Relazioni Interrotte: L’arte della guarigione

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Era proprio Massimo Ranieri, che nel 1988 cantava il suo celebre brano “Perdere l’amore”. Con la sua voce straordinaria, l’artista racconta dei rimpianti e delle sofferenze che si provano davanti al triste epilogo di un amore adulto. Ma alla fine, giovani o maturi, la sofferenza è universale e appartiene a tutte le età.  

“E adesso che rimane, 

di tutto il tempo insieme, 

un uomo troppo solo, 

che ancora ti vuol bene”

Ma cosa rimane, davvero, quando un amore finisce? A volte, restano oggetti. Piccole cose che trattengono un pezzo di noi, un ricordo, un’emozione. E se vi dicessi che esiste un luogo dove questi oggetti trovano una nuova vita, un nuovo significato?

Benvenuti al Museo delle Relazioni Interrotte, un luogo unico al mondo, dove arte e le emozioni si incontrano per raccontare storie che tutti noi, in un modo o nell’altro, abbiamo vissuto. Un luogo emotivamente catartico, capace di trasformare il dolore in condivisione e di dare dignità a ciò che resta, creando una magia che avvicina e unisce.

Il Museo delle Relazioni Interrotte è nato da un’idea sorprendentemente semplice, ma potente. Tutto ha avuto inizio da due ex amanti, Olinka Vištica e Dražen Grubišić, che al termine della loro lunga storia d’amore, si sono ritrovati sentimentalmente svuotati, pieni di oggetti impregnati di ricordi e un unico e comune interrogativo. Cosa fare di tutti questi oggetti?

Invece di distruggerli o relegarli in un angolo, hanno avuto un’idea geniale: creare uno spazio dove poter raccogliere questi frammenti di vita, e in un certo senso, onorarli. Ed è così che a Zagabria nasce la prima sede del Museo delle Relazioni Interrotte, un luogo che invita tutti a donare gli oggetti simbolo delle proprie storie finite, e condividere le emozioni e i ricordi che vi sono legati.

Per i fan di Harry Potter come me, il potere emotivo di questi oggetti potrebbe ricordare la scomposizione dell’anima di Lord Voldemort. Chiamateli pure Horcrux, se vi va. Ma, a differenza delle creazioni oscure di Voldemort, questi oggetti non evocano distruzione. Sono invece solidi ponti verso la guarigione, simboli di resilienza e di rinascita.

Visitare il Museo delle Relazioni Interrotte significa entrare in un mondo che, paradossalmente, è straordinariamente familiare. Ogni oggetto esposto, per quanto specifico, racconta una storia trasversale: la gioia di un amore nato, il dolore di una fine, la speranza per il futuro. 

È un luogo che riesce a essere intimo e collettivo allo stesso tempo, dove si ride, si piange e si ricostruisce. La sede principale a Zagabria è solo la punta dell’iceberg: la collezione è in continuo movimento, con mostre itineranti che attraversano il mondo e portano con sé frammenti di vite lontane. 

E per chi non può visitarlo di persona, c’è la possibilità di esplorare una parte della collezione online, leggendo le storie che accompagnano gli oggetti donati.

Ogni dono al Museo è un atto di generosità e di coraggio. Non si tratta solo di liberarsi di un oggetto, ma di condividere una parte di sé con il mondo. È un gesto che trasforma il privato in universale, che unisce le persone nella loro vulnerabilità e nel loro desiderio di guarire.

Il Museo delle Relazioni Interrotte ci ricorda che l’amore, in tutte le sue fasi, è una delle esperienze più autenticamente umane che esistano. Non celebra solo la perdita, ma anche la capacità di rialzarsi, di trasformare il dolore in crescita e il passato in qualcosa di significativo.

Perché, alla fine, cos’è l’amore se non un atto di coraggio? Coraggio di aprirsi, di rischiare, di vivere appieno, anche sapendo che potrebbe finire. E quando qualcosa finisce, infondo, non è davvero la fine. È solo un nuovo inizio, una nuova storia da raccontare.

Se vi trovate con un oggetto che vi lega a un capitolo chiuso della vostra vita, forse il Museo delle Relazioni Interrotte potrebbe essere il posto giusto per dargli un nuovo significato. Forse troverete ispirazione nelle storie degli altri, o forse lascerete lì un pezzo di voi per aiutare qualcun altro a sentirsi meno solo.

Il dolore, come l’amore, è universale. Ma quando viene condiviso, diventa meno pesante. E in questo, il Museo delle Relazioni Interrotte ci offre una grande lezione: anche nelle crepe più profonde, può tornare a crescere la bellezza.