Tre mostre, tra Milano e Firenze, regalano nuove prospettive
Ci sono momenti in cui l’arte si trasforma in specchio. Non uno specchio liscio e accomodante, ma uno di quelli incrinati, taglienti, che riflettono la realtà nella sua crudezza. Milano e Firenze, con tre mostre d’impatto, accendono i riflettori sulle contraddizioni del contemporaneo, sull’identità, sul corpo, sulla memoria. Perché oggi più che mai, l’arte non è un mero esercizio estetico, ma un’arma, un grido, una domanda senza risposta.
Da Cindy Sherman a Francesco Vezzoli: 80 Artisti Contemporanei – Palazzo Reale, Milano
Milano, capitale dell’arte contemporanea? Forse sì, se ha il coraggio di portare a Palazzo Reale una mostra che non fa sconti a nessuno. 140 opere, 80 artisti, un viaggio tra il corpo e la sua metamorfosi, l’identità e la sua disgregazione, il desiderio e la censura. Cindy Sherman ci apre le porte con le sue fotografie enigmatiche, mentre Francesco Vezzoli gioca con l’iconografia del potere e dell’immagine pubblica. E poi c’è tutto il resto: il sesso, la politica, la fragilità umana raccontata attraverso il ritratto, il simbolismo, la provocazione. Un percorso che non è solo estetico, ma etico, sociale, psicologico. L’arte come atto di resistenza contro l’oblio.



Messaggere – Museo Novecento, Firenze
Le donne. Sempre loro, sempre al centro. Non per posa, non per convenienza, ma perché se c’è qualcuno che ha sempre fatto la storia senza essere riconosciuto, è proprio il genere femminile. Messaggere al Museo Novecento di Firenze è un omaggio a questa resistenza silenziosa e perenne. Artiste che raccontano il mondo con occhi diversi, con un linguaggio che rifiuta il patriarcato imposto da secoli di arte “maschile”. Qui i corpi non sono solo oggetti del desiderio, ma territori di lotta, di riconquista. I volti, le mani, le rughe, i silenzi: tutto parla, tutto chiede ascolto. Non una mostra, ma un manifesto.



Antonio Colombo Contemporary Art e Montresso Art Foundation – mostre tra Milano e Marocco
Dal cuore pulsante di Milano alle terre rosse del Marocco. Una connessione tra due mondi, tra due culture, tra due modi di intendere l’arte. La Montresso Art Foundation si fa ponte tra tradizione e avanguardia, tra estetica e politica. Antonio Colombo Arte Contemporanea celebra questo dialogo assegnando il Residency Award a Guido Bisagni (108), uno degli esponenti più radicali dell’arte urbana italiana. Il graffito diventa astrazione, il segno si fa simbolo, il linguaggio visivo si trasforma in codice segreto da decifrare. Qui non si tratta solo di arte, ma di identità collettiva, di città che raccontano storie sui muri, di confini abbattuti dall’immaginazione. Perché l’arte, se non è ribellione, non è niente.


Tre mostre, tre sguardi sul mondo. Milano e Firenze si confermano non solo capitali dell’arte, ma arene di dibattito, di scontro, di risveglio. Non basta più contemplare. Bisogna interrogarsi, bisogna discutere, bisogna lasciare che l’arte ci scuota. Perché oggi, come sempre, solo chi ha il coraggio di farsi domande può davvero sperare di trovare risposte.
Photocredits: Press kit – Rota&Jorfida Communication and PR, Ufficio Stampa FondazioneGiuseppe Iannaccone, Lara Facco P&C