Autenticità e imperfezione: Aimee Lou Wood rompe gli stereotipi un sorriso alla volta.
Pelle liscissima, occhi tirati, rughe inesistenti e labbra carnose. Filler, botox, face lift, e chi più ne ha più ne metta: la corsa alla perfezione, quando si tratta di aspetto fisico, non è mai stata più competitiva. Si cerca di contrastare età ed imperfezioni ad ogni costo, ma lo si fa in un contesto estremamente polarizzato: se da un lato si corre ai ripari per arginare i “difetti”, dall’altro la cultura della body positivity ci chiede di abbracciarli, amarsi per come si è, e accogliere le proprie unicità.
Vediamo corporature sempre più diverse, iniziamo ad abbandonare filtri e astute pose, osserviamo celebrità che mostrano tutti i segni che le loro pelli portano. Si cerca di far arrivare il più possibile quanto sia falsata la percezione che si ha di come il proprio aspetto dovrebbe essere. Si abbattono, quindi, stereotipi e dettami su ogni fronte. Tutto questo, però, sembra non valere per una specifica parte del corpo: i denti. O almeno, non valeva fino ad ora.

Un sorriso diventato ribellione
Avere i denti perfetti è un investimento necessario: almeno questo è ciò che si dice. Nell’era della Instagram face, ovvero dei visi perfettamente simmetrici e corrispondenti agli standard di bellezza odierni (quelli dettati dal cellulare), i denti sono quell’elemento che non si nota mai. Non se ne parla, si da per scontato che debba essere curato in un certo modo. Se ci si pensa, in effetti, per tutto il resto c’è un’alternativa: alle labbra fine, si risponde che vanno bene anche se non carnose; si celebrano i nasi in tutte le loro forme; si trova forza e unicità in qualsiasi imperfezione della pelle. E i denti? I denti no. Devono essere dritti, bianchissimi, simmetrici. Da copertina.
I denti imperfetti sono un dettaglio che sembrava essere ormai estinto, impossibile da mettere in discussione, fino a quando sulle TV di tutto il mondo è arrivata lei: Aimee Lou Wood, l’attrice britannica divenuta celebre tra i più per il suo ruolo di Chelsea in The White Lotus, ma già conosciuta per serie come Sex Education. Il suo sorriso autentico, che in passato l’aveva fatta sentire «troppo brutta» per ottenere ruoli importanti, è oggi diventato un movimento di rottura, ondata di ribellione e grido di individualità.


Perché ha scosso così tanto? Perché è reale. Tra i fabbricati divi di Hollywood, nel loro panorama offuscato dalla costante costruzione del sé, il sorriso naturale di Aimee è simbolo di umanità. Non più un difetto, ma un segno distintivo, che se la allontana dallo scintillante mondo delle celebrità, la avvicina a chi la guarda dall’altra parte dello schermo. A chi le chiede perché ha scelto di non intervenire sull’aspetto della sua bocca, risponde: “perché mi fa sentire ribelle”.
Il potere della rappresentazione
Quei denti un po’ sporgenti, che recentemente ha visto essere oggetto di scherno in uno sketch di pessimo gusto della SNL, Aimee li considera il suo superpotere. I denti dell’attrice sono un segno del tempo che cambia, un segnale culturale. L’idea che avere una certa esposizione mediatica debba corrispondere ad un aspetto impeccabile, è ormai un vecchio ricordo. Gli inarrivabili standard di bellezza vengono smontati man mano, una particolarità alla volta, e a portare la bandiera dell’antidoto agli scatti ritoccati delle dentature da diva, c’è Aimee Lou Wood.

A sua volta, lei fu ispirata dalla modella Georgia May Jagger, quando nel 2009 è diventata il volto di Rimmel London con il suo sorriso unico: da quel momento in poi, decise che invece di nascondersi, avrebbe attirato l’attenzione sui suoi denti il più possibile. E questo dimostra quanto non vi sia nulla di più potente della rappresentazione, in un mondo che spesso ci fa sentire sbagliati perché non abbastanza. Se fino ad ora, una dentatura perfetta era una promessa di bellezza, oggi, il sorriso imperfetto è espressione e libertà.
Foto: Pinterest.