In scena: Yves Saint Laurent

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La mostra che guida lo spettatore alla scoperta dell’amore di Yves Saint Laurent per il teatro e il balletto, ora a Roma.

Dal 6 dicembre scorso, fino al 7 marzo 2025, negli spazi della Fondazione Nicola Del Roscio nel cuore della capitale, prende vita una mostra dedicata ad Yves Saint Laurent, e al lavoro che lo stilista francese ha dedicato negli anni ad una delle sue passioni più grandi: lo spettacolo.

Curata dal designer Stephan Janson, ed in collaborazione con i Musée Yves Saint Laurent Paris e Marrakech, l’esposizione presenta una selezione di più di sessanta bozzetti e schizzi di scena, realizzati dallo stilista tra gli anni ’50 e gli anni ’70.

Foto: Fondazione Nicola Del Roscio

Amore a prima vista

Forse non tutti lo sanno, ma l’incontro tra Yves Saint Laurent e il mondo dello spettacolo, risale ad una data ed un luogo preciso. Nel 1950 ad Oran, in Algeria, il giovane stilista assistette alla rappresentazione de L’école de femmes di Molière. Affascinato da costumi e scenografie, Yves si innamora del teatro. Sarà però solo più tardi, grazie all’amicizia con il coreografo Roland Petit, che riuscirà ad entrare in quel mondo. Nel 1959, gli vengono commissionati i primi costumi per il balletto Cyrano de Bergerac. Da lì in poi, il giovane couturier progetterà sia gli abiti, che le decorazioni per il palcoscenico, non solo per il balletto, ma anche per il cabaret.

Tra i più famosi, rimase nella storia il costume realizzato per Zizi Jeanmaire per il suo numero Mon truc en plumes: un semplice tubino nero accompagnato da un’imponente ruota di piume rosa, che ancora oggi viene ricordato come uno dei più iconici costumi di scena.

Un punto di vista nuovo

La mostra si propone di gettare una nuova luce sullo stilista, sottolineando il suo talento artistico, senza vincolarlo esclusivamente al mondo della moda. Il designer infatti, con il suo senso estetico, dimostrò di riuscire a creare non solo per sé stesso, per le sue collezioni, ma anche partendo da ciò che non gli apparteneva, come i personaggi delle opere teatrali per le quali disegnava. Con i suoi costumi, riusciva a restituire un ritratto fedele dei personaggi rappresentandoli a pieno, e molto spesso, anche aiutando gli stessi attori ad entrare nelle loro parti. Catherine Deneuve dichiarò che i costumi di Saint Laurent per Belle de jour, la aiutarono ad entrare in perfetta sintonia con il suo personaggio, in parte anche appianando i tesi rapporti con il regista del film, Luis Buñuel.

La collezione, che oltre a bozzetti originali comprende foto, parti di tessuto e manoscritti, è disposta in uno spazio circolare, che risulta d’ausilio per il pieno apprezzamento dell’evoluzione del lavoro dello stilista, da parte dello spettatore. Le diverse versioni di uno stesso bozzetto trasmettono la piena dedizione del designer, insieme a prove di tessuto, e fogli in cui, invece di inserire vere stoffe, le immaginava, disegnandole in tabelle di bozzetti di colore e segnando quelle utilizzate per ogni personaggio.

L’esposizione è un viaggio alla riscoperta del genio creativo di Yves Saint Laurent, da un diverso punto di vista. Avendo ripercorso la sua profonda passione per il mondo dello spettacolo, il suo lavoro nella moda, acquisisce un nuovo significato. I colori, i fiori, le piume e l’incanto presenti costantemente in passerella dimostreranno infatti che il designer, di quel mondo che prendeva vita sul palcoscenico, non se ne disinnamorò mai.