Anche se non siamo studenti di giurisprudenza amiamo le serie tv sugli avvocati. Ma come mai tutto questo hype su cose che non ci riguardano minimamente?!
Negli ultimi anni siamo letteralmente andati in fissa con le serie tv sugli avvocati, nonostante nulla di ciò che guardiamo sia parte della nostra quotidianità. Non studiamo legge, non conosciamo nessuno che faccia l’avvocato e non sappiamo niente di diritto privato. Ma abbiamo ugualmente tutti una sfrenata passione per questi lunghi e ansiosi processi tenuti da procuratori accaniti, con giudici non sempre imparziali e colpevoli in pena.
Lo schema è sempre lo stesso: uno, o più casi giudiziari sono nelle mani di uno degli studi legali più prestigiosi della città. L’avvocato protagonista dovrà difendere e scagionare il proprio cliente attraverso l’uso di articolate arringhe.
Prima regola: quando guardi questo genere di serie mai distrarsi. Perdere anche solo un discorso o una frase potrebbe farti perdere l’intero filo di tutta la stagione. Soprattutto durante la spiegazione delle arringhe, ma non solo. Ogni conversazione è importante: tra i personaggi protagonisti e non, ascoltate bene nomi (che ritorneranno tutte le puntate) e scoperte dell’ultimo minuto che rivolteranno il processo ogni qual volta.
Queste serie hanno così tanto successo per il loro far sembrare che sia tutto semplice, ci invogliano a diventare avvocati, nonostante non abbiamo mai preso in considerazione questa carriera; il modo in cui si svolgono gli episodi è scorrevole, intrigante e coinvolgente, a tal punto da farci sentire noi in prima persona parte del caso; iniziamo anche ad interrogarci per cercare di capire e risolvere il caso misterioso.
Ci sentiamo soddisfatti quando alla fine i veri colpevoli vengono smascherati, mentre coloro che erano stati accusati ingiustamente vengono liberati; in qualche modo, i casi giudiziari rispecchiano delle ingiustizie che abbiamo subito noi o qualcuno che ci sta vicino, per questo ci sentiamo coinvolti e non riusciamo a smettere di guardarli.
Tutti gli avvocati sembrano uguali
Chiaramente, l’avvocato protagonista di ogni Legal Drama che si rispetti è brillante, intuitivo e abile nel trovare soluzioni, ma soprattutto talmente competente che raramente sbaglia.
Anche l’aspetto esteriore ha molta rilevanza. Non ce n’è uno che sia anche solo un minimo sciatto, sono tutti rigorosamente vestiti di eleganti abiti scuri, che gli donano quel fascino che, anche se modestamente, sanno di possedere.
L’apri pista “Perry Mason”
“Perry Mason” è stato tra i primi avvocati a conquistare il grande pubblico nel 1957. Un po’ avvocato e un po’ detective, Mason è nato come personaggio letterario nel 1933 dalla penna di Erle Stanley Gardner. Il suo compito è sempre stato la difesa. Indaga su omicidi con falsi colpevoli, al fine di scovare i veri criminali.
Il suo grande successo deriva però dalla serie tv che dal 1957 al 1966 ha visto l’attore Raymond Burr nei panni di questo personaggio per nove stagioni. È stato lui ad aprire la strada a tutti i successivi Legal Drama, che hanno preso spunto nella trama e nel metodo narrativo.
Vi proponiamo alcuni Legal Drama di oggi consigliati dalla redazione di Adlmag:
Il nostro numero 1 è The Lincoln Lawyer – Avvocato di difesa
L’avvocato difensore di successo Mickey Haller, conosciuto in tutta Los Angeles, per risolvere i casi più intrigati di omicidio a bordo della sua Lincoln.
Anche Suits è sul podio
Harvey Specter è uno dei più importanti avvocati di New York. Diventato socio Senior dello studio legale presso cui lavora, la Pearson Hardman, è costretto ad assumere un’assistente, Mike Ross, molto intelligente, ma mai laureato in legge, nonostante abbia sfruttato le sue capacità per sostenere esami al posto di altri studenti illegalmente. Harvey nasconde a tutti la verità su di lui, fino a quando…
Al terzo posto: Batter call Saul
Lo spin-off di “Breaking bad”.
Saul Goodman, conosciuto come l’avvocato delle cause perse in Breaking Bad, lavora ora sotto falsa identità come responsabile pasticciere in un centro commerciale. La serie tv è ambientata nel passato, prima ancora degli eventi di Breaking Bad, quando Saul usava il suo vero nome, James “Jimmy” McGill, e cercava in tutti i modi di affermarsi come avvocato.
Ci piace essere un po’ retro, ma sempre attuali: aggiungiamo Lidia Poët
Torino, 1884. Una sentenza della Corte impedisce alla protagonista Lidia Poët di esercitare la professione di avvocato perché è una donna. Lidia non si perde d’animo, intanto lavora presso lo studio legale del fratello Enrico, che la aiuterà a ribaltare le conclusioni della Corte.
Nella lista mettiamo anche Le regole del delitto perfetto
Anche in questo caso la protagonista è una donna: Annalise Keating, stimata avvocata e insegnante di diritto penale, presso una prestigiosa università, la Middleton University.
Annalise è accompagnata a dover affrontare vari processi da cinque dei suoi studenti scelti per assisterla nei casi giudiziari, i cosiddetti Keating Five.
E infine Chicago Justice
Dopo Chicago Fire, non poteva mancare Chicago Justice. La squadra di protagonisti è composta da procuratori, avvocati e investigatori della città. Peter Stone, Assistente Procuratore di Stato, si batte per la giustizia, insieme ai colleghi e al team di avvocati ed investigatori del Procuratore di Stato Mark Jefferies.
Buona visione!
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