Sex Roulette: Ma siamo seri?

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Sogno o son desta? Se sto dormendo, vi prego, svegliatemi, questo è un incubo!

Oggi non siamo qui a parlare di cose leggere, con mio grande rammarico. Parliamo di una sfida che sembra uscita da una delle più perverse fantasie di Jeffry Dhamer, ma putroppo, non è una fantasia, è fin troppo reale. Si chiama “Sex Roulette” ed è una delle nuove tendenze tra i giovani che, purtroppo, sta prendendo piede. 

Una challenge, che ricorda la roulette russa, ma qui non si usano proiettili, solo scelte sbagliate. Si gioca con la salute, con decisioni che possono cambiare una vita, o peggio, due. Gravidanze indesiderate, malattie sessualmente trasmissibili, e un vuoto difficile da colmare. Ma come siamo arrivati a tutto questo? Come siamo arrivati a raschiare il fondo del barile in questo modo? Cosa spinge i ragazzi a mettere in gioco la propria salute per un po’ di brivido?

C’era una volta un mondo privo di limiti

Una società inclusiva, politicamente corretta, aperta, progressista, ecco quello che vorremmo essere, lo specchietto per le allodole. Ma l’atroce verità, risiede dietro i muri delle camerette dei teenager. 

Sempre taciturni, misteriosi, un po’ scontrosi. È questo il “teenager drama starter pack”. Ma a differenza di chi, il periodo adolescenziale se l’è lasciato alle spalle tempo prima, gli attuali teenager sono iper connessi, alienati dalla tecnologia e dai social network, annoiati, depressi. E la noia e la depressione, si sa, fanno compiere atti di qualsiasi genere.

Le regole di un moderno Fight club

Ma come funziona la Sex Roulette? Ora, con molta calma, ve lo spiego. Parte tutto dalle piattaforme social, come Tiktok, i ragazzi tramite un messaggio, aderiscono e vengono inseriti in un gruppo privato, su piattaforme come Telegram. Una volta concordato il giorno, il luogo, l’orario di ritrovo e le condizioni, si passa all’azione. Uno slogan che sembra uscito da un film “Sex Roulette, chi rimane incinta è fuori” perché si, una delle condizioni da brivido, imposte dalla challenge è quella di avere rapporti sessuali non protetti con diversi partner, il plus? Tutti incappucciati, nessuno sa con chi ha giaciuto veramente.

Si ma la “roulette” dove sta?

Giusto, l’unico colpo in canna, quindi, il fattore pericolo che scatena l’adrenalina è che, all’interno del gruppo, un partecipante, deve essere sieropositivo, oppure, portatore di una malattia venerea. La perdente? quella che resta incinta, ovviamente, che dovrà annunciarlo, tramite la pubblicazione del test di gravidanza positivo sui social.


La Sex Roulette è il riflesso di una società, che i limiti, non sa più cosa siano. 

In una generazione cresciuta con tutto a portata di mano, dalle informazioni agli infiniti contenuti, c’è una costante ricerca di emozioni forti, qualcosa che spezzi la monotonia di una vita sempre connessa ma mai davvero soddisfacente. 

La noia diventa il vero nemico, e il rischio, anche quello più estremo, è un pasto allettante per questi giovani, che tra inconsapevolezza e gran pelo sullo stomaco, la trasformano autentica trasgressione. Un moto di ribellione che funge da esplosivo. Il perché accendono la miccia? Forse, solo per provare a riempire quel vuoto interiore che, la realtà digitale in cui si sono persi, lascia irrimediabilmente incolmato. 

E qui, permettetemelo, mi prendo un momento per riflettere: io alla loro età giocavo con le bambole, con i Lego. Ma davvero i Lego sono diventati così out? Le feste con gli amici a base di pizza, patatine e Coca-Cola non bastano più? 

Che fine ha fatto quella voglia di divertirsi in modo semplice, spensierato, senza dover per forza mettersi alla prova in modo così estremo? Ma le sfide alla playstation, i giochi di società, il twister, ci avete mai giocato a twister? Ma dove sono finiti? 

Ecco, forse è il caso di fare un riavvio.

Mi chiedo, sinceramente: perché questa generazione sembra così ostinata a voler crescere troppo in fretta, a voler diventare grandi a tutti i costi?

Mi vuoi dire, davvero, che ti senti figo facendo queste cose? È come se ormai, il sano divertirsi non bastasse più, se la giusta percentuale di pericolo non rientra nell’equazione. Sembra che tutto quello che è “normale” sia diventato “flat”, una serata tranquilla, il karaoke, i giochi di società, una partita alla play, uscire per una pizza con gli amici. E allora che si fa per scacciare la noia? Si rincorre il pericolo, fino ad arrivare a quello più estremo, perché sembra l’unico modo per sentirsi vivi in mezzo a quella noia, che ti avvolge mentre scorri TikTok per l’ennesima volta, cercando qualcosa che ti smuova davvero.

E così, sfide assurde come la “Sex Roulette” diventano quasi irresistibili.

Perché? Perché c’è una voglia matta di sentirsi parte di qualcosa, di uscire dall’anonimato, di dimostrare che anche tu puoi essere un ribelle, un anticonformista, qualcosa che gli altri non hanno il coraggio di fare.

 È un po’ un modo scacciare la monotonia, per sfidare i limiti in una vita che a volte sembra già tutta scritta, infiocchetta, impacchettata.

Ma davvero è questo che vi fa sentire vivi?

Forse il vero problema è che manca quel punto di riferimento, quella voce che ti dice come stanno davvero le cose, senza giudicarti ma spiegandoti. Probabilmente si è andato a perdere il famoso istinto di auto conservazione. 

Sapete cosa manca davvero a questa generazione? Mancano quelle lezioni che a scuola tutti odiavamo, o quel “discorsetto” imbarazzante dei genitori, che ti faceva diventare rosso come un pomodoro, di quelli che ti vergognavi anche di essere nata, ma che alla fine ti facevano capire i rischi e le conseguenze.

Perché alla fine, a furia di sfidare la sorte per un po’ di adrenalina, rischi di perdere molto più di quanto immagini, e poi lì… il divertimento dove finisce?

Forse la vera forza è sapersi fermare e capire che non serve mettere a rischio tutto per dimostrare qualcosa. Essere ribelli non significa sfidare il pericolo a tutti i costi, ma saper scegliere per il meglio, per te stesso. Perché crescere con consapevolezza e prendersi cura di sé non è da sfigati, è semplice buonsenso.

Ragazzi, ma dove stiamo andando?

Ai miei tempi era tutto meglio? forse un po’ sì. Parliamoci chiaro, avevamo anche noi i nostri drammi: le litigate con gli amici, i compiti in classe, i primi amori non corrisposti, i brufoli e i capelli crespi. Ma erano cose normali, no? Roba che ci ha fatto crescere senza bisogno di schiacciare l’acceleratore verso il pericolo.

A volte mi chiedo se anche voi, ogni tanto, non sentiate la mancanza di quella semplicità.

A 14-15 anni mi divertivo a stare in scuderia con i miei amici, amavo il contatto con con il mio pony, ricordo tutto con grande e felice nostalgia. Le intere giornate a spalare letame, a bagnare il campo con la canna (perché puntualmente gli irrigatori si rompevano) le balle di fieno caricate sulle spalle. Ad oggi, uno lo potrebbe chiamare sfruttamento forse, ma noi no. Per noi era tutta gavetta, era umiltà, disciplina, in un mondo privilegiato, e sapete che vi dico?

Era dannatamente divertente! 

E poi le gare, gli amici, la scuola, i bigliettini scambiati tra i banchi, (perché noi non avevamo l’immediatezza di whatsapp). I CD pirata, i diari segreti e il Cioè nuovo, ogni settimana, con i poster giganti, gli stickers e tutto quello che volevamo sapere sulla nostra celebrity crush del momento. Il gelato prima del catechismo, le partite a calcio balilla, le caramelle rubate dal banchetto dell’oratorio, (don se sta leggendo questo articolo, vorrei dirle che mi pento, o forse no).

Che grandi risate, che semplicità. Non eravamo complicati, non avevamo le tecnologie di oggi. La cosa che ci alienava di più, probabilmente, era il Nintendo. Forse la cosa più trasgressiva era mettersi la matita nera agli occhi, accendersi una sigaretta o bersi un Bacardi Breezer, che mi viene un po’ da ridere, perché contengono forse solo l’1% d’alcol. Indossare magliette bucate, farsi le ciocche dei capelli colorate alla Avril Lavigne e sfoggiare la cintura con le borchie. Decisamente!

 Ci sentivamo grandi anche noi, ma il bello era proprio quello: crescere un po’ alla volta, senza la pressione di fare sempre qualcosa di eccessivo, di pericoloso, solo per sentirci vivi.

Una generazione sul filo del rasoio

Perché cercare il brivido nella Sex Roulette che non porta a niente se non a un enorme punto di domanda sul futuro? So che là fuori ci sono mille pressioni, so che tutto sembra noioso quando è solo a un click di distanza. Ma, ragazzi, fidatevi: c’è tempo per tutto!

Non c’è niente di male nel rallentare un po’. Nel godervi le piccole cose. Una serata con gli amici, una passeggiata senza meta, una sfida a Twister che finisce con tutti per terra a ridere come matti. Forse non è “cool” come quello che vedete sui social, ma vi assicuro che è reale, è sano, e soprattutto non avete bisogno di scommettere la vostra salute per essere divertente.

Prendete un respiro. Ascoltatevi. Non abbiate fretta di diventare grandi, perché, spoiler alert: il vero divertimento non sta nel rischio estremo, ma nel vivere la vita, con tutti i suoi alti e bassi, senza dover per forza premere sull’acceleratore. E magari, chi lo sa, riscoprirete anche voi che c’è qualcosa di speciale nelle cose semplici. Perché a volte, il vero colpo di scena, è solo rallentare.