La musica italiana incanta le passerelle, non solo Gucci

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Che la musica italiana sia un sogno lo sapevamo già, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che la moda la rivendicasse. Sulle passerelle degli ultimi anni le canzoni italiane sono sempre di più!

La colonna sonora di un fashion show è certamente fondamentale. Aiuta lo spettatore ad immergersi nella collezione aggiungendo drammaticità teatrale alla scena. Spesso la scelta ricade su pezzi remixati in stile house. Utili anche a scandire la camminata delle modelle con facilità. Colonne sonore, in linea di massima, abbastanza standard, spesso prive di parole. Sono poche, in effetti, quelle che storicamente rimangono impresse nella memoria. Tra tutte, senza dubbio, quella scritta da Tupac per Versace nel 1996. Eccezione alla regola che vede, forse, per la prima volta, la colonna sonora come punto cardine dello show.

Dovete sapere, infatti, che in origine le sfilate non avevano nemmeno la colonna sonora. Ad accompagnare il ticchettio dei tacchi sulle passerelle era la voce degli annunciatori che raccontavano i modelli presentati in collezione. Insomma tutto un altro mondo di cui, per altro abbiamo parlato quì. In linea di massima le scelte musicali dei designer, comunque, sono sempre ricadute su colonne sonore internazionali. Scegliere una canzone italiana, per esempio, sarebbe stato considerato un po’ provinciale. Poco glamour, almeno fino a poco tempo fa.


Su questo fronte, negli ultimi anni, si registra una certa inversione di rotta. Se pensiamo alla musica italiana in passerella non può che venire in mente il Gucci di Sabato De Sarno con il famoso remix di “Ancora” di Mina. Stupenda colonna sonora della SS24 di Gucci, collezione di debutto del nuovo direttore creativo. Scelta confermata nella sua prima collezione maschile. La canzone è diventata la firma di Sabato che, per la SS25 ha fatto una scelta simile. Riaffermando il suo amore per la musica italiana, infatti, lo stilista ha scelto di far sfilare le modelle in Triennale sulle note di “Non voglio mica la luna” di Fiordaliso, seduta in prima fila.


In realtà non è stato Gucci il primo brand a portare in passerella le canzoni d’autore italiane. La musica italiana nell’uscita finale dello show è, infatti, la firma del giovane Marco Rambaldi. il designer emiliano compie questa scelta già della FW2019 quando le modelle hanno sfilate sulle parole di “Illusione” cantate da Guini Russo. Da lì in poi sono state moltissime le canzoni che hanno calcato le poetiche passerelle di Rambaldi. Per la FW2020 il designer ha scelto “Elettrochoc” dei Mattia Bazar, poi “Rumore” di Raffaella Carrà nella SS2022. Famosissima la scelta di “Pensiero Stupendo” di Patty Pravo durante la presentazione di Supernova, collezione per l’inverno 2023. E poi ancora “Minuetto” di Mia Martini (SS2024), “Domani è un altro giorno” della Vanoni (FW2024). Per finire con “La canzone dei vecchi amanti” di Battiato per la SS2025.


Da questo momento in poi anche altri brand, sporadicamente, hanno scelto la musica Italiana per accompagnare le passerelle. Durante le presentazioni milanesi della SS2024, per esempio, Andrea Adamo ha scelto “Vorrei averti nonostante tutto” di Mina. Mentre da GCDS le modelle camminavano sulle note di “Una notte da impazzire” di Pino D’Angiò e “Malattia” di Ciccio Merolla. Alla 105esima edizione del Pitti Uomo, poi, Magliano ha messo in scena uno straordinario show con la musica di Fabrizio De André. E lo stesso Luca per la presentazione della SS2025 ha scelto come colonna sonora “Stonata” dei Prozac+. Stupendi omaggi alla storica musica del nostro paese che, nella stagione SS2025, arrivano, per la prima volta, anche da un designer straniero. Il peruviano J Salinas, infatti, alla sua prima presentazione milanese rende omaggio alla città che lo ha ospitato con “Quando quando quando” di Tony Renis.

La scelta di una canzone italiana contribuisce, senza ombra di dubbio, a regalare allo show quel brivido poetico e nostalgico che la musica d’autore porta con se. D’altro canto si tratta di un segnale sovversivo nei confronti del sistema. La voglia di rivendicare una provincialità cha ha reso grande la moda italiana. Una scelta che sembra così innocente e romantica, in realtà, porta con se una grande voglia di rivoluzione. Una rivoluzione dolce che parte tutta dal Belpaese. D’altronde chi conosce l’arte meglio di un paese di Santi, poeti e navigatori!

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