I capi e gli accessori più venduti dai brand non sempre sono i più rappresentativi. Così spesso l’immagine dei marchi di moda viene falsata dai pezzi più venduti.
A cosa pensate quando dico Alexander McQueen?
Una parte di voi sentendo nominare il nome di Lee McQueen sarà prostrato in adorazione del genio che ha fatto della cultura grunge un fatto da passerella. La maggior parte delle persone penserà, invece, a quelle sneakers terribili che, fino a qualche anno fa, popolavano le strade di ogni città. Una suola grossa e sgraziata che ha trasformato McQueen In un brand da dimenticare. Eppure Alexander è considerato, dalla moda, uno dei grandi geni degli anni ’90. Pensare che durante uno dei suoi show le modelle sfilavano in un pentacolo infuocato e che oggi lui sia ricordato per quelle orrende sneakers è deprimente.


Ma il triste destino non spetta solo a McQueen. Sono tantissimi i brand che stanno facendo questa fine. Balenciaga con le sue t-shirt logate e le triple S ne è un esempio lampante. Oggi il brand vive nell’immaginario comune come una realtà streetwear fatta di loghi e trovate di marketing. Peccato che dietro Balenciaga ci sia uno dei creativi più geniali degli ultimi anni: Demna Gvasalia. Per non parlare del fonder di Balenciaga, il signor Cristóbal che scritto una pagina indelebile dell’eleganza mondiale alla metà del secolo scorso.


Si potrebbe andare avanti all’infinito parlando delle sneakers di Valentino che hanno completamente falsato l’immagine del brand dell’imperatore, oppure ancora della cintura di Gucci o quella di Ferragamo. Griffe che hanno fatto la storia della moda e che vengono ridotte ad un logo stampato su una t-shirt. Se da un lato tutto ciò è dannoso per l’immagine del brand dall’altro è una grande fonte di denaro. Sarebbe bello pensare che il fatturato di Valentino si fondasse tutto sui capi disegnati da Alessandro Michele, ma le favole non esistono. Gli stessi capi che, da un lato, distruggono l’immagine delle griffe, dall’altro ne costituiscono gran parte del fatturato.
Sono quelli logati, senza personalità e orfani di sentimento i pezzi maggiormente venduti dai brand. Capi o accessori che non raccontano nulla del brand, ma che permettono a chi li indossa di evidenziare un certo status. Non è certo una novità che alle persone piaccia diventare vetrine ambulanti indossando capi noiosissimi e sovraprezzati. Eppure, forse, dobbiamo ringraziare questi abiti e questi accessori perchè permettono guadagni facili e fondi per creare cose meravigliose. Anche se di cose meravigliose non ne vediamo da un po’.
E allora la prossima volta che qualcuna vi parlerà di McQueen associandolo a quelle sneakers che ha comprato qualche anno fa sputategli in faccia le sfilate che hanno fatto la storia. Così come per Balenciaga, Gucci, Valentino e tutti gli altri.