Piangere il giorno del proprio compleanno: no, non di gioia

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Quando le candeline sulla torta vengono spente con un nodo in gola: tutta colpa della depressione da compleanno.

Cosa pensate leggendo la parola “compleanno”? Se la vostra mente sta già appendendo festoni e gonfiando palloncini, forse sapere che a qualcuno il solo pensiero fa chiudere lo stomaco potrebbe essere una sorpresa. Come tutto, anche un evento generalmente riconosciuto come fonte di serotonina e motivo di sfrenato festeggiamento ha un suo lato grigio. È questo il fenomeno della depressione da compleanno, o dei “birthday blues”.

L’espressione si riferisce alla sensazione di tristezza e apatia nei confronti del giorno del proprio compleanno, accompagnata da un pieno disinteresse nel festeggiamento dello stesso, e da un’angosciante apprensione che aleggia incontrastata durante i giorni che lo precedono. Giorni durante i quali si prega che arrivi e vada via in fretta, cercando di evitare il pensiero a tutti i costi mentre paradossalmente non si riesce a pensare ad altro. Ma perché succede? In fondo il proprio compleanno dovrebbe essere sinonimo di gioia. Si ricevono auguri, regali, attenzioni. Eppure, per alcuni, nulla può colmare quell’apatico torpore. E per alcuni non si intende chi, in situazioni di solitudine, è oggettivamente impossibilitato a godere di affetti e attenzioni altrui: è proprio questo il punto. Pur avendo amici pronti a cantare tanti auguri, regali da scartare, e candeline da spegnere sulla torta, c’è chi viene avvolto da un denso strato di tristezza da cui è difficile scappare.

Un capodanno personale

Uno dei motivi principali della birthday depression è che il giorno del proprio compleanno costringe a riflettere su sé stessi. A guardare dove si è arrivati, a passare in rassegna quali obiettivi sono stati raggiunti e quali abbandonati. Il compleanno rappresenta simbolicamente la fine di un ciclo e l’inizio di un altro. Una sorta di capodanno personale. Questo genera un immediato confronto con i canoni sociali. C’è una infatti forte pressione legata all’età, secondo cui vi sono tempi prestabiliti entro i quali dover raggiungere tappe immaginarie. Quando i risultati non sono quelli sperati, o attesi, ci si inizia a chiedere: perché nonostante sia passato un altro anno, la mia vita non è ancora come vorrei che fosse?

Viene una volta l’anno (per fortuna)

Tutta la narrativa riguardante il concetto di compleanno esalta la sua straordinarietà: non a caso, è per eccellenza il “giorno speciale” di ognuno. Proprio per questo, sembra sia quasi un obbligo doverselo godere al meglio, riponendo in esso eccessive aspettative. Deve essere memorabile, spensierato, e non si può semplicemente scegliere di non far nulla: bisogna festeggiare. Questo, chi soffre di birthday blues, lo percepisce come una forzatura. Oltre che come una possibile delusione delle aspettative altrui nei confronti di celebrazioni che se avvengono, non sono volute, e se vengono annullate, generano confusione ed infiniti interrogatori.

Il lutto della magia dell’infanzia

Accanto alla più banale paura dell’invecchiamento, che sicuramente ha il suo peso sulla bilancia della depressione da compleanno, vi è una vera e propria sensazione di lutto nei confronti del proprio passato. In particolar modo della magia legata ai propri compleanni d’infanzia. Percepire la leggerezza infantile come immobile in un passato impossibile da poter rivivere, non rende di certo le cose semplici, portando così ad un progressivo e volontario oblio del proprio compleanno.

La malinconia legata al compleanno è una palla da discoteca che illumina poco. O meglio, che getta luce sui lati più oscuri di una giornata che per definizione non dovrebbe averne. Ogni candelina spenta segna il passare del tempo, ogni palloncino una spinta a fare i conti con la propria età, ogni fetta di torta tagliata è il ricordo chi non siede più a mangiarne con noi.

La penna che scrive questo articolo odia il suo compleanno: i suoi invitati preferiti non ci sono più. Non possono farle gli auguri, tantomeno accettare un invito che nonostante sia consapevole non possono ricevere, la sottoscritta continua a mandare, anche se solo con un pensiero pieno d’amore. Nel giorno del proprio compleanno, non vi è giusto o sbagliato. Con le luci puntate su di sé, ognuno decide su cosa fermare lo sguardo: traguardi, fallimenti, mancanze o gioie. Anche senza grandi feste, quello che conta è celebrarsi.

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