Non è più un rumor!
Chanel nomina il suo nuovo direttore creativo. È Matthieu Blazy, che lascia la direzione creativa di Bottega Veneta per dedicarsi alla Maison di moda più famosa di tutte. Ma chi è Matthieu Blazy? E cosa dobbiamo aspettarci accada a Chanel?
Dopo mesi di attesa e speculazioni, finalmente la risposta che il mondo della moda stava aspettando. A vincere la corsa per il trono della direzione creativa di Chanel è Matthieu Blazy. Ma per capire in quale direzione si sta procedendo, facciamo un passo indietro.
Fin dal suo ingresso nel mondo della moda, poco dopo essersi laureato presso La Cambre a Bruxelles, la carriera di Blazy viene da subito costellata di nomi importanti. Lavora prima per Raf Simons, per poi passare a Maison Margiela, Céline e Calvin Klein, fino ad arrivare alla svolta.
Nel 2021 diventa il direttore creativo di Bottega Veneta, e da quel momento, il suo nome è sulla bocca di tutti.
A Le Cambre, l’accademia di design di Bruxelles, Blazy non studia solamente la moda, fine a sé stessa. Ma lo fa in parallelo con l’arte, la semantica e la musica. Da qui, prende vita il suo innamoramento verso la straordinarietà del quotidiano. Eccola qui, la scintilla con la quale ha innescato il processo di rinnovamento di Bottega Veneta.
Il primo look della sua collezione debutto per il brand (A/I 2022) era composto da una canotta bianca ed un paio di jeans. L’emblema del quotidiano.
Quello che però si notò solo dopo, fu che entrambi i capi erano in realtà pelle stampata: lo straordinario nell’ordinario.
Da quel momento in poi, gli occhi di chi guarda una sfilata di Bottega iniziarono a puntare sui materiali utilizzati.
Tantochè andò virale l’affermazione, secondo cui, guardare una sfilata Bottega Veneta era come guardare una puntata di “Is it cake?”, lo show nel quale i concorrenti dovevano riconoscere, tra una serie di oggetti, quale di essi era in realtà una torta. Partì quindi il via alle scommesse, per capire quali tra le stoffe che si vedevano sfilare in passerella, era realmente quella che sembrava essere.
Ma c’è di più. La Bottega di Blazy è stata in continuo dialogo con l’arte, con l’architettura. Dalle passerelle firmate Gaetano Pesce con pavimenti e sedie di resina. Fino a quelle firmate Le Corbusier, con gli sgabelli che il maestro ideò negli anni 50.
Questo è ciò che meglio rappresenta Blazy: il saper rendere fuori dal comune il quotidiano. E se questo può sembrare in conflitto con la tradizionale eleganza di Chanel, fatta di tweed e perle. In realtà il binomio Blazy-Chanel può essere un ottimo esempio per confermare la regola secondo cui gli opposti si attraggono.
L’attenzione ai materiali, gli accostamenti inusuali e l’ossessiva ricerca della perfezione nelle texture tipica della Bottega di Blazy, possono essere il giusto punto di partenza per un nuovo Chanel. Che ha bisogno di rimanere senza tempo, ma con la giusta dose di contemporaneità.
Creare il motivo del tweed con tutt’altra stoffa. Rendere gli accessori più funzionali che decorativi. Intrecciare gli eleganti design di Chanel con altri mondi, come quello dell’arte o dell’architettura, sono tutti futuri possibili.
Ora, bisogna solo stare a guardare.
Foto: Vogue, Instagram