Phoebe Philo, storica direttrice creativa di Celine, è stata accusata di sfruttamento e razzismo da alcuni dipendenti.
Tutto il fashion system ha atteso con ansia l’arrivo della prima collezione di Phoebe Philo, dopo anni di silenzio, successivi alla sua strepitosa direzione creativa di Celine. La custode del quiet Luxury ante litteram ha lanciato una collezione caldamente accolta dagli affezionati che subito è andata sold out. Ora il suo brand arriverà nei negozi, dopo essere stato esclusiva dell’online. Indiscutibile il talento della designer, ad essere discutibile è, invece, la sua policy sul lavoro. Si da il caso, infatti, che ad Agosto Brenda Hashtag, influencer e fashion editor tedesca, abbia pubblicato su X un tweet eliminato dopo poco. Nel post invitava i fan di Phoebe ad andare su Glassdoor a leggere le recensioni anonime dei dipendenti della Philo.
Nelle recensioni si parla di innumerevoli straordinari non pagati, urla ingiustificate e poca considerazione dei lavoratori in quanto esseri umani. Pare che la Philo non si ricordi nemmeno i nomi dei suoi collaboratori più stretti. Non solo la Hashtag ha raccontato questa storia. Anche una giovane creator Tik Tok, Katie Robinson, ha raccontato questa storia in un video che ah raggiunto più di 40.000 visualizzazioni. A dire il vero non è la prima volta che si affronta l’immoralità della Philo. Ai tempi del suo famoso Celine, infatti, la direttrice creativa era stata accusata di “racsism on the runway“. In riferimento al fatto che i suoi casting erano sempre composti esclusivamente da donne bianche. In netto contrasto con la clientela della Philo composta, in gran parte da donne nere”. Così come racconta la modella e attivista Bethann Hardison.
Da sottolineare che si tratti esclusivamente di accuse, nulla più. Non esiste alcun documento o prova che dichiari la veridicità assoluta di quanto dichiarato da questi dipendenti anonimi. Sta di fatto che una buona possibilità ci sia e che, soprattutto, la notizia sia passata quasi del tutto in sordina. Nessuno mette in discussione il talento della designer, ma forse bisognerebbe imparare a guardare un po’ oltre. Un designer può essere eccelso e non moralmente impeccabile. John Galliano docet.
Eppure quanto dichiarato dai dipendenti della Philo non lascia affatto sconvolti. Forse siamo troppo convinti che, per lavorare nel magico mondo della moda, bisogna accettare tutto. Anche la smania di persone “di potere” alla Miranda Prestley. Perchè se è vero che il Diavolo Veste Prada, per certi versi, non è così tanto disamante dalla realtà. È vero anche che, forse, le cose si potrebbero cambiare. Che il mondo della moda sia un ambiente lavorativo, per buona parte, tossico è una certezza, ma nessuno dice che tutto deve rimanere così com’è!