Cronache di un’haute couture parigina a metà

da | FASHION

Il sogno parigino finisce con le ultime sfilate dell’haute couture francese. Ma cos’è l’alta moda nel 2025?

Magia, arte, bellezza…sono queste le sensazioni che dovrebbe evocare l’haute couture francese. Momento di massima espressione della creatività degli stilisti che non necessita di assecondare logiche di mercato. La città, storicamente, ha abituato il pubblico a spettacoli roboanti e colpi di scena mozzafiato. Le aspettative, infatti, ogni hanno sono sempre più alte; forse anche per questo le sfilate della stagione lasciano un po’ con l’amaro in bocca. Sono pochi i lampi di genio che fanno sobbalzare dalle sedute. Alla ricerca di una nuova bellezza tanto preferiscono il raggiungimento di un bello eterno ed indiscutibile.


A farla da padrone, anche quest’anno, è lo Schiaparelli di Daniel Rosberry. Un tripudio di lavorazioni eccezionali calcano una passerella tinta di color champagne che narra la storia di chi ha sempre puntato in alto. È Icarus il titolo della collezione con un chiaro rimando ad al mito greco. Rosberry raccoglie dal passato per costruire il presente e, così facendo, rimane sempre attuale pur realizzando abiti con nastri degli anni ‘20 e ‘30, scovati in un piccolo negozio parigino, da cui è composta parte della collezione.

Parla di passato anche lo show del Valentino disegnato da Alessandro Michele. Il debutto dello stilista nel mondo della couture lascia perplessa la critica. Tra chi lo vede troppo ancorato all’archivio e chi ne nega i punti in comune con il Signor Garavani. Per la sua prima couture Alessandro Michele rende suoi i codici di Maison Valentino e guadagna la fiducia della premiere, come lui stesso ha dichiarato. Emblematico il titillo della collezione, Vertigineux, che rievoca la sensazione di “paura” che si prova a lanciarsi nel vuoto. Mai metafora più azzeccata.


A non suscitare alcun tipo di vertigine, se non per l’estrema bellezza, sono show come quello di Armani Privé, Elie Sab o Zuhair Murad. Passerelle in cui sfilano abiti bellissimi pensati per donne stupende e occasioni mondane. Nient’altro che bei vestiti realizzati in maniera eccellente. Ricami perfetto, linee impeccabili che raccontavano la storia di una bellezza di cui forse non abbiamo più bisogno. Eppure lo show dedicato ai 20 anni della linea Privé di Re Giorgio ancora riscuote un successo incredibile. 94 uscite che raccontano la vita di chi ha fatto la storia della moda italiana.


Siamo portati a vedere la couture come un mestiere adulto, qualcosa di datato. Non mancano, a questo proposito, le crinoline del Dior di Maria Grazia Chiuri o i tailleur dello Chanel non ancora rinnovato da Matthieu Blazy. Eppure, tra le sfilate, si scorge anche qualche giovane promessa. Il merito è tutto di Jean Paul Gaultier che, ogni anno, sceglie un designer “emergente” e gli affida la realizzazione delle sue collezioni. Questa stagione è stato il turno di Ludovic de Saint Sernin. “Un incontro fatto in paradiso” lo definisce Rick Owens accorso a vedere lo show. I codici di Ludovic si fondono alla perfezione con la moda di Gaultier. Il risultato? Una collezione matura e di una raffinata audacia che risveglia la settimana della couture francese.


E se si parla di audacia non si può non nominare lo show di Viktor&Rolf che, per l’occasione, si chiedono cosa definisca la couture. Partendo dalla base di un look semplice come jeans, camicia e capospalla beige trasformano tutto in un virtuosismo tecnico che diventa bello nella sua ridondanza.


Ormai l’haute couture non è più solo francese, dall’India arriva, infatti, lo stupendo design di Gurav Gupta. Una couture meravigliosa che fonde moda, tecnologia e tradizione in un simbiotico nucleo di bellezza per nulla francese. Un’alta moda che sa di lontano e descrive un’eleganza inedita. Fuori calendario anche l’Italia fa pressioni per conquistare Parigi. Il duo siciliano Dolce&Gabbana, infatti, sfila in occasione del trasferimento della sua mostra milanese a Parigi. Un successo che vuole dimostrare che, in fondo, ”italians do it better”.

Toglieteci tutto, ma non l’alta moda!

Foto: Vogue Runway