Schiavi del “busy bragging”. Di cosa si tratta?

da | LIFESTYLE

Vi è mai capitato di vantarvi di avere talmente tanti impegni ed essere fieri di questa vita full; per poi accorgervi di non riuscire ad incontravi nemmeno una volta con il vostro migliore amico, anche solo per un caffè? Bene, allora anche voi siete vittime del “busy bragging”. 

Avete mai sentito parlare di questo “busy bragging”?

Il termine deriva da due parole inglesi: “busy”, ossia occupato, e dal verbo “to brag” che significa vantarsi, quindi letteralmente “vantarsi di essere impegnati. Indica, appunto, l’atteggiamento di una persona che non fa altro che lamentarsi (O vantarsi) di tutti gli impegni che avrà nelle successive ventiquattr’ore, sette giorni e due mesi. 

Questo fenomeno deriva (Ovviamente) dalla società in cui viviamo. 

La nostra è una società basata sul lavoro. Lavoro, lavoro e ancora lavoro, non solo inteso come occupazione professionale, ma è inerente anche all’occuparsi delle faccende di casa, delle commissioni, quali andare dal gommista, fare la spesa, e tutto ciò che comprende il tenerci super, iper, mega occupati tutto il giorno, senza darci neanche un attimo di respiro. 

Un tempo, senza andare troppo indietro, non fare niente e stare in casa ad occuparsi del proprio benessere era simbolo di potere e ricchezza, simboleggiava un alto status sociale. Oggi è il contrario. Essere impegnatissimi è diventato sinonimo di “stima”, una gara a chi ha la vita più frenetica, un modo per impressionare gli altri, insomma. 

Con il lockdown avremo dovuto renderci conto che annoiarci ogni tanto, non è poi così male. E invece no, ci ostiniamo a cercare sempre qualcosa da fare, siamo gratificati nell’avere un’agenda piena, ma un corpo vuoto di esperienze, siamo diventati schiavi del nostro tempo. 

Passiamo giornate intere a lamentarci con tutti, sostenendo che abbiamo troppi impegni, ma continuiamo a prenderne ancora e ancora. Ci piace un po’ questa contraddizione: alla fine sfoggiare tutti i nostri impegni è un modo per darci un tono, per darci autorevolezza, siamo appagati da ciò e ne andiamo fieri.

È una questione soltanto generazionale?

Spesso questo fenomeno contagia molte persone, non importa l’età, ma una generazione ne ha subito le conseguenze. 

Il concetto di “vivere per lavorare”, al contrario di “lavorare per vivere” che dovrebbe essere il nostro motto, è emerso radicalmente con il boom economico, ma nel mondo di oggi è molto più preponderante. La gen z non ama particolarmente lavorare, preferirebbe dedicarsi agli hobby e alla scoperta del mondo, ma subisce una pressione esagerata da parte delle generazioni precedenti e dalla società che alimenta il fenomeno del “busy bragging” esponenzialmente. Sono  stanchi di sentirsi dire di non essere mai abbastanza, di ricercare una perfezione che alla fine è impossibile da ottenere, ma non riescono a fermarsi. Nati e abituati ai telefoni la gen z non stacca mai. Adesso che sta entrando nel mondo del lavoro si rende conto che questa dipendenza da telefoni ha conseguenze anche sul loro lavoro, che non li abbandona mai. E-mail durante il giorno di Natale, telefonate all’ora di cena, messaggi alle 23’59: tutto è lecito. 

Ecco perché quando ci definiamo “occupati” o “impegnati”, in realtà cerchiamo di comunicare altri “sono importante”.

Fa sorridere quando, poi, sosteniamo di non avere tempo e ci accorgiamo di essere rimasti svegli ore e ore a scorrere il feed di IG o nella home di Tiktok.

Comunque il busy bragging non fa bene.

Come capire se anche voi siete affetti dal busy bragging

Ci sono alcuni segnali che ci permettono di capire subito se anche noi siamo schiavi di questo fenomeno:

1. Notti insonni 

Se fate notti serene e dormite almeno sette ore, allora potete andare tranquilli. 

2. Non avere mai tempo per amici o parenti 

Se siete voi quelli che rispondono SEMPRE “Si adesso ci organizziamo” e alla fine non incontrate mai nessuno allora significa che qualche domanda è da porsela. Se invece riuscite a vedere regolarmente amici e parenti, anche almeno per un caffè, siamo ancora in una zona safe. 

3. Non avere mai tempo per dedicarsi ai propri hobby

Se siete appassionati di cucina, sport, massaggi rilassanti, ma non riuscite mai a trovare un buco in agenda, STOOOP non ci siamo. La cura di se stessi è prima di tutto. 

4. Niente viaggi

Le vacanze e i viaggi fanno bene alla salute. Bisogna, ed è necessario trovare un momento per prendersi una pausa dalla solita routine. 

5. Non mettere mai il cellulare in modalità “muto” per paura di ricevere una telefonata importante

È importante riuscire a staccare la spina e godersi i momenti veri, e non solo quelli virtuali. A volte le telefonate di lavoro possono aspettare (A meno che non salviate vite, tutto il resto non è questione di vita o di morte).

Equilibrio: questa è la parola chiave per vivere una vita impegnata (Ma non troppo). La vita è una, non perdiamoci le sue fasi più importanti, viviamola. 

Immagini: Pinterest