Come procede il liceo del Made in Italy?

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Si sono appena concluse le iscrizioni degli studenti delle scuole medie agli istituti superiori e, ancora, il liceo del made in Italy fatica a decollare

Ormai dal ottobre 2022 il governo Meloni (che ancora non era nemmeno insediato) pubblicizza il Liceo del Made in Italy. Proposta di legge posta in essere a giugno 2023 quando venne istituito questo indirizzo come variante al liceo delle Scienze umane con opzione economico sociale. “Il liceo del made in Italy offre un percorso formativo completo integrando scienze economiche e giuridiche con le scienze matematiche, fisiche e naturali” spiega il Ministero dell’Istruzione. Nello specifico il programma prevede, dal terzo anno, lo studio di materie come “Scienze giuridiche per il Made in Italy” e “Scienze economiche per il Made in Italy”. La legge prevede anche l’istituzione della fondazione “imprese e competenze” con lo scopo di favorire l’inserimento degli studenti liceali nel mondo del lavoro attraverso una rete che collega scuole e imprese. 

In tutta Italia, lo scorso anno, erano state raccolte circa 500 iscrizioni. Delle 128 scuole che chiesero l’avviamento del nuovo indirizzo solo 92 confermarono la scelta in fase di iscrizioni. Nonostante una deroga del governo, che riduceva il numero di studenti minimi per classe, furono pochissime le scuole a formare delle classi del nuovo indirizzo. Uno scenario simile era stato previsto da dirigenti scolastici ed esperti di settore anche per l’anno 2025, ma il governo era convinto in un miglioramento. E così, con un comunicato stampa riguardo le iscrizioni alle scuole superiori per l’anno 2025/2026, il Ministro Valditara ha annunciato con gioia l’aumento del 10% delle iscrizioni al liceo del Made in Italy. Nonostante i proclami l’amento risulta, ad un occhio oggettivo, assolutamente irrisorio.

Un liceo di propaganda

Anche per l’anno scolastico 2025/2026 le scuole italiane faranno fatica ad avviare nuove classi del Liceo del Made in Italy. Esperti e dirigenti scolastici valutano questa scelta come un “flop” vista la bassissima quota di iscrizioni. Repubblica riporta, per esempio, che a Crema le iscrizioni alla nuova proposta (promossa da quasi tutti gli istituti della zona)  sono state lo 0,1% del totale. Secondo gli esperti si tratta di un’istituzione a puro scopo di propaganda che, in essere, non ha nulla da dare.

Inoltre molti si trovano in disaccordo con l’approccio così stretto tra scuola e mondo del lavoro. Per tempo ci siamo lamentati di quanto la scuola secondaria di secondo grado fosse distante dalla vita reale, dal mondo lavorativo. Gli insider però spiegano come questo, al contrario di quello che si può pensare, sia un valore aggiunto. Lo scopo degli istituti superiori, in effetti, non è quello di preparare gli studenti al lavoro (percorsi professionali esclusi), ma quello di conferire ai ragazzi un bagaglio culturale tale da potersi muovere con coscienza e consapevolezza nel mondo. 

Perchè nessuno si iscrive al Liceo del Made in Italy?

Difficile individuare le reali motivazioni per cui questo liceo non prende piede. Forse manca chiarezza nei confronti di materie poco specifiche alle quali viene aggiunto il suffisso made in italy giusto per renderle adatte al contesto. Ma poi perchè un ragazzino di terza media dovrebbe essere attratto dalla valorizzazione del made in Italy, che forse non sa nemmeno cos’è. Il sentimento generale è che questa parola “made in Italy” preceduta dal verbo “valorizzazione” venga inserita un po’ ovunque senza una reale cognizione di causa. Probabilmente per valorizzare il patrimonio culturale e industriale del Belpaese la soluzione non è creare un indirizzo liceale fintamente ad hoc. 

Inoltre, a giudicare dalle materie, pare che nel programma la valorizzazione del made in Italy passi solo ed esclusivamente attraverso il profilo economico e giudico. Pochissimi i riferimenti al lato culturale del patrimonio italiano se non per l’inserimento di “storia dell’arte e del design” durante il triennio. Prima di preoccuparsi di come veicolarlo questo made in Italy, forse, c’è bisogno di una conoscenza profonda. In alternativa continueremo a vedere campagne come Open to Meraviglia che trasformano la Venere del Botticelli in un’influencer dall’aria cheap.