dosa la pressione dei tasti per creare delicate variazioni di tono e profondità, dando vita a immagini che sembrano respirare. In alcuni dei suoi intricati “paesaggi tipografici” si nascondono persino parole e frasi che rimandano alla scena raffigurata. Piccoli segreti racchiusi tra i caratteri della macchina da scrivere.

L’incontro casuale di Cook

L’interesse per le macchine da scrivere nasce quasi per caso, nel 2014, durante un progetto artistico scolastico. Gli era stato chiesto di studiare artisti capaci di utilizzare la tecnologia in modo creativo. In quella ricerca, Cook si imbatte nella figura di Paul Smith. Artista americano affetto da paralisi cerebrale che, nonostante le difficoltà, realizzava opere straordinarie con una macchina da scrivere.

La forza e l’ingegno di Smith lo ispirarono profondamente, tanto da spingerlo a tentare la stessa strada. Così iniziò la sua avventura artistica, battendo i primi tasti su una Oliver Courier verde lime degli anni Cinquanta. 

La pazienza dietro ogni battitura

Il lavoro di Cook richiede una pazienza fuori dal comune, una concentrazione assoluta e una mano incredibilmente ferma. Ogni disegno può richiedere da tre a quattro settimane di lavoro. Il risultato finale può contenere oltre un milione di caratteri: lettere, numeri e segni di punteggiatura digitati uno a uno.

Devi lavorare con un set fisso di strumenti,” spiega Cook. “I quarantacinque tasti di una tipica macchina da scrivere ti costringono a pensare in modo diverso. Ho dovuto inventare i miei metodi per creare ombre e trame, utilizzando solo ciò che una tastiera può offrire.”

Foto: Ig profile @jamescookartwork