Milano Fashion Week F/W 25: capitolo due

da | FASHION

Il secondo giorno di Milano Fashion Week si chiude con lo show che celebra i 100 anni di maison Fendi. Cosa è successo a Milano?

La settimana della moda meneghina è ormai entrata nel vivo dei giochi. La città pullula di influencer ingioiellate e la stampa corre da un evento all’altro per vedere tutto quello che c’è da scoprire. Tra presentazioni e sfilate della Milano Fashion Week la città è sottosopra, non c’è tempo da perdere.

Grandi nomi, addii ed anniversari


La seconda giornata è la più attesa, lo show di Fendi, che celebra il centenario della maison, è l’evento maggiormente chiacchierato. È stupenda la collezione pensata da Silvia Venturini Fendi per celebrare il centenario di un brand che ha fatto realmente la storia del made in Italy. Le pellicce, fortuna del marchio, non mancano in una sfilata che racconta di un’eleganza d’altri tempi, ma pur sempre update. Anche la pulizia di Jil Sander sfila a Milano con l’annuncio dell’addio di Luke e Lucie Meier.


Tra i grandi nomi l’apprezzatissimo Diesel di Glen Martens è diventato un appuntamento imprescindibile per la moda Milanese. In una scenografia fatta di gonfiabili colorati sfila una collezione che pare non trovare la retta via. Le uscite si alternato tra look estremamente interessanti, con maglioni che simulano la pelle umana e top che si allontanano dal corpo, e outfit che sembrano un terribile ibrido tra i tailleur in tweed di Chanel e la Bar Jacket di Dior.

Il romanticismo approda in fashion week


E mentre nel centro del quadrilatero si alternano presentazioni e show di nomi altisonanti, che spesso deludono le aspettative accontentando i bilanci, le collezioni più cool si sviluppano nella periferia della città. Supportata da Linea Pelle designer, sfila infatti, Giuglia la collezione “Museo 2025”. Il giovane brand, che crede profondamente nell’upcycling, porta in scena una collezione in cui ogni pezzo diventa un’opera d’arte. Stratificazione e mix&match di materiali rendono ogni pezzo un mosaico di texture ed ispirazioni che trovano origine nelle pitture rinascimentali e fiamminghe di Antonello da Messina e Van Eyck. Chiude lo show una canzone di Mina “Luna diamante” che rende tutto ancor più magico.


La seconda giornata di Milano Fashion Week parla di poesia, al mercato floricolo sfila, a tal proposito, “Memoria futura” di Marco Rambadi. il designer si promette, con questa collezione, di creare nuove tradizioni da affiancare a quelle che l’hanno cresciuto. Una nuova trama sulla maglieria, un vecchio abito che diventa nuovo uscendo da un baule compongono sono uno show che racconta il futuro della moda italiana.


Non c’è poesia senza Antonio Marras, perfino Sharon Stone accorre in prima fila per applaudire il poeta della moda. Lo stilista, infatti, mette in scena un vero e proprio spettacolo teatrale che si ispira all’opera “La bella d’Alghero” del 1892. Le sorelle Eulalia e Rosalia si contendono l’amore di Efisio nel giorno della festa di San Michele, il 29 settembre. Tutto ciò si trasforma in uno show fatto di abiti parlanti e cromie incalzanti che partono dal nero e arrivano, con un climax ascendente, al candido bianco sporcato dal rosso Marras. Meno glamour, e certamente più giocose, sono le vezzose donne di Vivetta. Anche per questa stagione il brand non si smentisce e porta in scena una femminilità dolce, fatta di fiocchetti e gattini i cui miagolii chiudono lo show.

Dopo la sfacciata femminilità messa in scena da Dsquared2 al suo secondo capitolo Milano riscopre una donna romantica. Talvolta più sexy e glamour, altre fatta di pizzi e merletti. La moda femminile mette in scena la pluralità dell’essere donna, non propone uno schema unico, ma promuove, almeno sulla carta, una femminilità libera di essere ciò che si sente.

Foto: Vogue