La Fashion Week cinese si è conclusa tra crisi economica, colpi di scena e animali in passerella
La settimana della moda cinese continua a lanciare nuovi talenti emergenti e visioni creative, nonostante il periodo economico di difficoltà, segnato dalla spesa dei consumatori ai minimi storici e da una crescente cautela verso il futuro. Certo è che l’universo asiatico, negli ultimi tempi, sia diventato un must per la cultura occidentale, non solo in ambito moda ma anche musicale (vedasi il K-POP). Proprio per questo, la Shangai Fashion Week si conferma come uno degli appuntamenti chiave nel panorama fashion.
La cosa più intrigante è che, a differenza di Parigi, Milano o New York, il calendario della SHFW è dominato da etichette indipendenti, spesso guidate da designer appartenenti alla generazione Millennial o Zeta. Dunque, scopriamo insieme i nomi emergenti che hanno fatto più scalpore in settimana.
NMTG: tra distopia e futurismo
Chi ha assistito a questo défilé non potrà non aver pensato a Coperni, e in effetti non si sbagliava. Un affascinante déjà-vu è tornato grazie al brand NMTG, che ha inaugurato la Fashion Week, catturando l’attenzione del pubblico con una proposta sorprendente: un robot umanoide e il suo cane cyborg, entrambi creati dalla compagnia di robotica Unitree Robotics. A differenza dei robot che solitamente associamo a compiti scientifici o industriali, questa volta si trattava di vere e proprie ‘figure’ che hanno preso il posto dei modelli in passerella.
In questa cornice distopica e futuristica, rimane però da chiedersi se questo sia un segno dell’avanzamento della tecnologia nel mondo della moda o se si tratti solo di un espediente per fare scalpore e guadagnare notorietà sui social.

Le “Gong girls” di Mark Gong
Impossibile non riconoscere Mark Gong, il designer cinese “ossessionato” dalla moda Americana. La sua collezione A\I 2025-26, ha segnato il passaggio verso un’estetica più matura, trasformando attraverso gli abiti le famose It-girl americane dell’epoca — un tempo audaci e ribelli — in donne più mature, eleganti e raffinate, ma con quel tocco di freschezza che le contraddistingue, tipico dello stile Y2K.
“Abbiamo vestito buone celebrità fin dall’inizio, quindi in questa stagione abbiamo pensato di esaminare le It-girl che hanno davvero influenzato molti di noi”, ha spiegato il designer riferendosi al suo lavoro con Rihanna, Sabrina Carpenter, Doja Cat, Olivia Rodrigo e, più recentemente, Lisa per gli Oscar 2025. Alcune modelle, infatti, hanno sfilato tenendo in mano una riproduzione della statuetta d’oro degli Oscar.


Animali in passerella con Hemu e AS DALIO
La raffinatezza e l’eleganza che hanno caratterizzato questa Fashion Week prendono il nome di AS DALIO, un brand cinese nato meno di tre anni fa. Oltre a presentare in passerella un imponente cavallo nero accanto a una modella, il marchio ha saputo creare look estremamente femminili, con un’impronta minimalista che però non tralascia l’attenzione alle forme e ai volumi. L’intento è quello di esprimere, attraverso il linguaggio della moda, la nobile intellettualità e la fredda sensualità delle donne orientali.
Hemu, invece, ha dominato la scena con una visione più creativa del New Chinese Style, ispirandosi direttamente alla tradizione cinese e alle sue dinastie più influenti, portando in passerella un cammello, simbolo dell’Asia centrale.


Le spose di The Atelier Studio
Come poteva concludersi la settimana della moda se non con l’opulenza e la richezza degli abiti da sposa?
The Atelier Studio, il cui direttore creativo è il celebre Jimmy Choo, è un brand malesiano di Alta Moda fondato nel 1986, che al giorno d’oggi presenta ben 4 linee differentidi prodotti. Per l’occasione, infatti, ha sfilato la linea sposa The Bridal By The Atelier, incantando il pubblico con tessuti lussuosi e abiti principeschi, che potrebbero ricordare vagamente la celebre “Barbie magia delle feste”.
Sicuramente una degna conclusione per l’ultima giornata di Fashion Week Cinese.

Foto: VogueRunway, Instagram, Whoopsee