London Fashion Week: la creatività vive a Londra

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Nuovi volti, vitalità e provocazione: ripercorriamo i momenti salienti della London Fashion Week FW 25.

È giunta al suo termine ieri la seconda settimana di cui si compone il mese della moda dedicato alla presentazione delle collezioni Autunno-Inverno 2025: la London Fashion Week. Da sempre palcoscenico per eccellenza per i designer indipendenti, Londra continua a spiccare per l’attenzione alla creatività, la presenza di nuovi brand, e la capacità di andare oltre gli schemi.

Strizzare l’occhio alla Couture

Inaugurando la settimana, Harris Reed presenta una collezione di soli quattordici abiti, che più che ready-to-wear sembrano strizzare l’occhio alla Couture. Stoffe imponenti, crinoline e spalle spigolose tinte di nero, con dettagli oro e blu, sono simbolo dell’incontro di due degli elementi più caratteristici della cultura inglese: l’età Vittoriana e il punk. “Ogni look reclama il suo spazio”, proclama Reed. In senso letterale, visti i volumi.

Lo stesso approccio viene adottato da Richard Quinn, le cui modelle sfilano sotto la neve. Quinn immagina i suoi abiti come quelli degli invitati ad una cerimonia d’inverno, e l’ispirazione fonda le sue radici nella Haute Couture anni Cinquanta, come si evince dalle silhouettes, che spiccano grazie a decorazioni quali micro perline, camelie e fiocchi.

Le donne vengono da Venere, e Venere viene dal caos

Attraversare la distruzione per arrivare alla bellezza: questo il tema della collezione Autunno-Inverno 2025 di Dilara Findikoglu, chiamata Venus from Chaos. I corsetti di conchiglie, gli spilli, le trasparenze e le vite dei pantaloni estremamente basse esaltano quella che è l’iper-femminilità di cui Dilara si fa portavoce, eterea e ribelle allo stesso tempo. I capelli fungono da abiti, dando vita ad una moderna Venere di Botticelli. La sfilata è un climax che dall’oscurità arriva alla luce, culminando nell’ultimo abito, la punta di diamante della collezione: un tubino di pelle nude, che imita quella del corpo, le cui decorazioni sono state tatuate a mano dal tattoo artist Jonah Slater, compagno della designer.

La lepre e la tartaruga vestono Rocha

Simone Rocha ricorda ancora una delle sue conversazioni con la preside della sua scuola, Miss Ruddock, che le raccontò la favola della lepre e la tartaruga, spiegandole che nella vita si può essere solo una o l’altra. Rocha dichiara fieramente: “Sono così pronta ad essere una tartaruga!”. Insomma, un po’ come dire che chi va piano va sano e va lontano. E mai affermazione fu più vera per Rocha, il cui marchio esiste da quindici anni, ma conosce il successo solo in tempi relativamente recenti. Così, la tartaruga e la lepre sfilano tra le mani delle modelle, o appoggiate sulle spalle come stole. Gli elementi immancabili? Pellicce, fiocchi, e l’inconfondibile rosa cipria tipico del brand.

I nuovi talenti

Come ogni stagione, ciò per cui di più spicca la città è lo spazio dedicato ai nuovi talenti. Jawara Alleyne si concentra sulla decostruzione degli abiti, per lui l’unica via percorribile per arrivare alla loro realizzazione; Pauline Dujancourt trae ispirazione dal ricordo della nonna, che le insegnò a lavorare a maglia, e al suo vaso di fiori rossi che fioriva solo una volta l’anno, a febbraio: proprio come la Fashion Week. Conner Ives invece, con la sua collezione dal nome All That Jazz, richiama il massimalismo anni Ottanta, con lo scopo di offrire una via di fuga dall’ordinario.

Due sono le texture che più di tutte richiamano l’attenzione: le ormai iconiche spikes di Chet Lo, che continuano a conquistare Londra in colori e dimensioni diverse, e le plissettature di Petra Fagerstorm, che ha presentato la sua capsule durante la sfilata del Central Saint Martins, il prestigioso e famosissimo istituto di moda inglese.

Non c’è Londra senza Burberry

Un misterioso cavaliere in armatura d’acciaio, aggirandosi tra i corridoi della venue dello show, attira l’attenzione (e posa per i selfie) di tutti. Ma non per molto. Appena le luci si affievoliscono, lasciando spazio agli abiti, si assiste allo sfilare del puro spirito londinese. Facendo un salto indietro nel tempo, la collezione si concentra su ciò che in passato ha segnato il successo di Burberry: l’outerwear. Giacche di pelle, trench coats, ombrelli, velluto lavorato ed improvvisi picchi di colore sono gli elementi che Daniel Lee ha scelto per segnare la rinascita del brand, da troppo tempo messo da parte. Una conclusione in perfetto stile british per questa London Fashion Week.

Foto: Vogue