I cantautori italiani hanno inventato lo streetwear

da | FASHION

Quando si parla di streetwear si pensa sempre agli Stati Uniti, e se vi dicessimo che, invece, l’hanno inventato i cantautori italiani?

Che il mondo della moda sia indissolubilmente legato all’Italia è chiaro. Quando si parla di streetwear, però, la storia è un po’ diversa. Molto spesso questo trend ha reference oltreoceano. In linea di massima si fa riferimento a personaggi della cultura hip hop americana. O brand nati e cresciuti negli Stati Uniti. Ne sono esempio realtà come Supreme e Stussy che, negli mulini anni, sono stati in grado di costruire un forte immaginario streetwear. Capace di infiltrarsi anche sulle pagine più patinate dedicate alla moda. 

Massimo Osti

Non tutti sanno che, in realtà, il designer considerato il padre dello sportswear è italiano. Si tratta di Massimo Osti, stilista che, nel 1971, ha fondato la C.P. Company. Fu Osti con la Chester Perry a dare i natali al mondo dello streetwear. Grazie a t-shirt stampate in serigrafia e capi rubati dal mondo sportivo. Osti è stato anche il padre di un altro brand streetwear che tutti, ancora oggi, consociamo. Era il 1982 e Massimo fonda Stone Island. Marchio di riferimento per la cultura street, oggi parte del gruppo Moncler di Remo Ruffini. Massimiliano disegna così lo stile dei giovani italiani degli anni ‘70 e ‘80. Un’indiscussa anticipazione dello streetwear attuale.

In un periodo in cui l’Italia dettava legge in fatto di moda, lo streetwear agiva lontano da passerelle e giornali patinati. Intercettava il gusto dei giovani allontanandosi da luoghi e personalità glamour ed altisonanti. Mentre le grandi donne della musica italiana vestivano gli stilisti dell’alta moda meneghina, da Versace ad Armani, i cantautori lanciavano lo streetwear. Con la loro immagine sgangherata e malinconica da ragazzi di provincia i grandi cantautori del Belpaese hanno anticipato di decenni lo street style contemporaneo.

Lucio Dalla

Fa scuola lo stile di Lucio Dalla. Il cantante era legato da un’amicizia con lo stilista Massimo Osti che lo vestiva dalla mattina alla sera. Oltre le storiche t-shirt sono indimenticabili i suoi occhiali aviator e, soprattutto, i suoi berretti in crochet. Protagonisti della copertina del suo disco più venduto: “Dalla” del 1980. La sua collab con C.P. Company arriva al punto che Dalla diventerà il volto della copertina del magazine del brand.

Fabrizio De Andre

Negli anni della contestazione studentessa e delle brigate rosse, quando le strade delle città italiane erano campi di battaglia, i cantuatori italiani lanciano l’armywear. Tengo, De Andre, Bennato, Battiato e tanti altri indossano, nella vita comune, abiti militari. Il senso? Una “silenziosa” battaglia antimilitarista giocata sui contrasti. Se oggi indossiamo giacche e camicie in stile military è proprio grazie a loro.

Lucio Battisti

E poi, come non citare i look di Lucio Battisti. Il cantautore che sul nastro rosa ci ha costruito una carriera e uno stile. Oltre per la sua stupenda voce e la chioma riccia Battisti è, infatti, ricordato per i suoi look d’avanguardia. Blazer a pelle nuda e foulard legati al collo. Forse non la quinta essenza dello streetwear, ma di certo un look con personalità. Visto che pensiamo di essercela inventata oggi la giacca portata senza nulla sotto.

Insomma la moda si cela dove meno ce lo aspettiamo. Tutto è moda, d’altronde, come dice Vanessa Friedman, nessuno può esimersi dal vestirsi ogni mattina.

Foto: Pinterest