In un triste momento storico come quello attuale Maria Grazia Chiuri apre alla Galerie Dior una mostra che celebra le donne. Dalle artiste femministe con cui il brand ha collaborato negli anni, alle grandi donne che hanno lavorato al fianco di Monsieur Dior.
Uno spazio d’incontro, in avenue Montaigne, che fa dialogare arte e moda quello della Galerie Dior. La galleria permette ai visitatori di immergersi tra le pagine dell’archivio Dior in un viaggio nella storia della moda che ripercorre i passi di una delle maison più famose del fashion system internazionale.
Per la prima volta, nel 2016, maison Dior vede alla guida del women’s wear una donna: Maria Grazia Chiuri. La direttrice creativa vede Dior come una grande piattaforma comunicativa, motivo per cui non perde tempo e utilizza le passerelle per lanciare messaggi di stampo femminista.
Con la mostra appena aperta alla Galerie Dior Maria Grazia vuole sottolineare l’importanza delle donne da maison Dior. La mostra indaga i rapporti della casa di moda con l’arte femminista che partono ben prima della nascita del brand.
Dior: quasi un secolo di sostegno alle donne
Prima di fondare la griffe Monsieur Dior, da sempre affascinato dall’arte, apre una piccola galleria sugli champs elysee. Lì darà spazio ad artisti di ogni genere tra cui Leonor Fini. Motivo per cui la mostra inizia proprio con uno dei suoi quadri. A segnare la importanza delle donne in maison Dior è anche un commovente scatto che ritrae Monsieur Dior con il suo staff “d’alta classe” composto da tutte donne escluso lui è il suo investitore.

A seguire l’opera Nanas di Niki de Saint Phalle celebra il legame tra l’artista e Marc Bohan, direttore creativo di maison Dior tra gli anni 60 e 70. L’opera d’arte rimanda al legame di casa Dior con il corpo delle donne. Al centro di tutta la produzione Dior c’è infatti la valorizzazione del corpo femminile. Tale corpo celebrato anche dalle fotografie delle giapponese Yuriko Takagi. Lei che con i suoi scatti in movimento rende omaggio agli abiti di Dior, alla loro sinuosità e alla capacità dei couturier di rendere i tessuti morbidi e in grado di cadere con leggiadria sul corpo delle donne. Al fianco di ogni fotografia, esposta a grandezza naturale, vi è l’originale abito scattato in un continuo connubio tra arte e prodotto moda.

In mostra anche la celebre t-shirt di debutto dell’attuale direttrice creativa Maria Grazia Chiuri. Il capo, diventato manifesto femminista, è una maglietta con lo slogan “We Should All Be Feminists” ripreso dal saggio dell’attivista femminista Chimamanda Ngozi Adichi.

La Lady D al cabinet de curiosités
Anche la famosissima Lady Dior trova spazio nella narrazione femminista della mostra. Le borse diventano le tele bianche su cui artiste del calibro di Mickalene Thomas e Joana Vasconcelos possono lanciare i loro messaggi nell’ambito di un progetto annuale chiamato Dior Lady Art.

Maria Grazia Chiuri e Chauvet

Grande spazio alla celebre artista “Chauvet”. La messicana famosa per l’installazione ”Red Shoes” è celebrata da Maria Grazia Chiuri durante la mostra. Già l’artista aveva collaborato con casa Dior alla realizzazione degli abiti del finale della collezione cruise presentata a Città del Messico. Per l’occasione l’archivio Dior, in particolare le giacche, diventano le tele bianche su cui l’artista, in collaborazione con delle ricamatrici messicane, lancia messaggi di emancipazione femminile.

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