La rubrica mensile ideale per conoscere coloro che hanno scritto la storia della fotografia di moda. I protagonisti di oggi sono: Cecile Beaton, George Hoyningen-Huene e Horst
La fotografia di moda negli anni ’20 e ’30
Un turbine di eleganza e innovazione. Scatti iconici che continuano ad ispirare ancora oggi. Un mondo che sta evolvendo, e l’arte che ne coglie l’essenza più bella e profonda. La fotografia di moda negli anni Venti e Trenta ha segnato un’epoca straordinaria, in cui arte e sperimentazione si fondono insieme per dar vita ad un nuovo concetto di bellezza e di immagine. Un momento in cui nascono i primi shooting ambientali e a colori.
In questo periodo, tre nomi in particolare hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della fotografia di moda. Parliamo di Cecil Beaton, George Hoyningen-Huene e Horst. Scopriamo insieme questi personaggi e alcune delle loro fotografie più celebri.
Cecil Beaton: un visionario di moda
Cecil Beaton non era solo un fotografo, era un creatore di mondi. La sua personalità unica lo spinse, fin da giovanissimo, ad esplorare il glamour, ben prima che la parola stessa diventasse di uso comune. Ogni sua immagine era un sogno che prendeva forma, e una fusione perfetta tra moda e teatralità. La sua estetica sfarzosa e sofisticata ha saputo catturare l’essenza (e appunto, il glamour) delle grandi dive del cinema, come Audrey Hepburn, Greta Garbo, Elizabeth Taylor e Marylin Monroe, rendendole icone senza tempo. Ma non solo. Divenne fotografo anche di artisti, aristocratici, rockstar, e reali inglesi, tra cui anche la regina Elisabetta II, creando ritratti che sfidavano le convenzioni dell’epoca.


Avete presente la storica foto di Wallis Simpson (Duchessa di Windsor) che indossa il celebre abito aragosta di Schiaparelli? Fu proprio lui a scattarla per un servizio di Vogue.

Una curiosità sul suo lavoro? Se solo fosse esistito Photoshop, ne avrebbe fatto il suo strumento segreto! I suoi ritratti, infatti, subivano spesso ritocchi per eliminare ogni imperfezione. Rughe cancellate, capelli fuori posto sistemati, ogni minimo dettaglio levigato, per offrire al mondo un’immagine idealizzata e impeccabile di ciò che ritraeva. Un vero precursore, diremmo oggi. In realtà, la sua maestria stava nell’utilizzo di tecniche manuali di ritocco: ritagliava e montava le stampe per rimuovere elementi indesiderati, ed usava anche vernici speciali e inchiostri per modificare la tonalità, enfatizzando alcune aree e sbiadendo altre.
George Hoyningen-Huene: poeta della luce e dell’eleganza
George Hoyningen-Huene è stato un vero pioniere della fotografia di moda, grazie al suo occhio straordinario per la geometria delle composizioni e l’utilizzo della luce. Non è un caso infatti che oggi il Palazzo Reale di Milano celebri la sua arte con la mostra George Hoyningen-Huene: Glamour e Avanguardia, curata da Susanna Brown.
“Hoyningen-Huene ha spinto l’arte della fotografia di moda in direzioni innovative”, commenta la curatrice.


Ha collaborato nel corso della sua carriera con riviste leggendari come Vogue, Harper’s Bazaar e Vanity Fair, fondendo la sua passione per la scultura greca con il surrealismo. La sua amicizia con icone come Man Ray, Coco Chanel e Jean Cocteau, unita ai suoi legami con i circoli parigini d’avanguardia e surrealisti, frequentati anche da Salvador Dalí e Lee Miller, ha dato vita ad uno stile del tutto originale, a tratti onirico, che sfidava ogni regola.

Inoltre, ispirato dalla sua cerchia di amici LGBTQ+, le sue opere esploravano la fluidità dell’identità e sfidavano le convenzioni di genere (un atto decisamente audace per l’epoca). Immagini caratterizzate da un’eleganza androgina e rivoluzionaria. Un modo di fare straordinariamente attuale, potremmo aggiungere (ndr).
Horst: l’architetto della moda
Allievo e amante di G. Hoyningen-Huene, Horst è stato uno dei fotografi di moda più influenti del 20°secolo. Le sue fotografie sono diventate sinonimo di eleganza, stile e glamour, e il suo talento ha catturato alcune delle icone più importanti degli anni ‘30, tra cui anche la favolosa Elsa Schiaparelli. Inizialmente studiò Architettura e poi Design, ma presto abbandonò questa strada per dedicarsi completamente alla fotografia. Si guadagnò così il soprannome di ‘architetto della moda’, per la sua abilità unica nel creare composizioni straordinarie.
La carriera di Horst è stata principalmente legata a Vogue Francia, un sodalizio durato per ben 60 anni, fin quando, a causa della guerra si trasferì in America. Qui continuò a lavorare per Vogue USA, consolidando la sua influenza globale nella fotografia di moda e donando uno stile elegante e raffinato che ancora oggi è un marchio di fabbrica per la rivista.

La sua sapienza nell’uso delle luci ha fatto sì che ogni suo scatto risultasse potente e magnetico. Un maestro nel creare contrasti forti e ambienti drammatici. Ad esempio, grazie all’utilizzo di luci molto dirette, riusciva a ritrarre i corpi delle modelle in modo scultoreo, come se la loro pelle fosse di vero marmo.
I soggetti di Horst sono spesso distaccati, quasi osservati da una stanza lontana, come nel caso del celebre scatto Il corsetto di Mainbocher. Al contempo però emanano una presenza e un magnetismo che li rende unici.


Le sue immagini, intrise di classicismo, sembrano trascendere il tempo e sono ancora oggi ammirate per la loro bellezza eterna, testimonianza del genio di un fotografo che ha saputo immortalare la moda come mai prima d’ora.
Foto: Artnet, George Hoyningen-Huene Estate Archives