Passerella dopo passerella, eccoci arrivati alla fine della quarta giornata della Milano Fashion Week F/W 2025. Vediamo cosa è successo.
La frenesia della settimana della moda continua senza sosta, e all’alba delle ultime due giornate di show nel weekend, grandi e piccoli brand si susseguono in un calendario che non conosce riposo. Un fil rouge ha però unito quasi tutte le sfilate di questa giornata di Milano Fashion Week: lo sguardo verso la tradizione. Iniziamo con Institution e i suoi interrogativi sull’identità culturale, per finire con Versace che guarda al suo heritage per puntare al futuro.
La tradi(innova)zione di Institution
Ad aprire le danze della quarta giornata della settimana della moda milanese, un patto d’unione fra Italia e Georgia: Galib Gassanoff, originario di Tblisi, fa fiorire la sua moda con Institution. Chiamata El, la collezione esplora il concetto di identità e appartenenza, intrecciando lo studio delle tradizioni azere con le tradizioni pastorali della transumanza del bisnonno del designer, in un trionfo di materiali naturali come lana, cotone e pelle. Ciò che rende attuale la collezione, aggrovigliando sapientemente passato e presente, è l’utilizzo di materiali innovativi per ricreare le texture: lacci e bottoni diventano così il centro dell’attenzione. Il tutto viene accompagnato da una palette di colori neutri, che lascia spazio all’esaltazione della forma.


Essere o non essere minimal? Questo il dilemma
Una tendenza che sembra non riuscire a rimaner lontana dalle passerelle è quella del minimalismo, è innegabile. Ciò che però si fa sempre più strada, è la sua riformulazione. Sportmax ad esempio, pur optando per tonalità perlopiù neutre e silhouettes fluide, eleva la sua inclinazione al design minimal con pesanti frange, mix and match di pattern e volumetriche pellicce, in favore di una “iper-reinvenzione”, come citato nelle note ad accompagnamento della collezione. Lo stesso vale per Tod’s: proponendo una collezione che sembra essere un perfetto guardaroba di outfit giornalieri, non rinuncia alla sperimentazione con attraverso un attento lavoro di layering.


Ogni trend però, vive anche in funzione del proprio opposto: non c’è alcun minimalismo senza un po’ di sano massimalismo. A correre in soccorso degli amanti dell’eclettismo, arrivano infatti Missoni, Moschino e Versace. Il primo con le iconiche combinazioni di pattern, il secondo tramite abiti tridimensionali che sfidano la gravità e l’illusionismo, con stole tenute ferme da meta-spille: non spille reali, ma foto di esse che fungono da tali. Ultimo ma non meno importante, il ritorno allo sfarzo messo in atto da Versace, le cui famosissime stampe dorate tornano a sfilare.




Il fascino genderless di Sunnei
Le shopping bags sono l’unico accessorio di cui i modelli di Sunnei hanno bisogno: con le braccia lungo i fianchi e le mani piene di sacchetti con stampato il logo del brand, sfilano in abiti che celebrano l’estetica sporty-chic. Ponendo il focus sui colori primari, lo stile urban della collezione sfida la nuova frontiera dello streetwear, quella genderless. Il brand, fondato nel 2014 da Loris Messina e Simone Rizzo, nasce infatti proprio dalla necessità di raccontare i giovani milanesi, le loro similarità e differenze accomunate dallo stesso stile di vita. La freschezza del brand è resa nella collezione grazie ad un misurato gioco di texture, che trova sfogo nelle scarpe a frange o nei berretti dai quali scendono lunghi capelli di lana arricciata.


Foto: Vogue