Victor Hart ha fondato il suo brand a Bologna. Un marchio dove il Made in Italy e l’identità ghanese si fondono e creano vestiti di silhouette sartoriali e tradizioni che portano avanti un proposito
Victor Hart, tra Ghana e Bologna
Victor R. B. Abbey-Hart, stilista con grandissima voglia di fare e di essere riconosciuto.
Voglia di rappresentare la sua terra con tocchi delle sue origini. Nato nella città di Saltpond al sud del paese africano, inizia il suo percorso nella moda nel 2015 con un brand di nome “Gavachy”. Si forma alla Haute Future Fashion Academy a Milano e nel 2022 inizia la sua start-up “Victor Hart” con un modello di moda consapevole,
Inizia da piccolo con una curiosità affascinante. In un’intervista con Style Magazine racconta che un suo cugino da Londra l’ha portato prodotti europei in Ghana ed è rimasto incantato. Era interessato all’origine di quei prodotti e la sua creazione. Portare la cultura africana e non dover continuare a vedere l’appropriazione e gli usi impropri delle culture non occidentali.
Il processo e il percorso di Victor Hart
Trova l’ispirazione in tutto e questo include le persone che camminano in giro a Bologna, “credo che tutto ciò che incontro avvenga per una ragione”. Magari siete stati ispirazione di Victor Hart e non lo saprete mai. Alcuni dei suoi referenti sono personaggi come Virgil Abloh, John Galliano e Rei Kawakubo che invece di pensare ai prodotti “vendibili”, usa la moda come un vero spazio creativo e alla forgiatura e la trasformazione dei capi.
Ci deve essere sempre un intenzionalità nella moda, e lui lo sa ed è questa una delle ragioni per cui ha guadagnato posizioni e visibilità nel mondo della moda. Finalista dei CNMI Fashion Trust 2024, è stato selezionato da MAX&CO per collaborare con il team creativo del brand. È stato anche vincitore anche del Creativity Startup del 2022 dove aveva vinto grazie all’assegno del pubblico e dal 2020 al 2022 è stato il direttore creativo di Vicini D’Istanti, un progetto sostenibile a Bologna.

“Afro-Fashion”
Capi che danno energia e sono stati definiti come un Made in Italy futuristico. Victor Hart lavora molto sull’artigianato, sia quello italiano che quello ghanese. Una dettagliata ricerca di tessuti che fondono la tradizione sartoriale con l’influenza militare e i suoi diversi capi. con silhouette geometriche e futuristiche.

Si è specializzato nella lavorazione del denim e ha puntato tutto sulla artigianalità. Come descritto da lui “la vera artigianalità, anche nella sua forma più silenziosa, va oltre ciò che si vede.” Ore di lavorazioni e pensiero che vanno dietro una collezione, il tempo di chi con desiderio di crescere e passione le sviluppa.
Usare la moda per dire qualcosa
Victor Hart porta anche una forte critica al consumismo attuale. Trend e brand virali che dietro milioni di visualizzazioni non hanno niente. Né conoscenza né un’identità concreta, solo seguire tendenze e fare rumore. Si vuole cavalcare l’onda dei social e la facilità con cui si può andare virale su Tiktok. Alla fine, gli urli disperati per un nuovo e innovativo paio di jeans si zittano. “Gli acquirenti di Victor-Hart sono molto interessanti, perché si avvicinano a capi con un DNA davvero unico”.
La voglia e la volontà di rivoluzionare noi stessi. Quello è il desiderio del marchio ghanese-italiano di Victor Hart. Influenzato dal suo paese e le lavorazioni hand-made, i suoi capi si evolvono e quello che si presenta come un problema, lo stilista lo vede come un punto di partenza verso una soluzione. Non si cerca la perfezione ma si trasmette qualcosa quando si indossa un suo capo.

La bellezza superficiale l’abbiamo già vista
La sua bellezza ideale non comprende canoni estetici ma autenticità. L’essere se stessi ed esprimersi senza paura. Con responsabilità, valori etici e qualità, Victor Hart sta creando un nome proprio nella moda e aprendo nuove strade per altri stilisti africani che sognano di lavorare nella moda.
La moda è un mondo a cui tutti appartengono anche se non sono consapevoli. Ma come si puo dire che l’Italia non è un paese razzista e che le opportunità sono uguali per tutti quando un referendum di 2 mesi fa prova esattamente il contrario. In un paese in cui il 35% delle persone si è mostrata contro una legge che avrebbe solo ridotto gli anni di residenza degli immigrati.
I soldi sono scarsi e si paga quello che si merita di essere pagato. Non trovando quelle opzioni si ricade sempre nel fast-fashion che pur avendo una qualità penosa, è simpatico con il proprio portafoglio. Comprare moda di qualità è diventato un investimento. Ricercare capi, leggere storie, riconoscere la qualità.
Anziché girare i diversi Zara del mondo per ore, educare sui capi che valgono la pena e stilisti che giorno dopo giorno fanno del suo marchio una voce. Victor Hart vuole educare ed essere parte dei marchi che hanno un senso e qualcosa da dire, a cosa si oppongono, cosa hanno in comune con noi e come noi possiamo essere portavoci di valori e non denunce.

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