Un’indagine di NSS rivela che Milano sia una delle capitali della moda, insieme a Parigi, con il numero più basso di direttori creativi giovani. Solo il 28% è under 40.
NSS magazine svolge un’interessante indagine sullo stato della moda nelle capitali del fashion europee. La ricerca verte, in particolare, sull’età dei direttori creativi delle griffe legate alle città citate. Sotto esame sono Londra, Parigi, Milano e Copenhagen. Ad uscirne “peggio” sono senza dubbio Milano e Parigi dove il numero di direttori creativi under 40 è decisamente più basso rispetto a quello dei designer over 50. L’esatto contrario avviene a Londra e a Copenhagen. Nella capitale danese la percentuale di direttori creativi under 40 (40%) è più del triplo rispetto a quelli over 50 (9%).
Da questo specchio si evincono le evidenti difficoltà che la moda ha nell’inserire nel settore le nuove generazioni. D’altro canto però l’analisi manca di un dato. L’indagine non tiene infatti conto della tipologia di brand che sfilano nelle varie capitali della moda. Le kermesse parigine e milanesi sono estremamente diverse rispetto a quelle di Londra e Copenhagen. Tra Parigi e Milano sfilano, infatti, marchi dal sapore storico. Maison che hanno scritto pagine importantissime per la storia del costume. Londra e, ancor di più, Copenhagen, invece, sono stupendo teatro di innovazione e ricerca. Si tratta di città molto diverse, motivo per cui il paragone risulta stridente.
Siamo così certi che la cosa migliore per un giovane talento della moda sia darlo in pasto ad un brand con una storia immensa facilmente in grado di fagocitarlo? John Galliano ha diretto Givenchy appena finiti gli studi e Alexander McQueen pure. Tutto vero, ma stiamo parlando di due in discussi geni della moda. Non tutti sono enfant terrible, ed è giusto così. La moda, oltre che ad essere un’arte “di pancia”, è una professionalità. Come tale va approfondita, studiata e maturata sul campo. Non basta l’estro artistico per fare il direttore creativo. La rutilante moda nata dalle fantasie geniali di Galliano e McQueen non esiste più. Il sistema moda ha bisogno di direttori completi, in grado di avere una visione globale della brand identity.
Dare spazio ai giovani è fondamentale ed è bene che la moda cominci a farlo. Ma si tratta di un percorso da fare nei tempi giusti e con i ruoli corretti. Altrimenti continueremo con la narrazione che vuole i giovani non in grado di entrare nel mondo del lavoro. Le responsabilità vanno soppesate, se no diventano fardelli utili solo a chi vuole continuare a raccontare la generazione Z come una mandria di fannulloni, buoni a nulla capaci solo a lamentarsi.