Parigi Fashion Week F/W 25: Capitolo Sei

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Sesto giorno di Parigi Fashion Week: mentre i nuovi talenti continuano a prendersi i loro spazi, sfila in passerella il funerale del minimalismo.

Eccoci giunti alla fine dell’affollato calendario previsto per questa domenica parigina all’insegna della moda. A scendere in campo durante la terzultima giornata di Parigi Fashion Week, vi è il ritrovato massimalismo di Valentino sotto la guida di Alessandro Michele, i contrasti sportivo-eleganti di Balenciaga e le borse Tamagotchi di Coperni. Ma soprattutto, risuona tenace la voce della nuova generazione di designer.

Niccolò Pasquarelli mette in scena le silhouette dell’ombra

Dopo aver debuttato a Parigi sei mesi fa con la sua Primavera/Estate 2025, lo stilista italiano Niccolò Pasqualetti ha presentato oggi presso il Palais de Tokio, la perfetta continuazione del suo esordio primaverile. Le leggeri texture della precedente collezione, si fanno più pesanti, ma rimangono fedeli alle asimmetriche forme tipiche del designer. Ispirato dalle sculture di Alberto Giacometti, e dal concetto di ombre, Pasqualetti mette in primo piano l’attenzione per la linea delle silhouette. Viene inoltre sfidata la sottile linea fra design di vestiti, e design di gioielli, con un collier di perle nere che farebbe impallidire le gorgiere di qualsiasi reale d’età elisabettiana.

Duran Lantink: tra geometria e surrealismo

Il designer olandese Duran Lantink non ha alcuna paura di osare, alzando un’asticella che di stagione in stagione sembra non incontrare limiti. Il look che apre la sua collezione Autunno/Inverno 2025, è fortemente rappresentativo del suo spirito creativo, che sembra non conoscere regole: la modella Mica Argañaraz apre il défilé indossando un top in latex disegnato per riprodurre le sembianze di un busto nudo maschile, la cui controparte femminile, già iper commentata sul web che condanna il giovane designer, scende in passerella per la chiusura.

Il suo modo avanguardistico di estremizzare le silhouette, dotandole di imbottiture che esaltano la naturale anatomia del corpo, è l’elemento immancabile di ogni collezione. La novità della stagione, è il voluto accenno al cattivo gusto, di cui il vivace (e visivamente rumoroso) mix-and-matching di stampe animalier è l’emblema. Altro salto di livello, le volumetriche geometrie che sempre più sfidano le leggi della gravità, e l’equilibrio delle modelle.

Giovani, ricchi, depressi. Ma vestiti bene.

Per il prossimo autunno, il brand francese Enfants Riches Déprimés, di Henri Alexander, combatte una battaglia che sembra non saper, o voler, vincere: quella tra l’istinto e la disciplina. La collezione, chiamata Dictatorship, vede sfilare cappotti di pelle, look che rispondono all’estetica del nerdy-chic, scaldamuscoli e rischiose trasparenze. Non manca l’elemento del macabro: attorno al collo, alcuni dei modelli sfilano con quelle che sembrano essere semplici sciarpe di pelliccia, ma che in realtà, se si guarda meglio (a proprio rischio e pericolo), prendono le sembianze di furetti accasciati senza vita. A chiudere, il punto più alto della sfilata: bambini che camminano fianco a fianco con un carro armato fatto di cartone.

L’ora blu di Akris

Dimenticate la calda luce della golden hour durante i pomeriggi soleggiati che si avvicinano al tramonto: la luce perfetta per i selfie in pieno stile Pinterest, non è più di un dorato arancione. È tempo di Blue Hour, come proclama Akris nella sua collezione Autunno/Inverno 2025. Che sia navy, cobalto, denim, indaco, o il famigerato ceruleo alla Diavolo veste Prada non importa. L’importante è che sia perdutamente blu. Albert Kriemler, direttore creativo del brand, sembra condurre uno studio sul colore, proponendo il blu in varie sfumature, ma soprattutto modulandone le diverse intensità grazie all’impiego di diverse stoffe. Così, il blu del velluto è un blu denso, quello dei trench coat in vinyl è lucido, quasi metallizzato, mentre quello degli inserti in pelliccia non riflette alcuna luce, risultando talmente scuro da sembrare nero. In fondo, cos’è il blu se non l’ultimo accenno di luce prima del buio?

Foto: Vogue