Sapevate che il primo museo del design italiano è stato inaugurato presso la Triennale di Milano nel 2007?
Ha preso il nome di Triennale Design Museum ed è un museo “mutante” che, ogni anno per 10 anni, ha cambiato sguardo, prospettiva e allestimento con l’intento di offrire di volta in volta risposte diverse a una medesima domanda di fondo: che cos’è il design italiano?
L’undicesima edizione del Triennale Design Museum racconta proprio la storia del nostro design attraverso una pluralità di storie che concorrono a definirne la complessa natura: si intitola “Storie – Il design italiano” e, inaugurato il 14 aprile, resterà aperto fino al 20 gennaio 2019.
Che cosa si può ammirare?
Possiamo ammirare una variegata e interessante selezione di 180 opere – per la maggior parte provenienti dalla Collezione Permanente del Triennale Design Museum – realizzate tra il 1902 (anno dell’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino, importante evento espositivo dello stile Liberty) e il 1998: l’ultima opera in mostra è infatti una motocicletta Ducati Monster del 1988, anno in cui la Ducati passò di mano e venne introdotto un radicale rinnovamento della gamma. La gamma Monster, presentata nel 1992, viene considerata la capostipite di una categoria che, fino ad allora, aveva avuto poco successo e che, da allora, ha ispirato il design di molte altre moto.
Queste 180 opere sono state individuate come le più rappresentative del design italiano per il loro valore di innovazione tecnico-formale, per l’estetica, per la sperimentazione, per la riconoscibilità e il successo di pubblico: le opere introducono la problematica di quali debbano essere i pezzi imprescindibili esposti in un museo del design e di cosa possa essere considerato una “icona” e, ancora, se questo termine sia realmente efficace quando applicato al contesto del design.
Pezzi e materiali esposti sono organizzati cronologicamente in cinque periodi che sono 1902-1945, 1946-1963, 1964-1972, 1973-1983, 1984-1998: la scelta voluta e ponderata di tenere il 1998 come termine della selezione, lasciando scoperto l’ultimo ventennio, permette di analizzare la disciplina con la giusta distanza critica e temporale ma, allo stesso tempo, intende anche sottolineare il grande cambiamento in corso per quanto riguarda i parametri con i quali giudicare il design. E tale cambiamento, naturalmente, rende difficile esprimersi su un panorama ancora così mutevole.
Vi sono inoltre cinque approfondimenti tematici che sono dedicati a Politica (a cura di Vanni Pasca), Geografia ed Economia (entrambi a cura di Manolo de Giorgi), Tecnologia (a cura di Raimonda Riccini) e Comunicazione (a cura di Maddalena Dalla Mura).
La prima sezione prende il nome di “Il potere e le forme – Quando i designer fanno politica” e si concentra su alcuni momenti fondamentali per lo sviluppo del design italiano, dal1933 al boom economico degli Anni Cinquanta, dal contro-design degli anni Sessanta e Settanta fino alla globalizzazione che inizia a svilupparsi a partire dagli Anni Ottanta: vengono così privilegiate le politiche sviluppate da designer e sistema design rispetto alla politica intesa come prerogativa delle pubbliche istituzioni.
La seconda sezione si intitola “Mappe – Unageografia in movimento”: mette in scena i distretti produttivi disseminati nel nostro Paese e le specificità delle realtà territoriali che costituiscono un unicum per determinate lavorazioni e impiego di materiali.
Le terza sezione si chiama “Borsa Valori – UnCarosello di numeri” e analizza il design italiano attraverso i dati economici a esso correlati: vendite, successi, flop commerciali.
La quarta sezione è “Dal transistor alla Luna – Design e tecnologie”: si concentra sulla capacità di imprese e designer italiani di interpretare le innovazioni nel campo dell’elettronica e della sperimentazione sui materiali per trasformarle in prodotti di qualità, sia per il consumo di massa sia per le alte prestazioni.
E infine chiude il percorso la sezione “Immagini e immaginario, tra fotografia e riviste” che illustra come la storia del design italiano sia anche la storia della costruzione, della proiezione e della moltiplicazione della sua immagine nonché della sua divulgazione attraverso i media: tale storia viene presentata attraverso un percorso fra riviste e fotografia, dagli Anni Cinquanta (quando si definisce la “linea italiana” nell’editoria collegata a design e moda) agli Anni Ottanta, prima della diffusione dell’immagine digitale.
Ma, oltre alla cinque sezioni tematiche, il percorso dil“Storie – Il design italiano” inizia con un’ulteriore riflessione, curiosa e stimolante: curata da Chiara Alessi, tale riflessione è dedicata al presente e prende il nome di “Pay per Design – Il Mercato del Contemporaneo”.
Questo “Mercato”presenta una selezione delle esperienze più interessanti atte a descrivere la multiformità del design italiano contemporaneo: viene messa in scena attraverso una serie di vetrine grazie alle quali i visitatori potranno sperimentare alcune modalità di vendita, acquisto, distribuzione, finanziamento e personalizzazione applicate a progetti di design degli ultimi anni. Processi, sperimentazioni, nuova imprenditorialità e riconversione di esperienze storiche contribuiscono a mostrare e dimostrare un peso d’insieme rilevante, perfino più rilevante rispetto ai singoli autori o prodotti.
Grazie a tutto ciò, visitare il museo è come inoltrarsi in una città, ovvero la metafora scelta dallo studio Calvi Brambilla come guida per il progetto di allestimento, poiché la storia del design italiano è un affastellarsi ininterrotto di sperimentazioni, innovazioni, ripensamenti e – se ci facciamo caso – ricorda proprio il tessuto urbano che ha lo stesso grado di complessità.
Durante la conferenza stampa e la presentazione del nuovo allestimento, Silvana Annichiarico, direttrice del Triennale Design Museum, ha raccontato quello che è stato lo scopo del lavoro suo e di tutto il team che dirige, ovvero costruire un museo che non monumentalizzasse il passato bensì che potesse renderlo vivo: pensando ai 2 milioni di visitatori dal 2007 a oggi e visitando “Storie”, si può affermare che questa sia una missione decisamente riuscita.
Emanuela Pirré
Storie.Il design italiano
14 aprile 2018 – 20gennaio 2019
Ingresso intero: 9 Euro
Biglietto unico Triennale Design Museum + mostre: 12 Euro
Orari: martedì – domenica, 10.30 – 20.30
Triennale Design Museum
Viale Alemagna 6, Milano
Si ringrazia Triennale Design Museum per l’uso delle foto che sono tutte di Gianluca Di Ioia©