Potreste scoprire di star seguendo Trump, il nuovo Presidente degli Stati Uniti, senza nemmeno saperlo o aver mai visitato la sua pagina. Possibile sì, e del tutto legale.
Allo show delle elezioni di Trump, nolenti o volenti, abbiamo partecipato un po’ tutti. Bene, a quanto pare avremmo fatto anche di più, ma senza rendercene conto.
Molte persone hanno scoperto di seguire l’account Instagram di Trump, contro la propria volontà.
Si è dato il via all’allarme e al complotto, proprio come all’America piace fare. Forti anche della presenza di Mark Zuckerberg all’evento. Il proprietario di Meta, il colosso a cui appartiene Instagram, era nelle prime file durante il grande evento americano. Le persone, quindi, hanno unito i puntini arrivando alla grande teoria del complotto tra la Casa Bianca e l’imprenditore. In realtà Zuckerberg (più o meno) non c’entra nulla e nemmeno Trump.
Sembrerebbe essere tutto normale e spiegabile. Gridando allo scandalo e alla violazione della privacy a così pieni polmoni si è riusciti a scomodare anche i grandi uffici di Meta, da cui è arrivata la spiegazione.

Il direttore delle comunicazione di Meta ha raccontato di come sia tutto un grande fraintendimento.
Vi soiego meglio..gli account incriminati sono i profili Instagram di Trump e JD Vance, l’attuale vicepresidente degli Stati Uniti. Il fatto è questo: l’azienda, dopo l’insediamento di una nuova amministrazione presidenziale, adotta una prassi particolare. In questo processo gli account Facebook e Instagram della precedente amministrazione vengono archiviati e tutti i follower si spostano a quelli nuovi. I quali ora sono: @potus per Trump e @vp per Vance.
In sostanza, Trump e Vance hanno ereditato i follower che prima del giuramento appartenevano ai profili istituzionali di Joe Biden e Kamala Harris.
Per voi ha senso? Per me non troppo, ma sono multinazionali, una spiegazione ce l’hanno sempre. (O forse ho guardato troppe volte “The Social Network”). Sicuramente non si tratta di un complotto e tantomeno di favoreggiamento, forse, ma vero è che l’azienda ha annunciato alcuni cambiamenti. Questi per riposizionarsi in vista dell’insediamento della nuova presidenza. Tra questi abbiamo l’abolizione del programma di fact checking, l’interruzione dei programmi di diversità, equità e inclusione e dulcis in fundo una ricomposizione del consiglio d’amministrazione dell’azienda.

Ora, per quanto gli username dei due personaggi sembrino gli stessi del rapper emergenti che tutti abbiamo nel nostro quartiere, il loro significato spiega molto più facilmente questa incomprensione.
POTUS, infatti, altro non è che l’abbreviazione per President Of The United States. VP per Vice President.
Quindi, il nostro follow non ci è stato strappato dai nostri cari rappresentanti di partito, ma è rimasto lì dove stava. Questo perché non seguivamo la persone nello specifico, quanto piuttosto la carica istituzionale. Infatti, i profili rappresentano gli account ufficiali dell’amministrazione insediata nella Casa Bianca nell’attuale momento storico. I profili personali sono tutt’altra cosa.
Insomma, morale della favola: non inquadrare Zuckerberg negli eventi importanti. Questo perché senza la presenza di uno dei titani dell’oligarchia tecnologica, forse non avremmo puntato il dito così velocemente contro Meta. O forse non sarebbe cambiato nulla e i fili della trama sarebbero stati tirati lo stesso a conclusione.

Nessun complotto: i profili ufficiali contano gli stessi follower di prima, cambiano solo il numero di post e di seguiti.
Ma Meta ci ha comunque messo lo zampino. Infatti, cercando l’hashtag #democrat, non compare niente se non la scritta “abbiamo nascosto questi risultati” perché, a quanto pare,“potrebbero contenere contenuti sensibili”. Questo ha fatto un po’ storcere il naso perché, guarda caso, è capitato proprio a pochissimi giorni dell’annuncio di Zuckerberg dell’eliminazione del programma di fact checking da tutti i sociali. Oltre che al successivo, presunto ancora, trasferimento del team di moderazione dei contenuti dalla California al Texas “per isolarlo dai pregiudizi culturali”.

Di nuovo, però, arriva il dipartimento di comunicazione dell’azienda a calmare le acque e ci spiegano che si tratta di un errore che concerne vari hashtag e “non sono quelli di sinistra”.
Tutto sommato mi è andata bene, mille volte meglio fare l’unfollow al profilo di Trump che vedersi ricomparire il segui sul profilo di “quell’ex”. Peccato però che nonostante molti smettono di seguirli, dopo pochi minuti si ritrovino di nuovo il profilo della presidenza nei seguiti.