Cosa serve per ricevere una standing ovation da Anna Wintour?

da | FASHION

Malinconici addii, scenografie mozzafiato, debutti con i fiocchi: tutte le volte che Anna Wintour si è unita all’acclamazione del pubblico.

Il caschetto biondo, gli occhiali da sole, le stampe floreali: tutto ciò che descrive Anna Wintour rientra nella sfera del mito. Giornalista, redattrice capo di Vogue, direttrice artistica di Condé Nast e presidente dell’annuale Met Gala. Il termine iconica sembra essere nato con e per lei, che ormai già da un po’ è anche diventata una delle personalità più di spicco della pop culture. E si, anche un meme.

Gli occhi attenti della fashion community sono puntati su di lei ad ogni sfilata, lei che siede rigorosamente in prima fila, accanto agli ospiti più importanti per ogni evento. Ovviamente, sono loro ad avere l’onore di poter sedere accanto a lei, non viceversa. Alla fine del défilé, arriva però il momento più atteso: ai tanti ospiti in piedi che riempiono la sala di applausi, si unirà anche lei? Le standing ovation da parte di Anna Wintour sono un evento raro, dall’inizio della sua carriera se ne contano solamente otto. Due di esse, hanno avuto luogo durante la recentissima Parigi Fashion Week: un vero record. Ma qual è la formula per un’ovazione assicurata?

Gli addii

Ciò che più di ogni altra cosa sembra essere l’elemento chiave per ottenere il plateale applauso di Anna Wintour, è un buon vecchio addio. È stato proprio un addio il motivo della prima ovazione da parte della direttrice di Vogue America. Dopo otto anni alla guida della maison francese, Stefano Pilati lascia Yves Saint Laurent, salutando il pubblico con la sua collezione Autunno/Inverno 2012. La collezione è il disegno di una donna decisa, erotica, di potere, ma sofisticata. Il fascino notturno dello show, accompagnato dalla perfezione delle linee e da un feeling anni ’80, fa centro: per la primissima volta, si vede la Wintour unirsi alla folla che si alza per battere le mani in onore del lavoro del designer italiano.

Poco più di un anno dopo, succede di nuovo, e ancora, la motivazione è un difficile addio: l’ultima sfilata di Marc Jacobs per Louis Vuitton, la Primavera/Estate 2014. Uno show a tutti gli effetti prende vita in passerella, con una scenografia senza eguali, composta da una giostra, una fontana, scale mobili, ascensori, e un orologio ferroviario. Il tutto perfettamente laccato di nero. L’applauso, anche qui, non tarda ad arrivare.

Passano cinque anni, e nel 2019, accade un’altra volta, ma in questo caso per un addio diverso: succede infatti al chiudersi della collezione Autunno/Inverno 2019 di Chanel, disegnata da Karl Lagerfeld e Virginie Viard. La sfilata infatti fu la prima a seguito della triste scomparsa di Lagerfeld, e quindi, a tutti gli effetti un tributo alla sua carriera. Ad applaudire le modelle che camminando sulla passerella innevata chiudono la sfilata con occhi lucidi, c’è anche Anna Wintour. Infine, uno degli applausi più cliccati e ricondivisi degli ultimi anni: quello per la collezione finale di Sarah Burton per Alexander McQueen, la Primavera/Estate 2024, accompagnato da un caloroso e sorridente abbraccio.

Insomma, un commovente addio è direttamente proporzionale ad un’alta probabilità di ovazione.

L’effetto Piccioli

Ben due delle otto standing ovation portano il nome di un solo stilista: Pierpaolo Piccioli. Anna Wintour si alza entusiasta per l’Alta Moda del Valentino di Piccioli, al termine delle sfilate per le collezioni Autunno/Inverno 2022 e 2023. Nessun addio strappalacrime, nessun saluto, nessun cambio di guardia in vista (all’epoca). Solo tanto apprezzamento per una Couture senza tempo, fatta di voluminose stoffe, scultorei copricapi in piume, e ambientata in location mozzafiato: rispettivamente, la scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna a Roma, e lo Château de Chantilly, vicino Parigi.

Un perfetto benvenuto

L’apparentemente gelido cuore dell’editor più temuta del fashion system, non si scioglie solo in occasione della dipartita dei designer dalle loro posizioni di direzione creativa. Anche un buon debutto merita un lungo applauso. È questo il caso delle ultime standing ovation, che oltre a sommarsi alle altre e quindi contribuire al numero totale, che sale sempre più, segnano anche un nuovo record: due nella stessa stagione. A distanza di pochi giorni l’un l’altra, si sono susseguite la standing ovation per il debutto di Haider Ackermann per Tom Ford, e di Sarah Burton per Givenchy. Non c’è miglior benvenuto.

Quindi, se l’obiettivo è ricevere pubblico apprezzamento da parte di Anna Wintour, serve un amareggiato addio, un atteso debutto… o Pierpaolo Piccioli.

Foto: Pinterest, Vogue