Dalla sovversione estetica, Undercover passa alle passerelle parigine
Se c’è un nome che ha saputo coniugare la ribellione dello streetwear con la maestria sartoriale della haute couture, questo è senza dubbio quello di Undercover. Fondato nel 1990 da Jun Takahashi, il marchio ha attraversato con passo sicuro il sentiero che porta dall’underground giapponese alle vette della moda internazionale, scrivendo una storia di estetica sovversiva e di culto per il dettaglio.
UN PUNK VISIONARIO
L’avventura di Undercover nasce a Tokyo, nell’ambiente effervescente dell’Harajuku Scene, un crogiolo di creatività e sperimentazione. Jun Takahashi, giovane talento uscito dal Bunka Fashion College – lo stesso che ha formato geni come Yohji Yamamoto e Kenzo Takada – si fa subito notare per la sua attitudine punk e per la capacità di reinterpretare il caos urbano in abiti di squisita fattura.
Le sue prime creazioni, prodotte in collaborazione con Nowhere, il negozio concettuale fondato assieme a Nigo (futuro padre di A Bathing Ape), riscuotono immediatamente l’interesse degli appassionati di moda d’avanguardia. L’obiettivo di Takahashi? Unire la bellezza alla stranezza, la cultura pop alla destrutturazione sartoriale.

L’ASCESA DI UNDERCOVER: DA TOKYO A PARIGI
Nel 2002 arriva il grande salto: Undercover debutta alla Paris Fashion Week, affiancato dal sostegno del titanico Rei Kawakubo di Comme des Garçons. È un momento spartiacque: Takahashi porta in passerella un’estetica che mescola il gotico all’avanguardia giapponese, lo streetwear all’alta moda. Il suo stile si distingue per l’uso magistrale della deformazione, del layering estremo e della grafica potente, dando vita a silhouette distorte e atmosfere surreali.
La critica è rapita: “L’anti-moda diventa arte”, scrivono i giornali dell’epoca. Ed è proprio questa ambivalenza tra caos e precisione sartoriale che rende il brand irresistibile.
MANIFESTI DI UNA RIVOLUZIONE
Nel corso degli anni, Undercover ha saputo reinventarsi stagione dopo stagione, dando vita ad alcune delle collezioni più memorabili della moda contemporanea:
- Autunno/Inverno 2003 – Scab
L’esordio parigino di Takahashi è uno spettacolo di decostruzione punk e couture gotica. Ganci, cinghie, strati di tessuto strappato e cappotti dal taglio chirurgico raccontano un’estetica che evoca il fascino del proibito. - Primavera/Estate 2006 – T
Una delle collezioni più celebrate, in cui il designer gioca con le deformazioni delle silhouette, creando abiti che sembrano sgretolarsi addosso alle modelle. Il concetto di “bellezza imperfetta” è portato all’estremo. - Autunno/Inverno 2014 – But Beautiful
Qui Takahashi rende omaggio alla poesia visiva: cappotti con stampe ispirate all’arte di Gustav Klimt, abiti dalle proporzioni esagerate e un mix perfetto tra l’eleganza europea e il dinamismo giapponese. - Primavera/Estate 2018 – Order/Disorder
Un’esplosione di caos controllato, tra t-shirt sovrapposte, grafiche ispirate ai capolavori del Rinascimento e capi che sembrano smembrarsi in passerella. Qui, Undercover riesce a dialogare con la tradizione e la rivoluzione nello stesso istante. - Autunno/Inverno 2021 – Fallen Man
Un’opera teatrale più che una sfilata: trench spettacolari, maschere inquietanti e un senso di malinconia futuristica che conferma la grandezza del marchio. Takahashi dimostra ancora una volta la sua maestria nel raccontare storie attraverso i vestiti.

UNDERCOVER: TRA STREETWEAR E LUSSO
Oggi Undercover non è solo un brand, ma un manifesto culturale. Tra collaborazioni con giganti come Nike, Valentino, Supreme e Uniqlo, Takahashi ha saputo mantenere la propria visione artistica senza scendere a compromessi. Il suo stile continua a ispirare una nuova generazione di designer e ad affascinare chi cerca nel vestire qualcosa di più di un semplice abito: una narrazione, un’emozione, un frammento di mondo in continua evoluzione.
D’altronde, come ama ripetere Takahashi stesso: “We make noise, not clothes”. Ed è proprio questo rumore – elegante, dissonante e ipnotico – a rendere Undercover un punto di riferimento della moda contemporanea.

LA CELEBRAZIONE
Ieri 5 Marzo, a Parigi, Jun Takahashi, il visionario dietro Undercover, ha celebrato il 35° anniversario del suo marchio con una sfilata alla Paris Fashion Week F/W 2025-2026 che ha reso omaggio alla sua eredità creativa. In questa occasione, lo stilista ha reinterpretato la sua collezione cult dell’autunno 2004, fondendo passato e presente in un’esperienza unica.
La sfilata ha creato un’atmosfera che, ha sottolineato l’importanza di questo traguardo. Inoltre, Takahashi ha presentato una nuova collaborazione con Champion, dimostrando ancora una volta la sua capacità di unire l’estetica streetwear con l’alta moda.


Dal 1990, Undercover è diventata un simbolo dello streetwear giapponese, grazie alla visione innovativa di Takahashi. Il brand ha saputo evolversi nel tempo, mantenendo sempre una forte identità e continuando a influenzare la moda contemporanea. La sfilata del 35° anniversario ha rappresentato non solo una celebrazione del passato, ma anche una dichiarazione d’intenti per il futuro di Undercover, confermando la sua posizione di rilievo nel panorama della moda internazionale.
Photocredits: Pinterest, Fashion Network