Schiaparelli: un gioco di dettagli impercettibili

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Lo show più atteso della settimana della moda parigina è finalmente arrivato. Lo Schiaparelli firmato Daniel Rosberry stupisce ancora, ma se per la couture punta tutto sul massimalismo, il pret-a-porter lo dedica ai dettagli.

A prima vista la collezione ready to wear per l’autunno inverno 2024-2025 di Schiaparelli sembra essere spoglia e banale. La verità? Il cuore di tutto il lavoro di Rosberry, per questa stagione, sta nei dettagli. Le stesse forme che urlavano, alla settimana della couture, in questa sfilata sussurrano da dietro una serratura. Il cigolio di una porta che si apre da il via al defilé che catapulta Schiaparelli nella vita quotidiana. Entrando nel “salotto” di ognuno di noi il brand d’importazione italiana non si snatura, abbraccia forme più semplici, ma non lascia nulla al caso.

Schiaparelli

Il sogno della surrealtà non si infrange al risveglio dalla couture, ma persiste e cammina nel mondo reale atterrando nel pret a porter. Se, fino all’ultima sfilata dell’alta moda, non avremmo visto da nessuna parte le donne Schiaparelli, se non nel mondo delle idee, oggi con questo show tutto cambia. Rosberry crea un guardaroba reale, veramente indossabile senza rinunciare al DNA di Schiap. La suggestione surreale diventa concreta e caratterizza i dettagli che definiscono la collezione.

Schiaparelli

I revers dei blazer, così come i listini dei sandali, diventano la tela bianca su cui si posano nastri centimetrati tipici degli atelier. Un divertente rimando al mondo dell’alta sartoria, vero safe place del brand. Le fibie delle cinture e i bottoni vengono sostituiti da serrature, ormai simbolo icona di Schiaparelli. Le sfere che compongono una collana sembrano arrivare direttamente da Marte in un raffinato richiamo all’ultima couture del brand, omaggio allo scienziato, nonchè zio di Elsa, Giovanni Schiaparelli. Insomma nulla rimane come dovrebbe essere. I classici schemi dell’abbigliamento vengono, ancora una volta, ribaltati dal designer, ma in questo caso per farlo gioca con i dettagli. Anche i tessuti cambiano e all’appello si aggiungono denim e check mentre ai piedi si portano i texani.

Schiaparelli

Se nel 1937 Elsa, insieme a Salvador Dalì, si chiedeva se una scarpa dovesse essere portata necessariamente ai piedi, partorendo quel capolavoro di cappello che ha fatto la storia, oggi la domanda è un’altra. Come si può reinterpretare una cravatta? Simbolo per eccellenza dell’abbigliamento classico, formale e composto. Per Rosberry la rispsota sono i capelli che, in sfilata, acconciati il lunghe trecce diventano il nuovo accessorio che impreziosisce le camicie. Ecco spiegate le numerose uscite dello show in cui da eleganti camicie bianche, o in denim, sporgono lunghe trecce che sostituiscono le cravatte.

Place Vendome non delude mai e, in questa situazione, ha dimostrato quanto un’idea, se forte e coerente, possa veramente arrivare dovunque. Lunga vita a Schiaparelli che, forse, riuscirà ad arrivare per le strade scappando da quei salotti borghesi e mondani dove è ingiustamente costretto.

Schiaparelli

Foto: Vogue