I figli dei laureati hanno più possibilità di laurearsi rispetto ai figli dei non laureati

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L’Istat dichiara che avere almeno uno dei due genitori laureati aumenta la possibilità di ottenere una laurea

Dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore, noi giovani arriviamo ad un bivio. Continuare  a studiare, frequentando l’università oppure iniziare a lavorare. La scelta per alcuni di noi è dettata dal proprio arbitrio, ma purtroppo, altrettanti sono costretti a imboccare una via, piuttosto che l’altra, a causa di condizioni esterne alla loro volontà. 

Studiare costa, soldi e sacrifici. Questi ultimi, vengono fatti sia dello studente, ma, spesso, anche dai genitori. Se la facoltà che si desidera intraprendere è situata nel proprio comune, nella propria provincia o, al massimo, nella regione di residenza, i costi da sostenere riguardano esclusivamente la retta universitaria e la benzina dell’auto oppure i mezzi di trasporto; ma la situazione cambia se l’università è più lontana, se è in altre regioni. In questo caso, oltre alla retta e ai trasporti, ci saranno da sostenere anche i costi dell’affitto di un appartamento, che quasi sempre sono a carico dei genitori, in quanto i figli, occupati nello studio, più difficilmente potranno impegnarsi in un lavoro a tempo pieno, in grado di coprire tutti i costi.

Ecco perché anche chi desidera continuare a studiare in Italia, potrebbe non avere le possibilità per farlo. 

Ad oggi, in Italia, avere una laurea in tasca permette di trovare più facilmente lavoro

Nel 2023, l’Istat ha dichiarato che il tasso di occupazione dei laureati tra i 25 e i 65 anni era dell’84,3%, mentre il tasso di chi aveva un titolo secondario superiore risultava 73,3% e del 54,1% di chi possedeva al massimo la terza media.

Facendo un passo indietro…

Nelle antiche civiltà esisteva il, cosiddetto, ascensore sociale che permetteva anche ai figli dei contadini o dei più poveri di diventare parte di una classe più agiata, attraverso la sapienza e la cultura, e quindi attraverso l’istruzione. Oggi non è più così. Il titolo di studio viene tramandato di padre, o madre, in figlio.

Più laureati i figli di chi ha un alto grado d’istruzione

Non è scontato che i genitori che hanno poca possibilità di sostenere economicamente un figlio fuori-sede, sacrifichino i loro interessi e i loro intrattenimenti per garantire al figlio un’istruzione. Il sacrifico, solitamente, viene fatto da genitori laureati, o anche se solo uno dei due è in possesso di un diploma di laurea. 

Dati forniti dall’Istat riportano che, in generale, i figli dei laureati hanno più possibilità di laurearsi rispetto ai figli dei non laureati. 

Nel 2023, il 67,5% di coloro che avevano almeno un genitore laureato si sono a loro volta laureati. La percentuale diminuisce al 40% tra coloro i cui genitori avevano al massimo il diploma di scuola superiore (1,6 volte di meno). E crolla al 12,8% tra coloro che avevano genitori con al massimo la terza media (5 volte e mezzo di meno). 

Tutto questo ci riporta indietro nel tempo a quando esistevano classi sociali differenziate. Questo è molto preoccupante. In passato, le classi più abbienti detenevano il controllo grazie all’istruzione, all’educazione e alla cultura, e c’era un divario netto con le caste più povere, le quali svolgevano mansioni manuali e operative, che non richiedevano particolare conoscenza o sapere tecnico.

Il diritto allo studio e di poter accedere, tutti, alla cultura e all’istruzione è stato conquistato con la forza, tramite tanti sacrifici e battaglie. Non rendiamo tutto questo vano. Comprendiamo l’importanza di essere un paese colto. 

Art. 34

La scuola è aperta a tutti.

L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.