I PR Box degli Influencer: quando il marketing diventa spreco

da | CULTURE

Scatole glitterate grandi come frigoriferi e gadget inutili: il mondo dei PR box è ormai fuori controllo. Questa corsa all’eccesso sta cambiando il volto del marketing (e non sempre in meglio).

Se hai aperto TikTok o Instagram anche solo una volta nell’ultima settimana, probabilmente ti sei imbattuto in un video del tipo “Unboxing del nuovo PR package di “[brand random]”. Fin qui, nulla di strano. Ormai è la routine: l’influencer riceve la scatola, si illumina, apre con finta sorpresa, mostra i prodotti, ringrazia il brand, tagga. Ma ultimamente qualcosa è cambiato.
I pacchetti PR sono diventati una corsa all’eccesso. E stanno letteralmente esplodendo.

PR box o set di un film?

Oggi non basta più inviare un rossetto con un biglietto carino. Serve l’effetto speciale. Ci sono pacchi che si aprono con la musica. Altri che contengono luci LED, specchi, sculture, fiori secchi, oggetti di scena degni di un escape room. Alcuni brand hanno spedito mini frigoriferi, altoparlanti, proiettori, valigie intere. Il prodotto reale? Una crema viso da 30 ml.

Tutto è iper curato, progettato per diventare contenuto virale. E in effetti, funziona. Ma a che prezzo?

Il marketing come performance

Questi pacchetti non sono solo promozione, sono spettacolo puro. Un modo per far parlare del brand, certo — ma anche per posizionarsi esteticamente, generare FOMO, far sentire chi guarda un semplice mortale di fronte a un’esperienza a cui non avrà mai accesso.
In un mondo dove l’unboxing è contenuto a sé stante, il packaging vale quanto (se non più di) ciò che contiene.

E non è solo questione di estetica: è un meccanismo studiato per rendere ogni momento “Instagrammabile”. Perché se non lo posti, è come se non fosse mai arrivato.

L’Impatto Ambientale dei PR Box

Il problema non è solo l’eccesso, ma anche lo spreco. Carta, plastica, gommapiuma, gadget elettronici che nessuno userà mai. Tutto questo moltiplicato per centinaia di invii a settimana. Quanti contenitori giganti vengono smaltiti dopo 30 secondi di TikTok? Quanti oggetti “wow” finiscono nella spazzatura dopo aver fatto il loro show?

L’ossessione per il PR package perfetto entra in pieno contrasto con i discorsi sulla sostenibilità e sul consumo responsabile. E la dissonanza è evidente: parliamo di skincare clean, ma spedita in 3 kg di imballaggio non riciclabile.

Serve davvero tutto questo per convincerci?

Il paradosso è che molti consumatori oggi non cercano perfezione, ma autenticità. E a volte, un pacco esagerato allontana invece che avvicinare. L’influencer che apre una scatola gigante e finge sorpresa davanti a una candela personalizzata forse non crea più desiderio, ma solo un po’ di stanchezza.

C’è un ritorno (sottile ma crescente) all’unboxing “vero”, semplice. Una bustina di prodotti, una storia onesta, un feedback non pagato.
Perché se tutto è troppo curato, troppo scenografico, inizia a sembrare finto.

Meno effetti speciali, più senso

Non c’è nulla di male nell’estetica. Ma quando il contenuto diventa secondario rispetto alla confezione, forse è il momento di fermarsi.
Il problema non è il PR box in sé, ma la sua trasformazione in performance permanente.
E anche se l’influencer che apre la valigia rosa piena di gloss personalizzati riceverà mille like, forse chi guarda apprezzerà di più un consiglio vero, detto con una fotocamera frontale e un po’ di luce naturale.

Immagini: Pinterest