Saraheyfooreal: un’altra faccia della moda su Tik Tok

da | SUSTAINABILITY

Su Tik Tok è famosa per i suoi stitch pungenti e il dissing con Gianmarco Zagato e Nicole Pallado. In realtà è una professionista del settore moda che ha molto da dire: Saraheyfooreal.

Quando e perché hai deciso di lanciarti sui social con Saraheyfooreal? E perché proprio Tik Tok?

Io Tik Tok l’ho conosciuto ed ho cominciato ad usarlo per il mio e-commerce di home decore d’antiquariato. Mai avrei pensato di parlare di moda. Seguendo la piattaforma mi sono accorta che si parlava di moda in maniera molto semplicistica ed assolutamente non tecnica. Quindi ho deciso di coprire questo buco.

Qual è stato il tuo primo video? E come è andato?

Era il periodo delle sfilate ed io commentai lo show di Erdem. Il video andò subito benissimo, per i miei standard. Così capii che c’era uno spazio per parlare di moda nel modo giusto. Iniziai così girando, sullo stesso account, video di home decor e di moda. Poi mi venne hackerato il profilo. E quando lo riaprii lo dedicai solo alla moda e lo chiamai Saraheyfooreal.

E quando non ci sono le sfilate?

Così nasce la mia rubrica “ma ne vale la pena” in cui analizzo le proposte dei brand sui loro e-commerce.

Arrivi sui social un po’ per caso…oggi, invece, hai una sorta di strategia?

Strategia mi sembra esagerato. Cerco di essere costante nella pubblicazione. Prima caricavo 5 video al giorno, oggi sono diventati 3. Dedico a questa attività un’ora ogni mattina prima di iniziare il mio vero lavoro. Non scrivo i video e non programmo, cerco solo di essere costante.

Pensi che il successo dei tuoi video derivi da una certa passione per il dissing? Oppure credi che le persone si stiano effettivamente interessando a questa narrazione della moda?

Non ho una risposta certa a questa domanda. Io non faccio gli stitch per rincorrere il dissing, ma perché trovo interessante l’argomento e vengo taggata dai miei follower. Sicuramente alcuni di questi portano persone, ma non è un’equazione certa. Non è detto che prendendo un video con tante visualizzazioni il mio stitch abbia lo stesso riscontro. Lo scopo dei miei video non è criticare le persone in sé.

Invece fanno spesso stitch ai tuoi video?

Devo dire di no, e questo mi dispiace, vorrei succedesse più spesso. C’è da dire che a rispondermi spesso sono persone con molto più seguito di me. Ultimi Nicole Pallado e Gianmarco Zagato che se la sono presa moltissimo! Ci hanno persino fatto una puntata del loro podcast, mai avrei pensato.

Parlando di tutto il caso Gianmarco Zagato e Nicole Pallado, senza entrare nel merito della questione, perché pensi che tutti si sentano in diritto di parlare di moda?

Sicuramente è qualcosa che, oggi più che mai, riguarda tutti. Perciò è normale che tutti parlino di moda e ne parlino come bene di consumo. Quando si entra nel tema della produzione, però, c’è bisogno di più attenzione e competenza. Riguardo gli influencer c’è chi ne parla per tornaconto personale. Perché magari ha un proprio brand e deve giustificare certe scelte, proprio come Nicole Pallado. Detto ciò non ci si può nemmeno aspettare che nessuno ti risponda o evidenzi che stai dicendo un’inesattezza.

Chiudendo il discorso, ci sarà mai un falò di confronto con loro?

Ma volentieri, io non ho nessun problema ad incontrarli. Sono talmente tranquilla su quello che dico che potrei fare con loro una puntata del podcast.

Entriamo nel merito dei tuoi argomenti. Andrea Guerra, CEO del gruppo Prada, ha dichiarato: “Abbiamo sbagliato ad aumentare i prezzi” cosa ne pensi?

Beh, che ha assolutamente ragione. Però, innanzitutto, se ne è accorto troppo tardi. E poi bisognerebbe anche fare qualcosa magari. Peccato che il qualcosa che lui ha proposto non può essere la soluzione. Guerra dice che bisognerebbe migliorare la comunicazione per giustificare i prezzi, ma il problema non è affatto la comunicazione. Se il problema sono i prezzi si potrebbe tranquillamente abbassarli. Poi però i consumatori che hanno acquistato a quei prezzi si sentirebbero presi in giro. E crollerebbe tutto il mercato che gira attorno al lusso, dal vintage al resell.

In che senso?

Siamo portati a considerare alcuni accessori di lusso come un investimento, quando non è così. Questo aumento proporzionale dei prezzi nel tempo è una situazione temporanea, non sarà così per sempre. Il giorno in cui questo si fermerà la Birkin non sarà più un bene rifugio, così come tanti altri. Comunque la verità dietro il problema dell’aumento dei prezzi, non è l’aumento in sé, ma il drastico calo della qualità che rende i costi ancor più ingiustificati.

Parlando di qualità, nella rubrica “ma ne vale la pena” del tuo profilo Saraheyfooreal fai notare le criticità di grandi brand. La moda ha ufficialmente tradito la fiducia dei consumatori?

Purtroppo sì. Mentre prima un capo di lusso era sinonimo di grande qualità e design ricercato, oggi non è più così. Vent’anni fa quando andavo a fare ricerca nelle boutique vedevi davvero cose incredibili, oggi trovi, invece, gli stessi capi che vedi da Zara. Questo è figlio di una velocità richiesta alla moda che non fa parte del suo DNA. Con tutte queste collezioni annuali non si può mantenere lo standard di prima.

Quando si parla di alternative sostenibili al fast fashion si parla sempre di second hand, ma questo smisurato consumo di moda di seconda mano, può diventare un problema?

Lo è già secondo me. Io compro second hand da molto prima che diventasse un trend. Negli ultimi anni, anche con l’arrivo dell’online, ne ho comprato sempre di più. E mi sono accorta di un drastico calo della qualità. La richiesta è tanta ed inizia a scarseggiare il prodotto di qualità, ma perché manca nei nostri armadi. Per altro questo esagerato consumo di vintage viene fatto con la stessa bulimia con cui compriamo fast fashion. Insomma dovremmo comprare meno.

Nel merito del consumismo si dà tutta la responsabilità al consumatore, non pensi che così si deresponsabilizzi il sistema?

La responsabilità non è del consumatore, è delle aziende. Vero però che le scelte del consumatore possono orientare quelle delle aziende. Il cambiamento quindi può arrivare dai compratori. Tutte le scelte aziendali arrivano dalle suggestioni dei consumatori.

Grazie