La velocità ucciderà la moda?

da | CULTURE

Nel mondo contemporaneo, che viaggia alla velocità della luce, anche la moda accelera il passo. Le tendenze durano sempre meno e tutto è perennemente fuori moda.

C’era una volta la moda

C’è stato un tempo, ad inizio secolo scorso, e anche prima, in cui la moda era un’industria decisamente lenta. Almeno rispetto a quanto siamo abituati oggi. Le collezioni venivano presentate a Parigi, le grandi sartorie degli altri paesi le vedevano e compravano i modelli importandoli nel proprio stato. Ecco allora che le nuove proposte della moda francese incontravano l’alta società. Dopodiché venivano pubblicate sulla stampa specializzata e tutti potevano avere accesso ai nuovi modelli. Rifatti grossolanamente dalle sartine di quartiere. Tutto questo succedeva poco più di 100 anni fa.

Dopo cosa è successo?

Con il tempo le cose si sono fatte sempre più veloci. La stampa è diventata più celere e la moda un’industria accessibile. Ma mai quanto oggi. Le collezioni venivano presentate 6 mesi in anticipo a compratori e giornalisti. Dopodiché, quando i capi arrivavano nei negozi, le riviste pubblicavano le nuove linee promuovendole. E così ha funzionato per moltissimi anni. Ad eccezione dei trend che venivano rubati dalla strada. Monopolio del popolo prima che dell’elite della moda.

E poi l’avvento dei social: la velocità

Ovviamente tutto è cambiato con l’arrivo di Internet prima e dei social poi. Siti come “Style.com”, l’attuale “Vogue Runway”, hanno cominciato a pubblicare le collezione sempre con più velocità. Oggi su Runway, molto spesso, le foto della sfilata vengono rilasciate durante lo svolgimento dello stesso show. Per non parlare dei social media che, attraverso le dirette streaming, hanno dato la possibilità a tutti di vedere le sfilate in live. Quello che prima veniva comunicato con il filtro degli esperti su televisione e stampa, con tempi lunghissimi, oggi è immediato e libero.

Conseguentemente tutto cambia. Le tendenze non sono più dettate da persone specializzate, ma filtrate da chiunque. Non rispettano più nemmeno le stagioni. Quello che vediamo in sfilata a settembre, che dovrebbe essere il trend della stagione successiva, diventa la tendenza del girono dopo. Sembra che la moda funzioni con un sistema “see now buy now” quando non è così. Le tendenze arrivano in strada prima che nei negozi e l’industria rimane un passo indietro. Per sua natura la moda è legata alla novità. Quando una tendenza diventa popolare passa di moda. Questa continua velocità ha fatto si che, ad essere fuori moda, siano le stesse proposte dei negozi che arrivano 6 mesi dopo la sfilata, i cui stilemi sono stati trend in tutto quel tempo.

Cosa succederà alla moda?

In tutto questo a ricavarci sono le catene del fast fashion. Abituate per loro stessa natura a lavorare in velocità. Così, pochi giorni dopo gli show del pret-a-porter, vediamo da Zara collezioni ispirate alle sfilate più adorate. Il naturale inseguimento della velocità da parte della moda sta facendo collassare lo stesso sistema. Le vendite ne risentono e le collezioni anche. La creatività diminuisce in favore di una continua ricerca del micro trend che diventa subito popolare. A dare speranza sono i nuovi nomi del sistema che, spesso per motivi economici, limitano le collezioni. Anche qualche big si muove in questa maniera. Da Valentino Alessandro Michele riduce le collezioni annuali. Insomma forse qualcuno si sta accorgendo dei danni auto inflitti dalla moda a se stessa, ma si sa che le cose cambiano solo quando il bilancio cala.