Non sai neanche tu perché sei radical chic

da | LIFESTYLE

Il nuovo trend di Tik Tok è una canzone del 2019 del Pagante: Radical Chic. A suon di “sei piena di soldi, ma ti vesti male” il gruppo milanese torna nei per te, ma chi sono i radical chic?

Va nei centri sociali, vota il PD, ma abita al Bosco Verticale. Le piacciono i librI strani, i tipi un po’ cheap, le auto vintage e l’MD nei drink. Questo l’identikit della ragazza radical chic secondo Il Pagante. Un termine che molto spesso sentiamo anche nel dibattito politico attuale con una nota dispregiativa. Spesso nei confronti di una certa sinistra che parla di diritti dei più deboli dall’alto di ville lussuose e auto costosissime. L’origine di questa espressione è datata 1970 per mano dello scrittore e giornalista americano Tom Wolfe. Lo scrittore la utilizza sul New York Magazine per descrivere un comportamento preciso. L’ostentazione di idee politiche radicali (di sinistra) da parte di persone benestanti e privilegiate.

Il racconto di Tom Wolfe

Il giornalista conia il termine descrivendo una festa dell’alta società newyorkese. Nel 1970, infatti, il direttore d’orchestra Leonard Bernstein e la consorte avevano organizzato una raccolta fondi nel loro lussuoso appartamento di Park Avenue. La causa da sostenere? Il Black Panther Party, organizzazione politica afroamericana nata per opporsi alle discriminazioni razziali. Imbucatosi alla festa Wolfe si esprime con il termine radical chic per descrivere l’ipocrisia della serata. Il forte contrasto tra la causa rivoluzionaria e lo status privilegiato delle persone che “combattevano” fa storcere il naso a Wolfe. Gli sembra che i ricchi partecipanti all’evento lo facciano solo per moda, per mostrarsi fintamente vicini ad una questione sociale che guardano dall’alto dei loro privilegi.

Fin dagli inizi quindi l’espressione ha un accezione decisamente negativa. Anche il suo debutto in Italia non è dei migliori. Il termine radical chic viene infatti utilizzato per la prima volta sulle pagine del Corriere della Sera da Indro Montanelli. Il giornalista appellò così la collega Camilla Ceredana in un pezzo titolato “Lettera a Camilla” in cui la criticava perchè sosteneva ideali radicali, a detta sua, solo per apparire anticonformista.

I radical chic del pop


Nella cultura pop il radical chic è esattamente quello descritto nel testo del Pagante. Fedez e J-ax li chiamerebbero “comunisti col Rolex”. Vestono solo vintage stile boho chic, portano le friulane e vanno al mare nell’ultima spiaggia di Capalbio. Sono intellettuali, o sedicenti tali, e abbracciano ideali di sinistra pur facendo parte di mondi notoriamente conservatori. L’accezione negativa del termine viene da una palpabile incoerenza tra stile di vita e ideali. Ma chi ha detto che solo che vive certe situazioni può sentirsi vicino a determinate cause? Il dibattito sarebbe lungo e complicato. Di certo è che il fascino dello stile radical chic è indubbio. Nonostante a qualcuno faccia venire i nervi a fior di pelle. E voi vi sentite almeno un po’ radical chic?