Direttori creativi come “Game of Thrones”

da | FASHION

Il carosello dei direttori creativi. 

La celebre saga ha un detto, che, potrebbe in questi ultimi mesi essere appropriato. Cersei Lannister recita una massima: «Quando si gioca al gioco del trono, o si vince o si muore. Non esistono terre di nessuno». In effetti in questo -mi si passi il termine- carosello di direttori creativi, tra un “trono” e l’altro, sembra tutto frutto di intrighi e trame di corte. 

La corte della moda of course. 

Cambiamenti

Negli ultimi anni, e negli ultimi mesi, con maggior frequenza, il mondo della moda ha assistito a un vero e proprio carosello di direttori creativi. 

Maison storiche e brand emergenti si sono trovati a dover affrontare cambiamenti ai vertici della loro direzione artistica con una frequenza mai vista prima. 

Qualcosa cominciato nel 2022 con l’addio di Alessandro Michele a Gucci, e, in corso con “l’ultimo” cambio di panchina di Filippo Grazioli. Lascia Missoni nelle mani di Alberto Caliri. 

Nell’ultima settimana l’elenco si è intensificato. Hedi Slimane lascia Celine. Balenciaga ci grazia confermando il contratto con Demna Gvasalia. Fendi ha nomitato -lo scorso maggio- Pierre-Emmanuel Angeloglou CEO. Ed infine Gucci ha appena annunciato Stefano Cantino come nuovo CEO. 

Quali cause?

Le ragioni che spingono un marchio a cambiare direttore creativo sono molteplici e spesso si intrecciano tra loro. Certamente i cambiamenti, amplificati negli ultimi anni, economici, di marketing e scelte anche di mercato, puramente estetiche, hanno dato una scossa. 

I trend delle nuove generazioni, l’accattivare e soddisfare sempre di più i consumatori. Questi ultimi stanno cambiando sempre più rapidamente il loro stile di vita e priorità, e i marchi di lusso dovrebbero adeguarsi repentinamente a tali stravolgimenti offrendo prodotti più contemporanei e che guardino magari a un target di cliente differente. 

Possibile che alcuni vertici, di grandi marchi, attribuiscano il momento di “confusione” ai direttori creativi, ma, è davvero colpa loro? 

Il Ruolo dei Social Media

I social media hanno amplificato l’impatto dei cambiamenti ai vertici creativi. Le notizie sui nuovi direttori si diffondono rapidamente, generando discussioni e dibattiti tra gli appassionati di moda.Indubbiamente possono essere un potente strumento per creare hype e aspettativa attorno a un nuovo nome, ma possono anche essere un terreno fertile per le critiche e le polemiche. Al tempo stesso sono, anche, fonte di incredibili trend che diventano virali. E’ il caso, della recentissima, novità di una sorta di “fantafashion”. Come se non ci bastasse il fantacalcio, o, il fantasanremo.

Cosa accadrà?

Tra debutti eccellenti in vista e posti vacanti che aspettano di essere riempiti, i prossimi mesi riveleranno, se, questo ritorno all’esperienza e ai fondamenti del design potrà rinvigorire i marchi. 

Indubbiamente i cambiamenti ai vertici creativi sono un fenomeno complesso e multifattoriale. 

Non esiste una formula magica per garantire il successo di un nuovo direttore creativo, ma è fondamentale che il brand sappia comunicare in modo chiaro la propria visione e che il nuovo arrivato sia in grado di integrarsi nel team e di interpretare al meglio il DNA del marchio.

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