Scongeliamo Michael Bublè e Mariah Carey: è tempo di Natale!

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Il mondo si divide in due: chi ama le canzoni di Natale e le ascolterebbe tutti i giorni, e chi invece piuttosto che ascoltarne anche solo una andrebbe al patibolo.

Le canzoni di Natale

Per molti le feste e il periodo natalizio sono fonte di gioia e allegria, tra i regali, i film da guardare sotto le calde coperte e i cenoni di famiglia che fanno da sfondo a quella magica atmosfera. Altri invece provano ribrezzo e disgusto già ai primi sentori di Natale, quando a dicembre iniziano a sentire in tv o nei negozi quelle maledette canzoni. 

Degli studi fatti da numerosi psicologi spiegano le motivazioni di chi ama e di odia ascoltare le canzoni di Natale. Essi affermano che chi le detesta, spesso è perché queste evocano momenti, sensazioni e ricordi appartenenti al passato, generando ansia e fastidio in coloro che le ascoltano.   

Lo psicologo canadese Ganz Ferrance sostiene che, siccome questa tipologia di canzoni viene mandata in onda in una ripetizione ossessiva durante questo periodo dell’anno, è naturale che possa diventare un tormento. “Qualsiasi cosa che viene percepita come eccessiva, dopo un po’ ci annoia o diventa fastidiosa“.

Ma come abbiamo già detto la musica si collega tantissimo alla nostra memoria. Ecco perché Ira Hyman, un professore della Western Washington University, scrive sul Psychology Today che le canzoni di Natale che ricordiamo sono quelle legate alla nostra infanzia o ad altri momenti importanti della nostra vita. Aggiunge che la musica “è molto efficace nel creare nostalgia” ed “è sia una risposta emotiva che un’esperienza di ricordo” in connessione con ciò che proviamo in quel determinato periodo.

Per contrastare e giocare con tradizione delle musiche natalizie negli ultimi anni è nato un gioco: “Whamageddon”. Vince chi dal primo di dicembre riesce a non ascoltare mai, neanche una sola nota, della canzone “Last Christmas” degli Wham. Una sfida praticamente impossibile visto la popolarità del pezzo. 

Oro sotto l’albero

Amanti o meno delle canzoni di Natale, dovete sapere che questo mercato genera ben 265,5 milioni di dollari di guadagni in un solo anno negli States, figuriamoci in tutto il mondo. Solo Mariah guadagna ogni anno la bellezza di 2,5 milioni di dollari l’anno!

Ma chi detiene il primato?

All I Want for Christmas is You”, uscito nel 1994 e cantato dall’inconfondibile voce di Mariah Carey, è il classico di Natale per eccezione. O almeno, fino all’anno scorso…

Il brano del ’58 di Brenda Lee, “Rockin’ around the Christmas tree”, quest’anno ha per la prima volta battuto il singolo di Mariah, raggiungendo il primo posto nella Billboard Hot 100, la principale classifica musicale dell’industria discografica statunitense.

Già nel dicembre 2019 “Rockin’ around the Christmas tree” aveva quasi raggiunto la vetta del podio, ma è stata sorpassata dal brano di Mariah Carey.

Brenda, è così diventata l’artista più anziana – 78enne – ad ottenere il primo posto nella Billboard. 

Che Natale è senza Michael Bublè?

Ma anche se non ha raggiunto ancora l’apice della Billboard, ditemi la verità, chi di voi non ha ascoltato almeno una volta tutto l’Ep natalizio “Christmas” di Michael Bublè

Molti pensano che il crooner canadese si scongeli soltanto a Natale. Associato a renne, neve e regali, Michael Bublè è considerato il re dello swing natalizio. Già al secondo posto sulla classifica di Spotify dei più ascoltati della settimana in tutto il pianeta, Bublè dal 2011 ad oggi ha venduto oltre 6 milioni di copie e 2 miliardi di streams solo negli USA. Un vero successo planetario. Il guadagno stimato è circa 8,7 milioni di dollari ogni Natale, solo da Spotify!

E quando ci sentiamo finalmente a casa, accolti dal calore e dall’atmosfera natalizia, ecco che parte in sottofondo Bublè con “White Christmas”. Non è Natale senza Michael Bublé!

Immagini: https://www.youtube.com/watch?v=hMLl0fxMu_U , https://www.youtube.com/watch?v=TFsZy9t-qDc&t=3s https://www.amazon.com/Christmas-Michael-Buble/dp/B009PF93LS