Aprile si annuncia come un mese vibrante di appuntamenti da non lasciarsi sfuggire, alcune mostre sono già in corso, altre inizieranno nei prossimi giorni. Ecco le quattro imperdibili esposizioni che riempiranno la scena artistica italiana.
Trovarsi tra le stelle nel Cuore di Carrara
Dal 23 marzo al 2 giugno 2024, il mudaC (museo delle arti contemporanee di Carrara) ospita l’installazione site-specific “Trovarsi tra le stelle”, del duo Antonello-Ghezzi.
I due artisti Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, attraverso la creatività (mezzo di rigenerazione urbana e sociale) cercano di rendere tangibili le favole. L’istallazione nasce da una riflessione profonda sulla realtà contemporanea, in cui domina la distanza tra la realtà delle piattaforme virtuali e quella dei luoghi fisici in cui incontrarsi e consolidare rapporti sani.
Privati dei cellulari, i visitatori cammineranno tra dune in marmo che ricordano le cave di Carrara, e nello spazio lunare un binocolo mostrerà da lontano due persone che sembrano guardarsi. I due sono separati da due periscopi collegati, uno che sale dal basso (dalle profondità della terra) e l’altro che scende dall’alto (dall’universo), e guardando al difuori ci si potrà riconoscere negli occhi dell’altra persona.
Saranno poi di contorno all’esperienza alcune immagini concesse dall’Osservatorio Europeo Australe e dalla Nasa, che mostreranno la Terra e le stelle della Via Lattea.
In un percorso capace di abbracciare l’infinitezza dell’universo e l’intimità delle relazioni umane, il duo artistico ci racconta che non siamo sulla Terra per assimilare inconsapevolmente e acquistare cose materiali, ma per fare del bene a noi stessi e a chi ci circonda. Carrara è il luogo ideale per “disconnetterci dal mondo iper virtuale, che ci isola e ci chiude in una bolla asfittica, per respirare un paesaggio altro, in cui dialogare con l’Universo e riscoprire la nostra vera natura di esseri umani”, sottolinea Dazzi.
Il Pordenone Docs Fest e il potere trasformativo del cinema-documentario
Il Pordenone Docs Fest si prepara per una delle sue edizioni più internazionali, con una vasta selezione di documentari provenienti da tutto il mondo, che saranno proiettati presso Cinemazero dal 10 al 14 aprile. Un’esperienza di alta qualità che promuove il dialogo sociale e culturale attraverso l’arte cinematografica, e attraverso un’intensa serie di incontri con registi e protagonisti, tavole rotonde, laboratori e musica dal vivo.
Ventiquattro documentari saranno presentati in anteprima nazionale, selezionati da una giuria composta da figure autorevoli come il presidente Marco Bellocchio, la regista Firouzeh Khosrovani e il produttore Dario Zonta. Il curatore del festival Riccardo Costantini, sottolinea l’importanza di mettere al centro della programmazione temi come i diritti delle donne, la libertà artistica, la tutela dell’ambiente e il rispetto delle diversità culturali.
Mercoledì 10 aprile si assisterà all’assegnazione del premio “il coraggio delle immagini” alla giovane adolescente Mediha, autrice di video-diari che testimoniano il genocidio della minoranza Yaziuda del nord dell’Iraq, messo in atto dall’Isis.
Le serate successive sono dedicate al conflitto israelo-palestinese, con la proiezione del film “Mourning in Lod”, seguito da una sessione di Q&A con la regista Hilla Medalia. Altri ospiti saranno il politico e attivista australiano Bob Brown, la ex capitana della nazionale italiana di calcio femminile Elena Schiavo e molti altri.
Uno sguardo anche all’Ucraina con la proiezione del film The Kyiv del regista olandese Walter Stockman, che rivela il controllo paranoide del Kgb a cui i cittadini sono tutt’ora sottoposti. Ma altrettanto interessanti gli appuntamenti cinematografici con l’amore sincero, Fountain l’orinatoio più famoso della storia e il cane Beau.
Quello del Pordenone Docs Fest è un messaggio forte, di denuncia e speranza, che chiama all’attenzione sociale storie poco note, ma non per questo poco importanti.
In movimento verso la Felicità: La mostra che trasforma Trento
L’essenza della felicità, secondo le parole di Cesare Pavese, risiede nell’atto stesso di iniziare e riiniziare qualcosa di nuovo. La vitalità e la gioia si trovano nel costante movimento e nella continua scoperta che caratterizzano la vita. Questo concetto prende vita attraverso la mostra “Allegoria della felicità pubblica”, presentata alla Galleria Civica di Trento dal 28 marzo fino al 30 giugno 2024.
Curata da Giulia Coletti e Gabriele Lorenzoni, l’esposizione invita gli spettatori a esplorare la complessa domanda sulla natura della felicità pubblica attraverso le opere di 31 artisti contemporanei. Opere rare provenienti dalle Collezioni del Mart, da gallerie e collezioni pubbliche e private, trasformano lo spazio della galleria in un laboratorio concettuale.
La mostra, parte integrante di Trento Capitale Europea del Volontariato 2024, non si limita ad essere un’esposizione statica, ma si estende al di fuori dei confini fisici della galleria con una serie di eventi outdoor. Talk, interventi di arte pubblica e laboratori coinvolgono attivamente la città di Trento, trasformando l’esperienza artistica in un catalizzatore per il dialogo sociale e l’azione comunitaria. In un mondo in cui la felicità è intesa come bisogno individuale, questa esperienza offre un’opportunità per riflettere, condividere e costruire insieme nuove visioni della gioia collettiva, intesa come interesse pubblico raggiungibile attraverso pratiche quotidiane e di partecipazione attiva.
Dalla persecuzione alla rinascita: La mostra “Ebrei nel 900 italiano” al MEIS di Ferrara
La medaglia presidenziale riconosce lo straordinario valore del percorso espositivo innaugurato dal MEIS di Ferrara. A partire dal 28 Marzo, a cura dello storico Mario Toscano, del divulgatore scientifico Vittorio Bo e dell’architetto Antonio Ravalli, “Ebrei nel 900 italiano” offre una profonda immersione nel complesso cammino affrontato dalla comunità ebraica italiana nel secolo scorso.
La mostra tocca temi profondi, quali la lotta per ottenere la cittadinanza, le persecuzioni subite e il riacquisto dei diritti della minoranza protagonista. Evidenziando così, come quest’ultima abbia mantenuto la sua identità culturale e religiosa nel tempo, contribuendo significativamente alla costruzione dello Stato e allo sviluppo della società italiana.
Attraverso un vasto repertorio fotografico, oggetti evocativi e opere d’arte, gli artisti Corinna e Olga Modigliani, Corrado Cagli, Antonietta Raphaël Mafai, Rudolf Levy e Emanuele Luzzati, raccontano le diverse esperienze che gli ebrei italiani hanno vissuto nel contesto sociale e politico del tempo.
La pluralità di mezzi espressivi adatti a ogni tipo di pubblico evita banalizzazioni e stereotipi, trasportando gli spettatori in un viaggio di dolore e resilienza. In un contesto segnato da tragedie, emerge la forza di una comunità che ha avuto il coraggio di ricostruirsi dopo la guerra.
Foto: la Nazione, Finestre sull’Arte, Pordenone Docs Fest Facebook, Itinerari nell’arte, Franz Magazine, Arte.it, Meis.museum.