I brand di bellezza puntano sul potere del cibo per stimolare i sensi e rendere i loro prodotti irresistibili. Dalle mousse che sembrano dessert ai rossetti che evocano caramelle: il marketing sensoriale parla la lingua del gusto.
Avete presente quella crema viso color vaniglia, presentata su un piattino da dessert accanto a un éclair al cioccolato? O quel balsamo labbra rosa confetto, spalmato su una madeleine come fosse glassa? Non è un errore di styling né un cortocircuito tra cucina e beauty: è l’ultima frontiera del marketing sensoriale.
I brand di bellezza stanno sempre più spesso accostando i loro prodotti a immagini food, in particolare della pasticceria. E no, non è solo una questione estetica: è neuroscienza applicata alla seduzione del consumatore.

Non solo bello, ma anche “buono” (per il cervello)
Il principio è semplice quanto potente: nulla attiva i nostri sensi — e quindi le nostre emozioni — come il cibo. Anche solo vederlo può stimolare le stesse aree del cervello che si accendono quando lo mangiamo davvero.
Quindi, se vediamo una mousse al cioccolato accanto a una crema corpo, il nostro cervello fa un salto, e il messaggio non è più solo “idratazione”, ma piacere, comfort, appagamento. In altre parole: voglia.

Marketing seonsoriale: i 5 sensi come leva emotiva
Questa strategia si basa sull’attivazione dei 5 sensi: vista, olfatto, gusto (anche se solo immaginato), tatto e perfino udito (pensate allo scrocchiare di una cialda evocato da una texture scrub).
L’obiettivo? Connettersi con le persone a livello emotivo. Un profumo può ricordare un abbraccio d’infanzia, una texture soffice può riportarci al momento in cui affondiamo il cucchiaino in un tiramisù, e quella tonalità panna montata può evocare un brunch domenicale.

Associazioni mentali e acquisti istintivi
Il cervello adora le associazioni. Quando un prodotto è legato a un cibo specifico — soprattutto dolci — scatta un meccanismo psicologico ben preciso: la curiosità si unisce al desiderio, e l’oggetto in questione diventa improvvisamente “più buono”, più invitante, più nostro.
Funziona più o meno così: Mmmm, cioccolata… ah no aspetta, è una crema, però sembra una ganache… che golosità, deve essere fantastica sulla pelle. Ok, la compro.

Dessert per la pelle (senza calorie)
E così, nei packaging, nelle campagne social e nelle vetrine, spuntano macaron, marshmallow, mousse, praline e panna cotta.
Non si tratta di volerci “ingannare”, ma di suggerire una sensazione: questo prodotto è un piacere per te. È comfort food per la pelle, coccola per l’anima, dessert senza sensi di colpa.

Il segreto? Farci sentire bene
Alla fine, siamo creature emotive. Compriamo quello che ci fa sentire bene.
E se una crema al burro di karité ci fa pensare a un croissant caldo, o se un rossetto ciliegia ci ricorda una caramella rubata da bambini, ecco che l’acquisto diventa quasi inevitabile.
D’altronde, come si può resistere a qualcosa che sa di buono, anche se non si mangia?
Foto copertina: Audrer