È davvero tutto oro ciò che… è passato?

da | FASHION

Che non lo sia tutto ciò che luccica, ormai è risaputo. Tuttavia, il modo in cui i più grandi brand di moda hanno iniziato a volgere lo sguardo malinconicamente verso il loro passato, fa intendere che il vero oro risieda in ciò che fu. Ma è davvero così?

Nell’era dell’immediatezza in cui viviamo, le interazioni, umane e non, sono veloci, quasi effimere, e alimentano l’arrogante necessità di avere tutto e subito: banalmente, se si digita qualcosa sulla barra di un qualsiasi motore di ricerca, si ottengono milioni di risultati in pochi millisecondi. Ma se si può avere qualsiasi risposta, contenuto, spunto in qualsiasi momento e alla velocità della luce, per quale motivo continuiamo a guardare con occhilucidi il passato? La risposta ce la può dare la moda.

Durante l’ultimo mese della moda, quello intento a presentare le collezioni Primavera-Estate 2025, tantissimi brand hanno preso ispirazione proprio dal loro stesso percorso, facendo sfilare in passerella capi o interi look che autoreferenzialmente richiamavano il loro passato. Miuccia Prada ha fatto un tuffo nei suoi stessi archivi Miu Miu, ricreando i pattern retrò risalenti alla Primavera del 2005; Donatella Versace ha donato nuova vita alle fantasie sgargianti e agli accostamenti improbabili del suo amato Versus, stavolta con etichetta Versace; mentre Stefano Dolce e Domenico Gabbana hanno riportato in auge i loro corsetti iconici, che li contraddistinsero nei primi anni duemila.

Poche idee?

Potrebbe essere una spiegazione. Ma quando ciò diventa sistematico, la ragione è un’altra. Al giorno d’oggi risulta quasi impossibile creare qualcosa di nuovo, originale, mai visto. Il mai visto, nel mondo della moda, quasi non esiste più. È a questo punto che le più grandi case di moda hanno iniziato ad optare per il non visto da un po’. Reinterpretazioni e riedizioni di capi passati prendono sempre più piede, e danno al brand l’impressione di non poter sbagliare. Se è piaciuto una volta, e li ha portati dove sono oggi, perché non può funzionare anche una seconda? Se a primo impatto vedere un paio di tacchi Prada a bande colorate e dalle forme bizzarre può spiazzare, quando si fa notare che si tratta di una riedizione di quelli del 2008, non si possono non apprezzare, in tutta la loro Prada-ness.

Guardare indietro, al passato, significa guardare verso qualcosa che non può più mutare, non può migliorare o peggiorare, è fermo lì. In un mondo che vive di “tutto e subito”, ed in funzione di un’inarrestabile corsa verso il progresso, il passato è rassicurante: nessuno può arrivare per primo, e nessuno ultimo, ognuno guarda al proprio, personale percorso andato.

Il passato non sarà oro, ma di certo, nel sistema moda, è un buon modo per puntare verso il futuro.

Foto: Vogue

di Greta Liberatoscioli